Piattello

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Piattello

Descrizione

Hypochaeris radicata e Hypochaeris glabra
FAMIGLIA: Asteraceae
GENERE: Hypochaeris, i caratteri distintivi per le specie di questo genere sono: il ricettacolo squamoso, provvisto di pagliette; il pappo degli acheni centrali formato da un unico ordine di setole generalmente piumose con rigide pinnule.
NOMI LOCALI: costolina giuncolina, erba porcellina radicata, ipocheride radicata, atazine, barbisa, bernarda, carcateppa, ciapisa lard, ciapussa lard, costole d'asino, costolina radicata, costoline, costolone, erba pestasola, moures poursin, grugnin pursin, ingrassaporci, petaciun, petasciun, petassun, scarnetta, strassasacch, trippa di pecora, ùplisson.
In tedesco si chiama Wiesen-Ferkelkraut; in inglese flatweed o cat's ear; in spagnolo hierba del halcón e in francese porcelle enracinée o salade de porc.
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il nome del genere deriva dal greco ὑπό, ὑπο, latino hypo col significato di sotto, e χοιρός scrofa, in quanto i maiali pare ne apprezzino particolarmente le radici, da cui anche tantissimi nomi volgari come porcelle, erba porcellina, ingrassaporci o grugnin pursin (da Etimologia botanica, di Alexandre de Théis, 1810).
L'epiteto specifico deriva dal latino rādix, radicis = radice, proprio perché è una specie dotata di un robusto rizoma carnoso, ± ramificato contenente latice bianco.
Alcuni termini comuni invece si ricollegano allo stelo fiorale che ricorda vagamente un giunco, come "giuncolina", o alla nervatura centrale della foglia che è particolarmente pronunciata, come "costolina" o "costa d'asino", altri ancora, come "piattello", alla disposizione delle foglie particolarmente appressate al suolo.
DESCRIZIONE: piante erbacee che inizialmente si presentano con una rosetta basale, con foglie decisamente aderenti al suolo, di colore verde brillante, carnose e polimorfe: possono infatti avere lamina spatolata o pennato-lobata o pennatifida o sinuato-dentata con lobi triangolari, quasi glabre o ± peloso-setolose e irsute. Le foglie hanno l'apice arrotondato. Dalla rosetta basale si svilupperanno, poi, diversi scapi fiorali afilli (senza foglie) eretti, glauchi e glabri, verdi, semplici o scarsamente ramosi in alto, un po' ingrossati all'apice in prossimità dei capolini. I capolini hanno un diametro di 2-4 cm, con involucro cilindrico di 30-35 squame (brattee) embricate, generalmente glabre, scariose sui bordi, cioè di consistenza membranosa e di aspetto translucido. I fiori sono tutti ligulati giallo brillante, i periferici a volte rossicci esternamente, il periodo di fioritura è aprile e maggio. Il frutto è un achenio bruno, con forme da cilindriche a fusiformi, sono dimorfici (con due forme diverse). Gli acheni interni hanno un becco (assente negli esterni). Il pappo è marroncino formato da due serie di setole piumose.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: hanno foglie di un bel verde brillante, carnose, che formano una rosetta rasente il terreno, sono attraversate nel centro da una nervatura evidente che si inarca facilmente con acqua fredda. Secernono un lattice biancastro che immediatamente si ossida e diventa scuro.
DOVE CRESCE: in Italia questa specie si trova su tutto il territorio con alcune discontinuità (Hypochaeris radicata è più rara al Nord ad esempio e più comune al Sud). Sono specie che amano molto le zone soleggiate, le trovate infatti nei prati, negli incolti, lungo i bordi stradali, dagli 0 ai 1500 m s.l.m.
COSA SI UTILIZZA: foglie e steli fiorali
QUANDO SI RACCOGLIE: in primavera.
PRINCIPI ATTIVI: con le analisi chimiche sono stati rilevati 12 diversi acidi fenolici. Tra questi, l'acido chinico, l'acido clorogenico e l'acido caffeico sono i più abbondanti. Sono stati rilevati sette flavonoidi, tra questi, rutina, apigetrina e isoquercitrina sono i principali. È stata dimostrata, con diversi studi, una notevole azione antiossidante, soprattutto gli acidi fenolici sono noti per le loro attività antiossidanti (Shahidi e Wansundeara, 1992) e sono molto importanti costituenti vegetali per la loro capacità scavanger (di fare pulizia) dovuta alla presenza di gruppi ossidrilici (Hatano et al., 1989).
PROPRIETÀ: antiossidanti, antibatteriche, chelanti, depurative, colagoghe, digestive, amaricanti, toniche. In medicina popolare questa pianta era utilizzata in particolare come antidiabetico (P. M. Guarrera).
Un’importante ricerca pubblicata su Journal of Applied Pharmaceutical Science, Screening of in vitro antioxidant activity of methanolic leaf and root extracts of Hypochaeris radicata L. (Asteraceae) Jamuna, S., S. Paulsamy and K. Karthika, ha dimostrato come gli estratti metanolici delle foglie e delle radici di questa specie possiedono significative attività antiossidanti e chelanti. Anche in Phenolic Compounds from An Algerian Endemic Species of Hypochaeris laevigata var. hipponensis and Investigation of Antioxidant Activities
Nabila Souilah et al. Plants (Basel). 2020.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32316200/
È stata dimostrata la notevole azione antiossidante di questa specie.
Lo studio "Vivo Study on Analgesic, Muscle-Relaxant, Sedative Activity of Extracts of Hypochaeris radicata and In Silico Evaluation of Certain Compounds Present in This Species
Tareq Abu-Izneid et al. Biomed Res Int. 2018."
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29992141/ ha fornito una motivazione farmacologica per gli usi tradizionali della pianta come rimedio analgesico e antinfiammatorio. L'estratto di H. radicata ha mostrato un significativo effetto analgesico nel modello in vivo di algesia periferica. Queste sostanze fitochimiche attive hanno anche mostrato una promettente interazione con COX-1 e COX-2.
INDICAZIONI: nella medicina popolare, sono usate per curare l'ittero, la dispepsia, la stitichezza, i reumatismi, l'iperglicemia e i problemi renali.
ATTENZIONE: in condizioni di siccità H. radicata, soprattutto, elabora neurotossine in risposta allo stress. Nello studio Cytotoxic activity of extracts from Hypochaeris radicata
R J MacKay et al. Toxicon. 2013 Aug. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23665449/ una neurotossina lattone sesquiterpenica è stata indicata come causa di una malattia equina acquisita caratterizzata da neuropatia periferica e iperflessione degli arti pelvici che si verifica più comunemente durante i periodi di siccità nei cavalli che pascolano in prati in cui è presente Hypochaeris radicata.
Gli studi su questo fenomeno sono parecchi e sono parecchie le specie vegetali che producono tossine in caso di siccità. Anche nello studio "Lignans and sesquiterpene lactones from Hypochaeris radicata subsp. neapolitana (Asteraceae, Cichorieae)
Oleksandr Shulha et al. Phytochemistry. 2019 Sep."
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31203102/
i composti 4-(3,4-diidrossibenzil)-2-(3,4-diidrossifenil)tetraidrofuran-3-carbossi-O-β-D-glucopiranoside, ipocoeroside C, ipocoeroside D e acido ipocoerosidico D sono stati quantificati in piante stressate dalla siccità utilizzando HPLC-DAD.
Purtroppo dato che con il cambiamento climatico la vera emergenza sarà quella idrica, bisogna tenere conto delle parecchie piante che producono tossine in risposta allo stress da siccità.
UTILIZZO CULINARIO: le giovani rosette vengono spesso consumate sia cotte che crude e le radici possono essere tostate e utilizzate come surrogato del caffè. Possono essere consumate da sole, perché sono poco amare e hanno un'ottima consistenza, oppure possono essere aggiunte alla misticanza cotta o cruda per contrastare l'amaro delle altre erbe spontanee. Sono alcune delle erbette fondamentali del misto cotto ligure "Preboggion" che viene utilizzato nei ripieni, specie dei Pansoti. Ma sono veramente eccezionali anche nelle frittate, nei polpettoni, nelle minestre, nei risotti oppure in vellutate. Ogni volta che vorreste utilizzare gli spinaci provate a sostituirli con un'Hypochaeris, non ve ne pentirete!
Nello studio "The Effect of Blanching on Phytochemical Content and Bioactivity of Hypochaeris and Hyoseris Species (Asteraceae), Vegetables Traditionally Used in Southern Italy
Vincenzo Sicari et al. Foods. 2020."
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33374396/ è stato valutato l'impatto della scottatura sul contenuto fitochimico e sulla bioattività di Hypochaeris laevigata, Hyoseris radicata, Hyoseris radiata e Hyoseris lucida subsp. le foglie sono state studiate e confrontate con materiali vegetali freschi e acqua di scottatura residua. A tale scopo, sono stati quantificati i contenuti totali di fenoli, flavonoidi, carotenoidi e clorofilla. L'effetto antiossidante è stato studiato utilizzando diversi test in vitro, mentre la potenziale attività inibitoria degli enzimi chiave legati all'obesità è stata vagliata contro lipasi, α-amilasi e α-glucosidasi. Lo studio ha dimostrato che l'acqua di scottatura dovrebbe essere riutilizzata nella preparazione del cibo poiché è una buona fonte di composti bioattivi e il suo consumo dovrebbe essere raccomandato per aumentare l'assorbimento di micronutrienti.
UTILIZZO ESTERNO: nessuno in particolare
UTILIZZO INTERNO: in medicina popolare veniva indicato di bere l'infuso fatto con 2 g di foglie fresche ogni 100 ml di acqua la mattina a digiuno, come depurativo e come infuso per abbassare la glicemia (Da "Usi e tradizioni della flora italiana" di P. M. Guarrera).
COME SI CONSERVA: è preferibile utilizzarla fresca
FALSE FRIENDS: per distinguere Hypochaeris radicata da Hypochaeris glabra, ricordate che Hypochaeris radicata ha un ciclo biologico perenne, Hypochaeris glabra è invece annuale; il diametro dei capolini in Hypochaeris radicata arriva fino a 40 mm e il pappo degli acheni esterni è formato da setole scabre. Hypochaeris glabra ha uno scapo di color verde non glauco, sensibilmente rigonfio sotto i capolini; foglie più sottili, bislungo-spatolate, con denti ottusi, generalmente glabre; fiori lunghi ± quanto l'involucro, giallo pallidi; acheni periferici senza becco.
Un genere che può essere confuso con Hypochaeris è Leontodon, anche perché la differenza più significativa non è molto visibile: il ricettacolo di quest'ultimo genere è privo di pagliette interne. Le confusioni sono assolutamente prive di conseguenze dato che sono tutte commestibili.
CURIOSITÀ: è possibile trovare delle galle sui fusti delle Hypochaeris causate dalla larva del cinipide Phanacis hypochoeridis.
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