Radicchiella di terrasanta

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Titolo

Radicchiella di terrasanta

Descrizione

Crepis sancta
Basionimo: Hieracium sanctum
FAMIGLIA: Asteraceae
GENERE: Crepis. Nella flora spontanea italiana sono presenti 43 specie di Crepis.
Le specie di questo genere presentano un alto grado di diversità; infatti studi di genetica hanno dimostrato presenza di forme sia autopoliploidi che allopoliploidi causata dalla presenza di un numero di cromosomi superiore al normale corredo diploide (2n da 6 a 16 e oltre fino a 22 e multipli; vedi E.B. Babcock (1947) e coll. "Il genere Crepis")
NOMI LOCALI: radicchiella di Nimes. In tedesco si chiama Griechischer Pippau; in inglese Holy hawksbeard e in francese crépide de Nîmes
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il nome del genere deriva dal greco antico κρηπίς [-ίδος, ἡ], sostantivo femminile con cui si indicava una suola che si legava al piede per mezzo di cinghie; la parola κρηπίς (crepis) significa però anche base, fondamento e sponda, margine, parapetto. Plinio (Naturalis historia, XXI, 16) se ne serve per designare una pianta della quale non fornisce alcuna descrizione; Teofrasto in Historia plantarum (Περὶ Φυτῶν Ιστορίας), utilizza questo termine proprio nel significato di base, fondamento, riferendosi alla radice che penetra profondamente nel terreno. Sébastien Vaillant, che istituisce questo genere, sembra proprio che abbia scelto Crepis col significato di base e fondamento, significato ripreso anche nel termine italiano con cui si designano le "Crepis": radicchielle, dal latino radicŭla, diminutivo di radix cioè "radice".
Il termine specifico "sancta" significa: santo, sacro, consacrato, perché si tratta di specie diffuse in Terrasanta (regione compresa tra il Mar Mediterraneo e il fiume Giordano).
DESCRIZIONE: pianta erbacea annua piuttosto bassa: la sua altezza varia infatti dai 5 ai 30 cm al massimo, tra le Crepis è una delle prime a comparire e una delle più "piccole". Presente già a gennaio e febbraio compare inizialmente con una rosetta basale di foglie di forma spatolata, con i due terzi inferiori dentati o pennatifidi, e il terzo superiore molto slargato e di forma ottagonale. Le foglie hanno tipiche striature biancastre o rossastre come può capitare di vedere anche in altre specie della tribù Cichorieae, sottofamiglia Cichorioideae. Dalla rosetta basale si svilupperanno diversi fusti semplici o ramosi, che porteranno capolini di 2 cm circa di fiori gialli, ligulati. Le brattee involucrali sono disposte in più serie, quelle esterne corte e di forma ovale, quelle interne più lunghe e lanceolate. I frutti sono acheni dotati di pappo, e sono diversi a seconda della zona del ricettacolo in cui si trovano
I caratteri distintivi per le specie del genere Crepis sono:
- le piante non sono bulbose;
- le brattee sono embricate in due serie disuguali (quelle esterne sono più corte);
- gli acheni all'apice si assottigliano in un becco;
- gli acheni sono dimorfici;
- il pappo è bianco con peli flessibili e tenaci.
(Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960).
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: è piccola e precoce. Si trova già a gennaio e a febbraio è già fiorita. Le foglie della rosetta basale hanno la forma di una spatola e spesso sono striate di bianco.
DOVE CRESCE: incolti, prati, a margine di strade e sentieri, nelle intercapedini dei marciapiedi, facile da trovare anche in molti ambienti urbani. Cresce fino ai 1000 m s.l.m.
COSA SI UTILIZZA: foglie della rosetta basale e infiorescenze
QUANDO SI RACCOGLIE: da gennaio a marzo
PRINCIPI ATTIVI: ricca di carboidrati (9,99%), minerali principalmente K, Ca e Na (2,74%), proteine (1,04%) e lipidi (0,69%). Tra i principi attivi si riscontrano acidi fenolici come derivati dell'acido caffeico, ferulico e chinico essendo il principale costituente fenolico acido cicorico. Queste sostanze hanno mostrato attività antiossidante nei test DPPH, ABTS e FRAP e hanno inibito la produzione di ossido nitrico (NO) indotta da LPS (IC50 = 0,428 ± 0,007 mg/mL) senza citotossicità a tutte le concentrazioni testate (Ethnobotany, Phytochemistry, Biological, and Nutritional Properties of Genus Crepis—A Review
Natale Badalamenti, Francesco Sottile, and Maurizio Bruno).
Non solo, Crepis sancta si è dimostrata un ottimo rimedio naturale per il trattamento dell'ulcera gastrica. Infatti nello studio "In vivo antiulcer activity, phytochemical exploration, and molecular modelling of the polyphenolic-rich fraction of Crepis sancta extract
Sherif S Ebada et al. Inflammopharmacology. 2020 Feb. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31482260/ "
è stata fatta un'indagine fitochimica approfondita che ha portato all'identificazione di due sesquiterpenoidi di tipo eudesmane: l'acido 3-osso-γ-costico e il suo estere metilico insieme con sette diversi flavonoli metossilati come componenti principali. Con l'estratto di Crepis sancta è stato fatto uno studio antiulcera in vivo a tre diverse dosi (50, 100 e 200 mg/kg), rispetto all'omeprazolo (20 mg/kg). Questo studio ha rivelato che l'estratto testato, alle dosi medie e più alte, presentava attività comparabili o addirittura superiori rispetto all'omeprazolo come dedotto dall'esame istopatologico, in particolare per quanto riguarda la riduzione dell'infiltrazione delle cellule infiammatorie e la cessazione dell'emorragia della mucosa.
PROPRIETÀ: antiossidanti e antinfiammatorie
INDICAZIONI: l'unica indicazione specifica è per l'ulcera gastrica. È un'ottima erba primaverile da introdurre nella propria dieta per sfruttarne a pieno le proprietà
ATTENZIONE: non sono segnalate reazioni allergiche e dosi tossiche
UTILIZZO CULINARIO: la rosetta basale è piacevolmente amara ed è ottima sia cruda che cotta, da sola o con altre erbe. Le infiorescenze sono dolcissime.
UTILIZZO ESTERNO: nessuno
UTILIZZO INTERNO: nessuno specifico
COME SI CONSERVA: non si essicca, volendo si potrebbe scottare e conservare congelata ma il mio consiglio è mangiarla fresca quando c'è
FALSE FRIENDS: Nella flora italiana sono presenti due subsp.:
- Crepis sancta subsp. nemausensis (P. Fourn.) Babc.
-Crepis sancta (L.) Bornm. subsp. sancta
Potrebbe essere confusa anche con la Capsella bursa pastoris o con altre Crepis. La confusione comunque è assolutamente priva di conseguenze.
CURIOSITÀ: le Crepis nel XVIII sec. venivano coltivate solo per scopi ornamentali nei "Giardini di lusso" e nessuno si sognava di mangiarle 🤭
Sono stati fatti diversi studi sulla capacità di adattamento di Crepis sancta alle aree urbane, ad esempio: Effects of fragmentation on plant adaptation to urban environments
Jonathan Dubois et al. Philos Trans R Soc Lond B Biol Sci. 2017. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27920383/
e Rapid evolution of seed dispersal in an urban environment in the weed Crepis sancta
P.-O. Cheptou pierre-olivier.cheptou@cefe.cnrs.fr, O. Carrue, S. Rouifed, and A. CantarelAuthors Info & Affiliations e Pollination processes and the Allee effect in highly fragmented populations: consequences for the mating system in urban environments
Pierre-Olivier Cheptou et al. New Phytol. 2006.
L'ambiente urbano è stato utilizzato per studiare il sistema riproduttivo delle piante, nonché i potenziali adattamenti delle piante alle condizioni urbane.
Articolo di Cecilia Tanghetti, ©️ Associazione capraecavoli, condividi non copiare.

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