Billeri primaticcio

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Titolo

Billeri primaticcio

Descrizione

Cardamine hirsuta
FAMIGLIA: Brassicaceae
GENERE: Cardamine
NOMI LOCALI: cardamine irsuta, maruculicedda servaggia, billeri, erba cria, erba graneina, trigolin, erba minestra.
In tedesco si chiama Vielstängeliges Schaumkraut oppure Behaartes Schaumkraut; in inglese Hairy bitter-cress; in spagnolo Mastuerzo menor e in francese Cardamine hérissée
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il nome del genere deriva dal greco κάρδαμον «crescione», una specie che appartiene alla stessa famiglia e che presenta foglie imparipennate e dal sapore piccante, come la cardamine. L'epiteto specifico è l'aggettivo latino ''hirsutus, -a, -um': col significato di "capellone" perché allude alla disposizione e caratteristiche delle foglie che sembrano formare una folta chioma e non, come spesso viene scritto, alla presenza di peli, che invece sono minuti e radi e non rappresentano, quindi, una caratteristica distintiva tale da giustificare un nome. Questo significato è ripreso nel termine inglese "hairy bitter-cress": crescione capellone e dal sapore pungente (descrizione perfetta del billeri) oppure dal bellissimo nome francese: cardamine hérissée, cardamine arruffata.
Billeri deriva invece per *betacismo dal termine villero, una forma arcaica per villano, cioè abitante del contado (campagna che si estende intorno alla città), ed è un termine che definisce e si lega all'habitat tipico dove si rinviene questa specie. Primaticcio è invece un aggettivo che rinvia al periodo di crescita, una delle prime che spunta in primavera.
Gli altri nomi comuni rimandano o agli utilizzi, come erba minestra, o all'aspetto delle foglioline che sembrano dei piccoli "granelli", come erba graneina o trigolin.
DESCRIZIONE: pianta erbacea annuale, che inizialmente, a febbraio, forma delle rosette basali molto piccole (5 cm di diametro) con foglie basali picciolate, pennatosette, imparipennate, cioè divise in 4-8 paia di segmenti ovali o suborbicolari, che si dispongono in maniera opposta lungo il rachide centrale, con segmento apicale più grande, reniforme; successivamente dalla rosetta si sviluppano i fusti alti dai 5 ai 20 cm, generalmente numerosi, ramosi, subglabri con scarsi peli patenti (>0.3 mm). Le foglie basali persistono durante l'antesi (fioritura); le foglie cauline (del fusto) hanno dimensioni minori rispetto alle basali e sono più "snelle" ma mantengono la stessa struttura imparipennata.
I fiori si raccolgono in corimbi composti da circa 15 fiori pedicellati. La corolla è formata da 4 petali bianchi, interi. Sepali di 2 mm, 4 stami con antere gialle. Fiorisce da marzo a luglio. Il frutto è una siliqua lineare eretta e appressata al fusto; alla maturità si apre di scatto per liberare i piccoli e numerosi semi scuri.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: per prima cosa ricordatevi che è una pianta molto piccola. Poi, che le foglie sono imparipennate e il fiore è quello tipico delle Brassicaceae, ed è bianco
DOVE CRESCE: comunissima in tutta Italia, è una specie sinantropica* cresce negli incolti, nei prati, lungo i bordi stradali, nelle intercapedini dei marciapiedi, negli orti, vicino ai muri, nei vigneti, nei vasi fino ai 1400 m s.l.m.
COSA SI UTILIZZA: le foglie della rosetta basale
QUANDO SI RACCOGLIE: febbraio e marzo
PRINCIPI ATTIVI: ricca, per prima cosa, di vitamine e minerali, contiene, anche, glucosinolati e camalexina dalle proprietà antiossidanti, antitumorali e benefiche per il sistema cardiovascolare; fitoanticipine e fitoalessine, che hanno proprietà antimicrobiche (Development of a quantification method for routine analysis of glucosinolates and camalexin in brassicaceous small-sized samples by simultaneous extraction prior to liquid chromatography determination
Dimitri Bréard et al. J Chromatogr B Analyt Technol Biomed Life Sci. 2022).
PROPRIETÀ: per i suoi effetti vitaminizzanti, diuretici, antianemici e antireumatici è un'ottima erba da utilizzare nelle nostre insalate e zuppe primaverili ricostituenti, corroboranti e depurative.
INDICAZIONI: non ci sono indicazioni specifiche per particolari disturbi
ATTENZIONE: purtroppo è una buona accumulatrice di cadmio, come dimostrato da Effects of mutual intercropping on cadmium accumulation by the accumulator plants Conyza canadensis, Cardamine hirsuta, and Cerastium glomeratum
Hui Xia et al. Int J Phytoremediation. 2018.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29873543/
Cadmium accumulation characteristics of the winter farmland weeds Cardamine hirsuta Linn. and Gnaphalium affine D. Don
Lijin Lin et al. Environ Monit Assess. 2014 Jul.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/24519638/
Quindi va fatta particolarmente attenzione a dove si raccoglie. La sua ottima capacità di accumulare cadmio può, però, essere sfruttata vantaggiosamente per bonificare il terreno agricolo contaminato da Cd.
Tenete conto che le principali fonti antropogeniche di emissioni di cadmio sono: l'estrazione e la fusione dei minerali di zinco, le industrie che utilizzano il cadmio, le industrie dei metalli secondari, i fertilizzanti fosfatici, la combustione dei combustibili fossili, i pigmenti, l'usura dei pneumatici e l'incenerimento dei rifiuti solidi (da Ann. 1st. Super. Sanità Vol. 21, N. l(1985). pp. 11-18
INQUINAMENTO AMBIENTALE DA PIOMBO E CADMIO: DATI DI RILEVAMENTO EFFETTUATI
NELL 'ARIA S. Cerquiglini Monteriolo & F. DI Innocenzio Laboratorio di Igiene del Territorio - Istituto Superiore di Sanità, Roma)
UTILIZZO CULINARIO: ottima cruda, ha un sapore erbaceo, fresco e piacevolmente piccante, può essere associata a erbe dolci (come la Stellaria media) e Asteraceae come i Sonchus o le Hypochaeris. Anche cotta è spaziale! Potete fare un misto di Brassicaceae e associarla a rosette di Capsella, senapi varie, ravanello selvatico (Raphanus raphanistrum) oppure alle immancabili Asteraceae, nello stesso periodo in cui spunta il billeri, nei campi trovate anche la Crepis sancta e la Lapsana communis, che ci stanno da Dio insieme! Ma va benissimo mangiarla anche sola: provate a fare gli spaghetti aglio, olio, peperoncino e billeri 😉 oppure come fa la nonna Angiolina fare la minestra depurativa con patate, billeri, salvia dei prati e faëta (Silene latifolia). Un'associazione invece illegale è billeri e uova. Se le associate vi si crea una dipendenza assoluta e dopo due giorni vi ritrovate con 4 kg in più. State attentissimi 😂 io una volta ho fatto una carbonara con uova delle mie galline e cardamine e mi sono ritrovata a mangiarne 400 g. Non fate mai, mai, mai questo errore fatale! 😂 Oppure un'altra volta ho fatto delle uova con salsa di billeri! Non potete capire quanto sono buone! La morte proprio! Io vi ho avvertito!
UTILIZZO ESTERNO: non è segnalato nessun utilizzo
UTILIZZO INTERNO: non è segnalato nessun utilizzo
COME SI CONSERVA: non si conserva, si raccoglie il giusto e si mangia quando c'è
FALSE FRIENDS: è così particolare che potreste confonderla solo con altre Cardamine (che comunque sono tutte commestibili e sono tantissime). Come Cardamine flexuosa, che si distingue per avere fusti sinuosi, foglie cauline più numerose e più grandi, fiori con 6 stami, e che si cresce generalmente in ambienti boschivi poco antropizzati. Comunque la confusione è priva di conseguenze.
CURIOSITÀ: gli inglesi hanno tantissimi nomi per definirla: Bittercress, Flick Weed, Hairy Bittercress (il mio preferito), Hoary Bittercress, Lamb's Cress, Land Cress, Shot Weed, Springcress, perché la utilizzano tantissimo cruda in salse buonissime con cui condiscono dei panini MORTALI. Mortali, perché sembrano piccoli e innocui ma sono così piccoli e buoni che ne mangi 27 associandoci 4 birre e dopo una settimana ti ritrovi con 3 kg in più! 😂 Quindi diffidate sempre delle cose piccole e buonissime che hanno nomi carini (è la regola del gatto: più un gatto è piccolo, puccioso, apparentemente innocuo e ha un nome carino più è una bestia di Satana. Stessa cosa vale per i sandwich, sappiatelo).
* Betacismo: passaggio della consonante labiodentale fricativa sonora v alla bilabiale occlusiva sonora b, caratteristico dei dialetti italiani centro-meridionali.
* Sinantropica: detto di specie vegetali che si rinvengono in ambiti alterati da una persistente attività umana.
Articolo di Cecilia Tanghetti, ©️ Associazione capraecavoli, condividi non copiare.

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