Lamio purpureo
Contenuto
Titolo
Lamio purpureo
Descrizione
Lamium purpureum
FAMIGLIA: Lamiaceae
GENERE: Lamium
NOMI LOCALI: lamio rosso, falsa ortica purpurea, besia salvadega, cicia bossì, cicialatte, ciollet, ciciabè, ciciamel, ciucet, dolcimele, lacion, marrobio, mentaster salvadegh, ortica che non punge, ortiga falsa, urtia fola, urtia mata, urtia morta, urtia muta, urtiga smesdga, urtije muarte, urtije salvadie. In tedesco si chiama Purpurrote Taubnessel; in inglese Red Deadnettle; in spagnolo Ortiga muerta purpúrea e in francese Lamier pourpre
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: in Naturalis historia Plinio il Vecchio indica l'etimologia di Lamium dal vocabolo greco λάρυγξ [-γγος, ἡ], λαιμός [ὁ] "laimos" che significa "fauci" in riferimento alla forma del fiore. L'epiteto specifico "purpureum" deriva dal latino e significa "rosso" e fa riferimento al colore dei fiori e delle foglie apicali. Tantissimi nomi comuni sono legati invece alla somiglianza di questa pianta con l'ortica, questa "imitazione" dell'ortica è un esempio di mimetismo Batesiano, che si manifesta anche nelle piante. Il mimetismo Batesiano è un tipo di mimetismo in cui una specie innocua scoraggia i predatori mimando le caratteristiche di una specie tossica (o irritante, come in questo caso) che non è gradita dai predatori, per sfuggire alla loro attenzione e non essere mangiata! In questo caso il lamio imita l'ortica, ecco spiegati i nomi "falsa ortica" oppure, ortica che non punge, ortiga falsa, urtia fola, urtia mata, urtia morta, urtia muta, urtiga smesdga, urtije muarte, urtije salvadie e ancora, il nome inglese, dead nettle. Altri nomi invece sono legati alla particolare dolcezza dei fiori, come, cicia bossì, cicialatte, ciollet, ciciabè, ciciamel, ciucet, dolcimele.
DESCRIZIONE: è una pianta erbacea annua, ed è uno dei primi Lamium a comparire nei prati. È molto piccolo, di solito è alto 10 cm, raramente 20 cm, il fusto è a sezione quadrangolare e nudo per buona parte dei terzo inferiore, a volte a circa metà del caule sono presenti delle foglie. Le foglie sono tutte picciolate, peloso-pubescenti, opposte e decussate, a lamina cuoriforme, col margine irregolarmente dentato-crenulato; le superiori spesso violaceo-purpuree e appressate. Tutta la pianta se viene strofinata emana un odore forte e piuttosto sgradevole di muffa. Fiorisce da febbraio a ottobre. La corolla è bilabiata purpureo-violacea col labbro superiore intero e il labbro inferiore con due lobi laterali minuti, lineari e il lobo mediano con macchie scure. Gli stami sono didinami, cioè 4, due corti e due lunghi. Lo stilo è semplice con stimma bifido. Il frutto è un tetrachenio.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: cresce formando dei gruppetti, è piccola, il fusto è quadrangolare, le foglie sono picciolate e cuoriformi con bordo dentellato, si addensano nella parte superiore del fusto, sono rossastre e i fiori sono bilabiati.
DOVE CRESCE: è molto diffusa in tutta Italia, anche se è più frequente al Nord che al Sud, cresce in ambienti ruderali, nei giardini, in vigne e coltivi, ai margini di viottoli e muretti, nelle discariche, su suoli sabbioso-argillosi abbastanza freschi ma subaridi d'estate, ricchi in composti azotati ma poveri in calcio e humus, dal livello del mare alla fascia montana inferiore.
COSA SI UTILIZZA: i fiori crudi, mentre foglie e gambo cotti
QUANDO SI RACCOGLIE: il periodo migliore è marzo
PRINCIPI ATTIVI: acidi idrossicinnamici, iridoidi, secoiridoidi, flavonoidi, antociani, fenilpropanoidi, fitoecdisteroidi, benzossazinoidi, betaina.
Lamium purpureum è ricco anche di un particolare carboidrato: manninotriosio (Manninotriose is a major carbohydrate in red deadnettle, Lamium purpureum, Lamiaceae.
Raquel dos Santos et al. Ann Bot. 2013 Mar.).
PROPRIETÀ: antiossidanti, antimicrobiche, antivirali, antinfiammatorie, antinocicettive, e citoprotettive. Nella medicina popolare è sempre stata usata come antispasmodica, astringente, antinfiammatoria, antivirale, regolatrice delle secrezioni sebacee e per il trattamento di ipertensione, menorragia, emorragia uterina, leucorrea, traumi, fratture (Yalcin F.N., Kaya D. Ethnobotany, pharmacology and phytochemistry of the genus Lamium (lamiaceae) FABAD J. Pharm. Sci. 2006).
INDICAZIONI: nella review "Lamium Plants—A Comprehensive Review on Health Benefits and Biological Activities
Bahare Salehi, Lorene Armstrong, [...], and Javad Sharifi-Rad https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6571824/ " si è fatta chiarezza con prove in vitro e in vivo sulle effettive proprietà di Lamium purpureum. È stata ampiamente dimostrata in vitro la sua attività antiossidante, che è stata messa in correlazione con la quantità di fenoli totali, vedi Bubueanu C., Gheorghe C., Pirvu L., Bubueanu G. Antioxidant activity of butanolic extracts of Romanian native species—Lamium album and Lamium purpureum. Rom. Biotechnol. Lett. 2013.
È stata inoltre dimostrata l'attività antivirale, questa capacità è stata messa in correlazione con la presenza di iridoidi e secoiridoidi. Lamium purpureum ha manifestato una significativa inibizione del virus dell'epatite C HCV; ha anche mostrato attività antimicrobiche interessanti contro l'infezione da Candida e Cryptococcus.
Sicuramente ha anche un effetto anti-infiammatorio e antinocicettivo perché i suoi estratti sono stati in grado di inibire l'attività della lipossigenasi, che nell'uomo, catalizza la trasformazione dell’acido arachidonico in 5-idroperossilicosatetraenoato, sostanza precursore dei leucotrieni. In vivo la sua attività anti-infiammatoria è stata provata nei pazienti con reumatismo articolare acuto.
Un altro effetto interessantissimo è quello antitirosinasi. La tirosinasi è un enzima chiave nella biosintesi della melanina, infatti catalizza le prime due fasi principali della melanogenesi. La sovrapproduzione di melanina può provocare vari disturbi di iperpigmentazione tra cui macchie senili. Pertanto questa sua attività sembra molto interessante per ridurre le antiestetiche macchie.
ATTENZIONE: non sono segnalate dosi tossiche. In alcuni siti viene segnalato che Lamium purpureum avrebbe sostanze tossiche non meglio specificate, ma in letteratura medica non è presente niente di tutto ciò (riporto anche questo studio: Haemostatic activity of butanolic extracts of Lamium album and Lamium purpureum aerial parts
Corina Bubueanu et al. Acta Pharm. 2019). Quindi Lamium purpureum è assolutamente sicuro. Anche l'ipotetica genotossicità del verbascoside è stata completamente esclusa da un recente studio: Perucatti A., Genualdo V., Pauciullo A., Iorio C., Incarnato D., Rossetti C., Vizzarri F., Palazzo M., Casamassima D., Iannuzzi L., et al. Cytogenetic tests reveal no toxicity in lymphocytes of rabbit (Oryctolagus cuniculus, 2n = 44) feed in presence of verbascoside and/or lycopene. Food Chem. Toxicol. 2018. Questo studio dimostra chiaramente che le diete ricche di verbascoside non danno luogo ad alcuna attività mutagena.
UTILIZZO CULINARIO: i fiori si mangiano preferibilmente crudi e sono dolcissimi. Il resto della pianta è invece immangiabile da cruda perché se provate vi sembrerà di avere in bocca la "buccia" del kiwi 🤭, cotta invece diventa molto buona. Pur essendo commestibile non è così diffuso il suo uso in Italia, forse per l'odore non proprio gradevole, la troviamo citata infatti solo tra gli ingredienti del "pistic" friulano e nella minestrella di Gallicano in Garfagnana, quindi solo in zuppe e mischiata ad altre erbe. In Giappone è una delle sette erbe primaverili del tradizionale porridge di riso. Vi lascio la ricetta di Laura Re delle polpette di Lamio: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=8952402564831340&id=100001850568991 frullare una mozzarella, un uovo, 50 g di pane, una manciata di Parmigiano reggiano grattugiato, sale, pepe, olio evo. Aggiungere una manciata generosa di foglie e fiori di Lamium. Fate delle polpette, passarle nel pangrattato e friggerle.
UTILIZZO ESTERNO: in commercio si trovano prodotti a base di foglie e fiori essiccati di Lamium purpureum e L. album in quanto sono annoverate tra le piante dermatologiche con attività antinfiammatoria. Questa piante in passato erano anche utilizzate per facilitare la guarigione delle ferite. La proliferazione dei fibroblasti cutanei è considerata la fase iniziale più importante della riparazione tissutale. Così Paduch R., Wójciak-Kosior M., Matysik G. Investigation of biological activity of lamii albi flos extracts. J. Ethnopharmacol. 2007 hanno analizzato l'attività degli estratti vegetali di Lamium sulla proliferazione e la vitalità dei fibroblasti della pelle umana (HSF) dimostrandone l'effettiva efficacia.
Avendo anche un' attività antitirosinasi è utile anche per ridurre le macchie della pelle (per il corso di domenica di cosmesi Emanuela Sola vi sta preparando due cose speciali!)
UTILIZZO INTERNO: potete fare un infuso con 2,5 g di Lamium purpureum essiccato ogni 100 ml di acqua per sfruttarne le proprietà, anche se io, più che l'infuso, vi consiglio di aggiungerlo fresco ai vostri piatti.
COME SI CONSERVA: si raccoglie durante il periodo balsamico, che è febbraio e marzo, e si essicca all'ombra: si essicca tutta la pianta gambo compreso, foglie e fiori. Una volta secco si conserva in vasi di vetro.
FALSE FRIENDS: in Italia esistono circa una trentina di Lamio, tutti sovrapponibili per utilizzi e proprietà quindi la confusione tra specie è priva di conseguenze. I più facili da incontrare sono Lamium album che è molto alto (30/60 cm), ha fiori bianchi che fioriscono tra aprile e agosto.
Lamium galeobdolon anch'esso molto alto (può arrivare ai 70 cm), foglie molto scure e fiore giallo brillante, fiorisce da maggio ad agosto.
Lamium maculatum che è alto tra 20 e 50 cm ha fiori o bianchi o rosa e si trova fiorito da marzo fino a dicembre. Si distingue perché spesso ha foglie solcate da una macchia bianca lungo la nervatura mediana.
Lamium orvala che è veramente molto grande sia per altezza che per diametro delle foglie e lunghezza dei fiori. I fiori sono color amaranto e fiorisce da aprile a giugno.
Lamium amplexicaule, come dice il nome, ha foglie opposte e sessili (abbraccianti il fusto) a lamina reniforme e questo permette di distinguerlo facilmente. I fiori sono rosa/viola e si trova fiorito da marzo.
CURIOSITÀ: le Lamiaceae nella classificazione precedente venivano chiamate Labiate proprio per la presenza del caratteristico fiore labiato o bilabiato. Nella nuova classificazione invece si è preferito chiamare la famiglia con il genere più rappresentativo della stessa, i Lamium, appunto.
Il lamio rosso è anche un'ottima erba da fumare. Una volta essiccata potete aggiungerla un po' nel tabacco con cui vi fate le sigarette, il sapore risulterà molto più "morbido".
Articolo di Cecilia Tanghetti ©️ Associazione capraecavoli, condividi non copiare, grazie.
FAMIGLIA: Lamiaceae
GENERE: Lamium
NOMI LOCALI: lamio rosso, falsa ortica purpurea, besia salvadega, cicia bossì, cicialatte, ciollet, ciciabè, ciciamel, ciucet, dolcimele, lacion, marrobio, mentaster salvadegh, ortica che non punge, ortiga falsa, urtia fola, urtia mata, urtia morta, urtia muta, urtiga smesdga, urtije muarte, urtije salvadie. In tedesco si chiama Purpurrote Taubnessel; in inglese Red Deadnettle; in spagnolo Ortiga muerta purpúrea e in francese Lamier pourpre
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: in Naturalis historia Plinio il Vecchio indica l'etimologia di Lamium dal vocabolo greco λάρυγξ [-γγος, ἡ], λαιμός [ὁ] "laimos" che significa "fauci" in riferimento alla forma del fiore. L'epiteto specifico "purpureum" deriva dal latino e significa "rosso" e fa riferimento al colore dei fiori e delle foglie apicali. Tantissimi nomi comuni sono legati invece alla somiglianza di questa pianta con l'ortica, questa "imitazione" dell'ortica è un esempio di mimetismo Batesiano, che si manifesta anche nelle piante. Il mimetismo Batesiano è un tipo di mimetismo in cui una specie innocua scoraggia i predatori mimando le caratteristiche di una specie tossica (o irritante, come in questo caso) che non è gradita dai predatori, per sfuggire alla loro attenzione e non essere mangiata! In questo caso il lamio imita l'ortica, ecco spiegati i nomi "falsa ortica" oppure, ortica che non punge, ortiga falsa, urtia fola, urtia mata, urtia morta, urtia muta, urtiga smesdga, urtije muarte, urtije salvadie e ancora, il nome inglese, dead nettle. Altri nomi invece sono legati alla particolare dolcezza dei fiori, come, cicia bossì, cicialatte, ciollet, ciciabè, ciciamel, ciucet, dolcimele.
DESCRIZIONE: è una pianta erbacea annua, ed è uno dei primi Lamium a comparire nei prati. È molto piccolo, di solito è alto 10 cm, raramente 20 cm, il fusto è a sezione quadrangolare e nudo per buona parte dei terzo inferiore, a volte a circa metà del caule sono presenti delle foglie. Le foglie sono tutte picciolate, peloso-pubescenti, opposte e decussate, a lamina cuoriforme, col margine irregolarmente dentato-crenulato; le superiori spesso violaceo-purpuree e appressate. Tutta la pianta se viene strofinata emana un odore forte e piuttosto sgradevole di muffa. Fiorisce da febbraio a ottobre. La corolla è bilabiata purpureo-violacea col labbro superiore intero e il labbro inferiore con due lobi laterali minuti, lineari e il lobo mediano con macchie scure. Gli stami sono didinami, cioè 4, due corti e due lunghi. Lo stilo è semplice con stimma bifido. Il frutto è un tetrachenio.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: cresce formando dei gruppetti, è piccola, il fusto è quadrangolare, le foglie sono picciolate e cuoriformi con bordo dentellato, si addensano nella parte superiore del fusto, sono rossastre e i fiori sono bilabiati.
DOVE CRESCE: è molto diffusa in tutta Italia, anche se è più frequente al Nord che al Sud, cresce in ambienti ruderali, nei giardini, in vigne e coltivi, ai margini di viottoli e muretti, nelle discariche, su suoli sabbioso-argillosi abbastanza freschi ma subaridi d'estate, ricchi in composti azotati ma poveri in calcio e humus, dal livello del mare alla fascia montana inferiore.
COSA SI UTILIZZA: i fiori crudi, mentre foglie e gambo cotti
QUANDO SI RACCOGLIE: il periodo migliore è marzo
PRINCIPI ATTIVI: acidi idrossicinnamici, iridoidi, secoiridoidi, flavonoidi, antociani, fenilpropanoidi, fitoecdisteroidi, benzossazinoidi, betaina.
Lamium purpureum è ricco anche di un particolare carboidrato: manninotriosio (Manninotriose is a major carbohydrate in red deadnettle, Lamium purpureum, Lamiaceae.
Raquel dos Santos et al. Ann Bot. 2013 Mar.).
PROPRIETÀ: antiossidanti, antimicrobiche, antivirali, antinfiammatorie, antinocicettive, e citoprotettive. Nella medicina popolare è sempre stata usata come antispasmodica, astringente, antinfiammatoria, antivirale, regolatrice delle secrezioni sebacee e per il trattamento di ipertensione, menorragia, emorragia uterina, leucorrea, traumi, fratture (Yalcin F.N., Kaya D. Ethnobotany, pharmacology and phytochemistry of the genus Lamium (lamiaceae) FABAD J. Pharm. Sci. 2006).
INDICAZIONI: nella review "Lamium Plants—A Comprehensive Review on Health Benefits and Biological Activities
Bahare Salehi, Lorene Armstrong, [...], and Javad Sharifi-Rad https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6571824/ " si è fatta chiarezza con prove in vitro e in vivo sulle effettive proprietà di Lamium purpureum. È stata ampiamente dimostrata in vitro la sua attività antiossidante, che è stata messa in correlazione con la quantità di fenoli totali, vedi Bubueanu C., Gheorghe C., Pirvu L., Bubueanu G. Antioxidant activity of butanolic extracts of Romanian native species—Lamium album and Lamium purpureum. Rom. Biotechnol. Lett. 2013.
È stata inoltre dimostrata l'attività antivirale, questa capacità è stata messa in correlazione con la presenza di iridoidi e secoiridoidi. Lamium purpureum ha manifestato una significativa inibizione del virus dell'epatite C HCV; ha anche mostrato attività antimicrobiche interessanti contro l'infezione da Candida e Cryptococcus.
Sicuramente ha anche un effetto anti-infiammatorio e antinocicettivo perché i suoi estratti sono stati in grado di inibire l'attività della lipossigenasi, che nell'uomo, catalizza la trasformazione dell’acido arachidonico in 5-idroperossilicosatetraenoato, sostanza precursore dei leucotrieni. In vivo la sua attività anti-infiammatoria è stata provata nei pazienti con reumatismo articolare acuto.
Un altro effetto interessantissimo è quello antitirosinasi. La tirosinasi è un enzima chiave nella biosintesi della melanina, infatti catalizza le prime due fasi principali della melanogenesi. La sovrapproduzione di melanina può provocare vari disturbi di iperpigmentazione tra cui macchie senili. Pertanto questa sua attività sembra molto interessante per ridurre le antiestetiche macchie.
ATTENZIONE: non sono segnalate dosi tossiche. In alcuni siti viene segnalato che Lamium purpureum avrebbe sostanze tossiche non meglio specificate, ma in letteratura medica non è presente niente di tutto ciò (riporto anche questo studio: Haemostatic activity of butanolic extracts of Lamium album and Lamium purpureum aerial parts
Corina Bubueanu et al. Acta Pharm. 2019). Quindi Lamium purpureum è assolutamente sicuro. Anche l'ipotetica genotossicità del verbascoside è stata completamente esclusa da un recente studio: Perucatti A., Genualdo V., Pauciullo A., Iorio C., Incarnato D., Rossetti C., Vizzarri F., Palazzo M., Casamassima D., Iannuzzi L., et al. Cytogenetic tests reveal no toxicity in lymphocytes of rabbit (Oryctolagus cuniculus, 2n = 44) feed in presence of verbascoside and/or lycopene. Food Chem. Toxicol. 2018. Questo studio dimostra chiaramente che le diete ricche di verbascoside non danno luogo ad alcuna attività mutagena.
UTILIZZO CULINARIO: i fiori si mangiano preferibilmente crudi e sono dolcissimi. Il resto della pianta è invece immangiabile da cruda perché se provate vi sembrerà di avere in bocca la "buccia" del kiwi 🤭, cotta invece diventa molto buona. Pur essendo commestibile non è così diffuso il suo uso in Italia, forse per l'odore non proprio gradevole, la troviamo citata infatti solo tra gli ingredienti del "pistic" friulano e nella minestrella di Gallicano in Garfagnana, quindi solo in zuppe e mischiata ad altre erbe. In Giappone è una delle sette erbe primaverili del tradizionale porridge di riso. Vi lascio la ricetta di Laura Re delle polpette di Lamio: https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=8952402564831340&id=100001850568991 frullare una mozzarella, un uovo, 50 g di pane, una manciata di Parmigiano reggiano grattugiato, sale, pepe, olio evo. Aggiungere una manciata generosa di foglie e fiori di Lamium. Fate delle polpette, passarle nel pangrattato e friggerle.
UTILIZZO ESTERNO: in commercio si trovano prodotti a base di foglie e fiori essiccati di Lamium purpureum e L. album in quanto sono annoverate tra le piante dermatologiche con attività antinfiammatoria. Questa piante in passato erano anche utilizzate per facilitare la guarigione delle ferite. La proliferazione dei fibroblasti cutanei è considerata la fase iniziale più importante della riparazione tissutale. Così Paduch R., Wójciak-Kosior M., Matysik G. Investigation of biological activity of lamii albi flos extracts. J. Ethnopharmacol. 2007 hanno analizzato l'attività degli estratti vegetali di Lamium sulla proliferazione e la vitalità dei fibroblasti della pelle umana (HSF) dimostrandone l'effettiva efficacia.
Avendo anche un' attività antitirosinasi è utile anche per ridurre le macchie della pelle (per il corso di domenica di cosmesi Emanuela Sola vi sta preparando due cose speciali!)
UTILIZZO INTERNO: potete fare un infuso con 2,5 g di Lamium purpureum essiccato ogni 100 ml di acqua per sfruttarne le proprietà, anche se io, più che l'infuso, vi consiglio di aggiungerlo fresco ai vostri piatti.
COME SI CONSERVA: si raccoglie durante il periodo balsamico, che è febbraio e marzo, e si essicca all'ombra: si essicca tutta la pianta gambo compreso, foglie e fiori. Una volta secco si conserva in vasi di vetro.
FALSE FRIENDS: in Italia esistono circa una trentina di Lamio, tutti sovrapponibili per utilizzi e proprietà quindi la confusione tra specie è priva di conseguenze. I più facili da incontrare sono Lamium album che è molto alto (30/60 cm), ha fiori bianchi che fioriscono tra aprile e agosto.
Lamium galeobdolon anch'esso molto alto (può arrivare ai 70 cm), foglie molto scure e fiore giallo brillante, fiorisce da maggio ad agosto.
Lamium maculatum che è alto tra 20 e 50 cm ha fiori o bianchi o rosa e si trova fiorito da marzo fino a dicembre. Si distingue perché spesso ha foglie solcate da una macchia bianca lungo la nervatura mediana.
Lamium orvala che è veramente molto grande sia per altezza che per diametro delle foglie e lunghezza dei fiori. I fiori sono color amaranto e fiorisce da aprile a giugno.
Lamium amplexicaule, come dice il nome, ha foglie opposte e sessili (abbraccianti il fusto) a lamina reniforme e questo permette di distinguerlo facilmente. I fiori sono rosa/viola e si trova fiorito da marzo.
CURIOSITÀ: le Lamiaceae nella classificazione precedente venivano chiamate Labiate proprio per la presenza del caratteristico fiore labiato o bilabiato. Nella nuova classificazione invece si è preferito chiamare la famiglia con il genere più rappresentativo della stessa, i Lamium, appunto.
Il lamio rosso è anche un'ottima erba da fumare. Una volta essiccata potete aggiungerla un po' nel tabacco con cui vi fate le sigarette, il sapore risulterà molto più "morbido".
Articolo di Cecilia Tanghetti ©️ Associazione capraecavoli, condividi non copiare, grazie.