Centocchio
Contenuto
Titolo
Centocchio
Descrizione
Stellaria media
Basionimo: Alsine media
FAMIGLIA: Caryophyllaceae
GENERE: Stellaria
NOMI LOCALI: alsina, anagallide, anagallo, arbetta stella, beccagallina, boelli da gialina, brutture, budellina, budello di gallina, canalina, canta gaine, cardelina, cenducchia, cenduccia, cento vice, centocchi, centocchio comune, centonchio, centonculo, centone, centonghi, centose, centovice, centui, centuiss, centuviell, cintonchio, cintule, cintuviell, ciuntuviell, erba canaina, erba canalina, erba cardlina, erba che fa cantar le galline, erba ciaturuna, erba de puddas, erba dei galeini, erba di gaddini, erba di giaddina, erba dij canarin, erba gallina, erba gallinella, erba lugarina, erba oselina, erba paperina, erba pavareina, erba pavarina, erba piperina, erba puddina, erba pugionina, erba raneina, galinella, galline grasse, gallinella, gllinella, grassagaleina, lissò, menduccia, miggiardina, mirichiddina, morabio, mordigallina, morona, morone, morscellina, morso di gallina, morso di gallo, morsugallina, morviglina, morviglino, moscellina, mursiddina minuri, orecchio di topo, orecci d' soregh, oricchi di surci, paarina, pannarina, paperina, pavarascia, oavarazza, pavarina, pavarino, pavarogna, pavaronia, pavejana, paveronia, pavresu, pavrina, pavrun, penetauri, peverascia, peverazza, peverazzia, peverella, peverina, pevronia, pizzagallina, pizzicagallina, poriona, povrogna, pucinella, puddicinara, puddina, purionna, puvrogna, puvronia, sancosto, scendorelli, vudeju di gurpi, vudeju di muscu, zeintucc, zentidel, zentivel, zinzidel
In inglese si chiama chickweed; in tedesco vogelmiere; in francese mouron des oiseaux e in spagnolo pigallina.
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il nome del genere è di origine latina ed è legato alla forma a stella del fiore. I nomi comuni (specialmente quelli vernacolari) fanno riferimento al fatto che gli uccelli e gli animali da cortile amano particolarmente mangiare le tenere foglioline e i semi.
DESCRIZIONE: è una pianta erbacea annua o bienne con fusti molto morbidi che si presentano spesso prostrati. Dato che ne crescono tantissime vicine in uno stesso luogo, e i fusti sono appunto prostrati, si formano sovente vasti tappeti anche molto intricati. I fusti sono lunghi parecchie decine di cm e hanno sezione circolare, hanno una leggera peluria, le foglie vi si dispongono in maniera opposta, le inferiori sono ovate o ovato arrotondate, acuminate, intere, normalmente glabre, con picciolo della stessa lunghezza; le superiori simili, spesso sessili e più grandi. I fiori sono piccoli e numerosi, e sono raccolti in un'infiorescenza che si chiama a dicasio terminale (vi metto un'illustrazione perché è più facile da fare vedere che da spiegare 😉), sono portati da pedicelli, e hanno un calice con 5 sepali lanceolati e pelosi e dei petali bianchi profondamente bipartiti.
I semi sono reniformi, marroncini. La pianta si riproduce per seme ma si propaga molto facilmente anche mediante stoloni aerei o per propaggine.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: forma dei folti tappeti, il fusto spesso è prostrato, a sezione rotonda e le foglie sono picciolate.
DOVE CRESCE: erba cosmopolita che cresce rigogliosa ed invasiva nei vigneti, nei campi coltivati, nei giardini, ai margini strade fino ai 1600 m. È facile trovarla anche nei centri urbani (è una pianta sinantropa), si adatta facilmente a ogni tipo di suolo pur essendo nitrofila e prediligendo i terreni freschi e umidi e le pozioni ombreggiate.
COSA SI UTILIZZA: i primi 4/5 cm del fusto con le foglie, prima della fioritura.
QUANDO SI RACCOGLIE: si raccoglie in primavera, prima della fioritura, oppure in autunno, perché dopo la fienagione ricresce rigogliosa nei campi.
PRINCIPI ATTIVI: sono stati isolati importanti metaboliti secondari come flavonoidi, oligosaccaridi stellariosi, derivati dell'antrachinone, acidi grassi, triterpeni, saponine steroidee e composti fenolici. Non solo, sono presenti vitamine del gruppo B e vitamina C, sali minerali, tra cui calcio, ferro, magnesio, potassio, zinco, manganese, rame, cobalto, silicio (Stellaria media (L.) Vill.- A plant with immense therapeutic potentials: phytochemistry and pharmacology
Oluwole Solomon Oladeji et al. Heliyon. 2020.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32548330/ )
PROPRIETÀ: i metaboliti bioattivi hanno mostrato diverse attività farmacologiche come attività anti-obesità, antimicotiche, antibatteriche, antiossidanti, anti-proliferative, antinfiammatorie, analgesiche, antidiabetiche, ansiolitiche, diuretiche e espettoranti.
Tuttavia, i costituenti bioattivi e il potenziale farmacologico non sono ben valutati. Pertanto, gli estratti con attività farmacologiche consolidate dovrebbero essere sottoposti a isolamento guidato da saggio biologico in modo da ottenere composti con nuove frazioni strutturali prima delle valutazioni tossicologiche.
INDICAZIONI: pur avendo notevoli proprietà vi consiglio di utilizzarla solo per quelle per cui sono state fatte valutazioni tossicologiche, quindi fondamentalmente la sua attività anti-infiammatoria.
ATTENZIONE: tutte le specie di Stellaria sono egualmente commestibili. Dopo la fioritura aumenta la concentrazione di saponine quindi è meglio non utilizzarla per non andare incontro ad irritazione gastrica e conseguente vomito.
UTILIZZO CULINARIO: le giovani cimette, compresi i primi 4/10 cm di gambo, hanno un gusto molto delicato e dolce che ricorda il pisello; per utilizzarla in cucina è meglio raccoglierla prima della fioritura e vi consiglio di usare le forbici dato che crea cuscinetti molto compatti. È ottima cruda, e si può utilizzare per fare il pesto o si può aggiungere nelle misticanze cotte o crude per andare a contrastare il sapore amaro delle altre erbe. Un'altra caratteristica che la rende preziosa, è che è presente anche in inverno, quando scarseggia la verdura fresca.
In insalata, secondo me, è ottima associata alla mela oppure, come ve l'abbiamo proposta al corso, con mozzarella e semi di girasole tostati. Un'altra delle ricette che ai corsi piace molto è il pesto: potete farlo "classico", frullando 70 g di centocchio, 70 g di olio extravergine d'oliva, 50 g di Parmigiano Reggiano, 30 g di pinoli o noci o mandorle, vi sconsiglio di aggiungere l'aglio perché coprirebbe il sapore della stellaria che è molto delicato. Ma a me piace molto di più la versione con 100 g di centocchio, 70 g di olio extravergine d'oliva, 50 g di ceci cotti e 30 g di pinoli o noci o mandorle.
Ancora, potete aggiungerla cruda nei frullati: provate per la colazione il frullato stellaria, kiwi, mela, cinorrodi, noci e una bevanda vegetale.
Se la volete cuocere ricordate che è molto delicata, per questo la cottura deve avere tempi brevissimi: 2/4 minuti.
L’uso in cucina non si limita alle parti verdi della pianta. Dai semi si può ricavare una farina. I semi vanno raccolti quando le piante sono secche: vi basterà scuoterle per far cadere I semi. Per la produzione di farina, i semi vanno macinati con un macina-caffè.
UTILIZZO ESTERNO: veramente utile per tutti i disturbi della pelle: eczemi, psoriasi, punture d’insetto, pelle secca, prurito, orticaria. È ottima per problemi agli occhi come congiuntiviti e arrossamenti. Ha un grande potere antiinfiammatorio sulle mucose: per sfruttare queste proprietà, la stellaria viene ridotta in poltiglia e usata come cataplasma. Se avete un estrattore potete ricavarne il succo, che poi andrà diluito per lenire le infiammazioni. Il succo in purezza veniva invece utilizzato dalle nonne per dissolvere invece le verruche.
Col centocchio si può fare anche un oleolito da utilizzare per tutte le problematiche dermatologiche citate sopra.
UTILIZZO INTERNO: un uso tradizionale del centocchio è farne un infuso da bere più volte al giorno per dimagrire e ridurre il colesterolo. Altro utilizzo classico invece è farne una tintura madre che è particolarmente indicata per dissolvere le cisti ovariche. Non vi metto le ricette perché non ho dati sulla tossicità quindi ho solo citato questi utilizzi in quanto tradizionali.
COME SI CONSERVA: le giovani cimette si possono essiccare all'ombra, ma essendo presente tutto l'anno (tranne in estate quando fa molto caldo) vale la pena raccoglierlo fresco.
FALSE FRIENDS: può essere confusa con la Lysimachia arvensis o Lysimachia subsp. ma vi metterò un post per distinguerle.
In Italia sono presenti anche altre specie di Stellaria e una subspecie. La confusione è priva di conseguenze (tranne essere considerate dalle capre dai botanici 😉).
La subspeciee è Stellaria media subsp. romana Bég., con petali con lobi stretti e lunghi quanto i sepali e (1)3-5(10) stami; esistono poi numerose specie come Stellaria cupaniana (Jord. & Fourr.) Bég., con fusto completamente peloso; Stellaria neglecta Weihe, che ha sepali lunghi 5-6,5 mm, petali uguali o più lunghi dei sepali e stami più numerosi; Stellaria pallida (Dumort.) Crép. , con petali nulli o brevissimi, sepali inferiori a 3 mm e peduncoli eretti dopo l'antesi, ma, a meno che dobbiate fare un esame col professor Peruzzi, potete mangiarle tutte anche se le confondete. Se invece volete approfondire la sistematica, il libro di riferimento rimane il Pignatti.
CURIOSITÀ: in un antico erbario del XVI secolo, conservato nella Biblioteca Vaticana, si ritrova questa ricetta relativa all’Herba Adriana, che potrebbe essere il centocchio, date le sue proprietà: “fanne polvere et danne at bevere con un poco de vino caldo, ad chi havesse fevre quartana, o terzana, mezza octava poco per volta. Item ad chi havesse alcuna postema, o altro male in nel corpo, piglia de dicta herba mezza octava per volta. Et è provato”.
© Copyright Associazione capra&cavoli, condividi non copiare.
Basionimo: Alsine media
FAMIGLIA: Caryophyllaceae
GENERE: Stellaria
NOMI LOCALI: alsina, anagallide, anagallo, arbetta stella, beccagallina, boelli da gialina, brutture, budellina, budello di gallina, canalina, canta gaine, cardelina, cenducchia, cenduccia, cento vice, centocchi, centocchio comune, centonchio, centonculo, centone, centonghi, centose, centovice, centui, centuiss, centuviell, cintonchio, cintule, cintuviell, ciuntuviell, erba canaina, erba canalina, erba cardlina, erba che fa cantar le galline, erba ciaturuna, erba de puddas, erba dei galeini, erba di gaddini, erba di giaddina, erba dij canarin, erba gallina, erba gallinella, erba lugarina, erba oselina, erba paperina, erba pavareina, erba pavarina, erba piperina, erba puddina, erba pugionina, erba raneina, galinella, galline grasse, gallinella, gllinella, grassagaleina, lissò, menduccia, miggiardina, mirichiddina, morabio, mordigallina, morona, morone, morscellina, morso di gallina, morso di gallo, morsugallina, morviglina, morviglino, moscellina, mursiddina minuri, orecchio di topo, orecci d' soregh, oricchi di surci, paarina, pannarina, paperina, pavarascia, oavarazza, pavarina, pavarino, pavarogna, pavaronia, pavejana, paveronia, pavresu, pavrina, pavrun, penetauri, peverascia, peverazza, peverazzia, peverella, peverina, pevronia, pizzagallina, pizzicagallina, poriona, povrogna, pucinella, puddicinara, puddina, purionna, puvrogna, puvronia, sancosto, scendorelli, vudeju di gurpi, vudeju di muscu, zeintucc, zentidel, zentivel, zinzidel
In inglese si chiama chickweed; in tedesco vogelmiere; in francese mouron des oiseaux e in spagnolo pigallina.
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il nome del genere è di origine latina ed è legato alla forma a stella del fiore. I nomi comuni (specialmente quelli vernacolari) fanno riferimento al fatto che gli uccelli e gli animali da cortile amano particolarmente mangiare le tenere foglioline e i semi.
DESCRIZIONE: è una pianta erbacea annua o bienne con fusti molto morbidi che si presentano spesso prostrati. Dato che ne crescono tantissime vicine in uno stesso luogo, e i fusti sono appunto prostrati, si formano sovente vasti tappeti anche molto intricati. I fusti sono lunghi parecchie decine di cm e hanno sezione circolare, hanno una leggera peluria, le foglie vi si dispongono in maniera opposta, le inferiori sono ovate o ovato arrotondate, acuminate, intere, normalmente glabre, con picciolo della stessa lunghezza; le superiori simili, spesso sessili e più grandi. I fiori sono piccoli e numerosi, e sono raccolti in un'infiorescenza che si chiama a dicasio terminale (vi metto un'illustrazione perché è più facile da fare vedere che da spiegare 😉), sono portati da pedicelli, e hanno un calice con 5 sepali lanceolati e pelosi e dei petali bianchi profondamente bipartiti.
I semi sono reniformi, marroncini. La pianta si riproduce per seme ma si propaga molto facilmente anche mediante stoloni aerei o per propaggine.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: forma dei folti tappeti, il fusto spesso è prostrato, a sezione rotonda e le foglie sono picciolate.
DOVE CRESCE: erba cosmopolita che cresce rigogliosa ed invasiva nei vigneti, nei campi coltivati, nei giardini, ai margini strade fino ai 1600 m. È facile trovarla anche nei centri urbani (è una pianta sinantropa), si adatta facilmente a ogni tipo di suolo pur essendo nitrofila e prediligendo i terreni freschi e umidi e le pozioni ombreggiate.
COSA SI UTILIZZA: i primi 4/5 cm del fusto con le foglie, prima della fioritura.
QUANDO SI RACCOGLIE: si raccoglie in primavera, prima della fioritura, oppure in autunno, perché dopo la fienagione ricresce rigogliosa nei campi.
PRINCIPI ATTIVI: sono stati isolati importanti metaboliti secondari come flavonoidi, oligosaccaridi stellariosi, derivati dell'antrachinone, acidi grassi, triterpeni, saponine steroidee e composti fenolici. Non solo, sono presenti vitamine del gruppo B e vitamina C, sali minerali, tra cui calcio, ferro, magnesio, potassio, zinco, manganese, rame, cobalto, silicio (Stellaria media (L.) Vill.- A plant with immense therapeutic potentials: phytochemistry and pharmacology
Oluwole Solomon Oladeji et al. Heliyon. 2020.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32548330/ )
PROPRIETÀ: i metaboliti bioattivi hanno mostrato diverse attività farmacologiche come attività anti-obesità, antimicotiche, antibatteriche, antiossidanti, anti-proliferative, antinfiammatorie, analgesiche, antidiabetiche, ansiolitiche, diuretiche e espettoranti.
Tuttavia, i costituenti bioattivi e il potenziale farmacologico non sono ben valutati. Pertanto, gli estratti con attività farmacologiche consolidate dovrebbero essere sottoposti a isolamento guidato da saggio biologico in modo da ottenere composti con nuove frazioni strutturali prima delle valutazioni tossicologiche.
INDICAZIONI: pur avendo notevoli proprietà vi consiglio di utilizzarla solo per quelle per cui sono state fatte valutazioni tossicologiche, quindi fondamentalmente la sua attività anti-infiammatoria.
ATTENZIONE: tutte le specie di Stellaria sono egualmente commestibili. Dopo la fioritura aumenta la concentrazione di saponine quindi è meglio non utilizzarla per non andare incontro ad irritazione gastrica e conseguente vomito.
UTILIZZO CULINARIO: le giovani cimette, compresi i primi 4/10 cm di gambo, hanno un gusto molto delicato e dolce che ricorda il pisello; per utilizzarla in cucina è meglio raccoglierla prima della fioritura e vi consiglio di usare le forbici dato che crea cuscinetti molto compatti. È ottima cruda, e si può utilizzare per fare il pesto o si può aggiungere nelle misticanze cotte o crude per andare a contrastare il sapore amaro delle altre erbe. Un'altra caratteristica che la rende preziosa, è che è presente anche in inverno, quando scarseggia la verdura fresca.
In insalata, secondo me, è ottima associata alla mela oppure, come ve l'abbiamo proposta al corso, con mozzarella e semi di girasole tostati. Un'altra delle ricette che ai corsi piace molto è il pesto: potete farlo "classico", frullando 70 g di centocchio, 70 g di olio extravergine d'oliva, 50 g di Parmigiano Reggiano, 30 g di pinoli o noci o mandorle, vi sconsiglio di aggiungere l'aglio perché coprirebbe il sapore della stellaria che è molto delicato. Ma a me piace molto di più la versione con 100 g di centocchio, 70 g di olio extravergine d'oliva, 50 g di ceci cotti e 30 g di pinoli o noci o mandorle.
Ancora, potete aggiungerla cruda nei frullati: provate per la colazione il frullato stellaria, kiwi, mela, cinorrodi, noci e una bevanda vegetale.
Se la volete cuocere ricordate che è molto delicata, per questo la cottura deve avere tempi brevissimi: 2/4 minuti.
L’uso in cucina non si limita alle parti verdi della pianta. Dai semi si può ricavare una farina. I semi vanno raccolti quando le piante sono secche: vi basterà scuoterle per far cadere I semi. Per la produzione di farina, i semi vanno macinati con un macina-caffè.
UTILIZZO ESTERNO: veramente utile per tutti i disturbi della pelle: eczemi, psoriasi, punture d’insetto, pelle secca, prurito, orticaria. È ottima per problemi agli occhi come congiuntiviti e arrossamenti. Ha un grande potere antiinfiammatorio sulle mucose: per sfruttare queste proprietà, la stellaria viene ridotta in poltiglia e usata come cataplasma. Se avete un estrattore potete ricavarne il succo, che poi andrà diluito per lenire le infiammazioni. Il succo in purezza veniva invece utilizzato dalle nonne per dissolvere invece le verruche.
Col centocchio si può fare anche un oleolito da utilizzare per tutte le problematiche dermatologiche citate sopra.
UTILIZZO INTERNO: un uso tradizionale del centocchio è farne un infuso da bere più volte al giorno per dimagrire e ridurre il colesterolo. Altro utilizzo classico invece è farne una tintura madre che è particolarmente indicata per dissolvere le cisti ovariche. Non vi metto le ricette perché non ho dati sulla tossicità quindi ho solo citato questi utilizzi in quanto tradizionali.
COME SI CONSERVA: le giovani cimette si possono essiccare all'ombra, ma essendo presente tutto l'anno (tranne in estate quando fa molto caldo) vale la pena raccoglierlo fresco.
FALSE FRIENDS: può essere confusa con la Lysimachia arvensis o Lysimachia subsp. ma vi metterò un post per distinguerle.
In Italia sono presenti anche altre specie di Stellaria e una subspecie. La confusione è priva di conseguenze (tranne essere considerate dalle capre dai botanici 😉).
La subspeciee è Stellaria media subsp. romana Bég., con petali con lobi stretti e lunghi quanto i sepali e (1)3-5(10) stami; esistono poi numerose specie come Stellaria cupaniana (Jord. & Fourr.) Bég., con fusto completamente peloso; Stellaria neglecta Weihe, che ha sepali lunghi 5-6,5 mm, petali uguali o più lunghi dei sepali e stami più numerosi; Stellaria pallida (Dumort.) Crép. , con petali nulli o brevissimi, sepali inferiori a 3 mm e peduncoli eretti dopo l'antesi, ma, a meno che dobbiate fare un esame col professor Peruzzi, potete mangiarle tutte anche se le confondete. Se invece volete approfondire la sistematica, il libro di riferimento rimane il Pignatti.
CURIOSITÀ: in un antico erbario del XVI secolo, conservato nella Biblioteca Vaticana, si ritrova questa ricetta relativa all’Herba Adriana, che potrebbe essere il centocchio, date le sue proprietà: “fanne polvere et danne at bevere con un poco de vino caldo, ad chi havesse fevre quartana, o terzana, mezza octava poco per volta. Item ad chi havesse alcuna postema, o altro male in nel corpo, piglia de dicta herba mezza octava per volta. Et è provato”.
© Copyright Associazione capra&cavoli, condividi non copiare.