GLI ALCALOIDI PIRROLIZIDINICI SONO PERICOLOSI?

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GLI ALCALOIDI PIRROLIZIDINICI SONO PERICOLOSI?

Descrizione

Alcune piante che diciamo che sono commestibili (basandoci sulla letteratura e dati scientifici) contengono pirrolizidina. E sono: viperina azzurra, consolida, tossilaggine, nontiscordardimé, borragine e farfaraccio. Gli alcaloidi pirrolizidinici sono molto diffusi in natura e presenti in numerose famiglie vegetali: il 3% delle piante che abitualmente consumiamo, spesso della famiglia delle Boraginaceae e Asteraceae, li contiene (ma sono anche presenti in alimenti come latte e miele). Questi alcaloidi, ad alti dosaggi, e in maniera continuativa nella sperimentazione animale hanno dimostrato epatotossicità. Non c'è però una valutazione definitiva del rischio in quanto la sperimentazione umana è impossibile e i procedimenti statistici non hanno dato risultati validi e univoci. Quindi in definitiva è stato stabilito che gli alcaloidi pirrolizidinici abbiano scarsa o nessuna tossicità acuta.
Qual è il problema? Che spesso vengono fornite informazioni senza riportare dati scientifici.
Quindi per noi questo è quello che definiamo un "non problema". Soprattutto alle quantità in cui vengono consumate queste erbe. Se voi poi si vogliono evitare d'accordo, però a questo punto vi diciamo che se eliminate queste piante dovreste eliminare dalla vostra dieta cose ben più e realmente tossiche! Come l'alcol. La IARC, che si occupa anche della valutazione degli effetti degli agenti chimici e fisici sul rischio di cancro, ha infatti classificato l'alcol come agente cancerogeno fin dal 1988, eppure ne viene consumato in quantità tali che potrebbe determinare epatotossicità o peggio epatocarcinoma ma nessuno si fa così tanti problemi (e viene tranquillamente venduto ovunque) come invece ci si fa problemi con le piante che contengono pirrolizidina! Quindi secondo noi, la presenza di pirrolizidina in alcune piante non rappresenta alcun problema soprattutto alla quantità con cui normalmente si consumano. Continuate pure a comprare e mangiare i casoncelli con ripieno di borragine! Se vogliamo preoccuparci seriamente per la nostra salute meglio concentrarci su sostanze o alimenti che vengono tranquillamente venduti e consumati e invece è provato abbiamo effetti tossici o epatotossici non trovate?
MA SE VOGLIO MANGIARE LA BORRAGINE MA HO PAURA DEGLI AP COSA FACCIO?
Ovviamente non vogliamo minimizzare i rischi ma relativizzarli: quindi dato che esiste un regolamento che stabilisce i tenori massimi di alcaloidi pirrolizidinici nelle piante essiccate (tè, infusi, erbe), negli integratori alimentari (a base di ingrediente vegetali o polline) e nei semi di cumino (perché ovviamente le piante essiccate a parità di peso sono di più rispetto alle stesse fresche) vi diciamo che questo regolamento stabilisce che la dose massima giornaliera di alcaloidi pirrolizidinici che si possono assumere, per non avere ripercussioni sulla salute, è di 237 μg per kg di peso corporeo. Non solo, le stesse indicazioni stabiliscono di non assumere integratori, piante essiccate (esempio decotto di radice di consolida) per più di sei settimane continuative.
QUINDI RIASSUMENDO:
1. Preferite sempre le piante fresche
2. Non potete mangiare i fantastici gnudi di ricotta di pecora e borragine di Simonetta Biagetti ogni giorno per sei settimane. Ma solo una volta ogni tanto!
3. La borragine contiene soprattutto come alcaloidi pirrolizidinici, licopsamina e viridiflorato supindino che, attenzione, non sono contenuti nell'olio dei semi ma solo nelle parti aeree. La quantità di alcaloidi pirrolizidinici è comunque così bassa da non provocare tossicità acuta.
4. Scottate prima di cucinare le piante che contengono questi alcaloidi così riducete i pochi che ci sono, ancora di più, disperdendoli nell'acqua.
5. Se decidete di prendere integratori di piante che contengono alcaloidi pirrolizidinici non assumeteli per più di sei settimane e non più di 237 μg per kg di peso corporeo.
6. Se fumate e bevete o siete obesi vietato preoccuparvi degli alcaloidi pirrolizidinici perché la cosa più importante per ridurre il rischio di sviluppare cancro è smettere di fumare, ridurre l'alcol e dimagrire. Dopo potrete pensare agli alcaloidi pirrolizidinici nella vostra dieta.

REGOLAMENTO

Perché ovviamente non vogliamo minimizzare i rischi ma relativizzarli: quindi dato che esiste un regolamento che stabilisce i tenori massimi di alcaloidi pirrolizidinici nelle piante essiccate (tè, infusi, erbe), negli integratori alimentari (a base di ingrediente vegetali o polline) e nei semi di cumino (perché ovviamente le piante essiccate a parità di peso sono di più rispetto alle stesse fresche) vi diciamo che questo regolamento stabilisce che la dose massima giornaliera di alcaloidi pirrolizidinici che si possono assumere, per non avere ripercussioni sulla salute, è di 237 μg per kg di peso corporeo. Non solo, le stesse indicazioni stabiliscono di non assumere integratori, piante essiccate (esempio decotto di radice di consolida) per più di sei settimane continuative.
QUINDI RIASSUMENDO:
1. Preferite sempre le piante fresche
2. Non potete mangiare i fantastici gnudi di ricotta di pecora e borragine di Simonetta Biagetti ogni giorno per sei settimane. Ma solo una volta ogni tanto!
3. La borragine contiene soprattutto come alcaloidi pirrolizidinici, licopsamina e viridiflorato supindino che, attenzione, non sono contenuti nell'olio dei semi ma solo nelle parti aeree. La quantità di alcaloidi pirrolizidinici è comunque così bassa da non provocare tossicità acuta.
4. Scottate prima di cucinare le piante che contengono questi alcaloidi così riducete i pochi che ci sono, ancora di più, disperdendoli nell'acqua.
5. Se decidete di prendere integratori di piante che contengono alcaloidi pirrolizidinici non assumeteli per più di sei settimane e non più di 237 μg per kg di peso corporeo.
6. Se fumate e bevete o siete obesi vietato preoccuparvi degli alcaloidi pirrolizidinici perché la cosa più importante per ridurre il rischio di sviluppare cancro è smettere di fumare, ridurre l'alcol e dimagrire. Dopo potrete pensare agli alcaloidi pirrolizidinici nella vostra dieta.
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