Oleoliti: come farli
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Oleoliti: come farli
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L'oleolito è un macerato oleoso di una pianta fresca o essiccata: molto semplicemente, alcune parti di una pianta vengono fatte macerare nell'olio per un tot di tempo, perché in questo modo si possono estrarre le sostanze chimiche liposolubili presenti nell'erba o nel fiore.
POSSO FARE L'OLEOLITO CON QUALSIASI PIANTA?
No. L'oleolito si fa con piante che hanno fitocomplessi liposolubili facilmente estraibili con questo metodo casalingo, e che abbiano fitocomplessi che oltre ad essere liposolubili abbiano anche proprietà comprovate. I fitocomplessi liposolubili sono: le vitamine E, D, A, K; i carotenoidi; la clorofilla; i trigliceridi; gli steroli; le cere; le saponine, gli oli essenziali, il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD).
Le piante più utilizzate per gli oleoliti sono: iperico, calendula, elicriso, camomilla, rosmarino, achillea, rosa, arnica, lavanda, margherite e margheritine. Poi ci sono piante come la malva, che pur avendo soprattutto fitocomplessi idrosolubili ha anche una minoranza di fitocomplessi liposolubili, molto efficaci e facilmente estraibili quindi ha senso fare l'oleolito di malva. Ancora, ad esempio l'acido rosmarinico contenuto in tantissime Lamiaceae, è un acido polifenolico, e pur rientrando nei fitocomplessi idrosolubili è lipofilo. Quindi se i fitocomplessi sono formati da amminoacidi con la catena idrofoba pur essendo idrosolubili sono estraibili anche in olio. Ogni pianta va valutata partendo dalla sua analisi chimica.
FRESCHI O SECCHI?
Gli oleoliti si possono fare sia con piante fresche che secche. Esistono solo tre piante che vanno assolutamente usate solo fresche: iperico, elicriso e ciclamino.
Se i fiori e le foglie vengono utilizzati secchi l'oleolito verrà poi messo a macerare al buio, quindi si seccano precedentemente le parti della pianta da utilizzare in maniera tale che l'acqua contenuta in esse, non faccia ammuffire e marcire il tutto.
Invece in estate, e con alcuni fiori, si può anche utilizzare la pianta fresca (che contiene acqua), perché poi l'oleolito verrà lasciato al sole e questo impedisce che marcisca o ammuffisca.
Con alcuni fiori come pratolina o buddleja invece il consiglio è utilizzarli semisecchi: cosa significa? Semplicemente seccare brevemente per 24 ore in modo da fare perdere loro parte dell'acqua e poi procedere come per l'oleolito fatto da fiori freschi e cioè ponendoli al sole. In generale anche con altri fiori che poi verranno posti al sole è buona norma farli seccare brevemente per 12/24 ore per fargli perdere parte dell'acqua.
COME FARE L'OLEOLITO
Il procedimento, in entrambi casi, è semplicissimo: si riempie un vasetto di vetro trasparente di fiori o foglie o freschi o precedentemente essiccati. I fiori e le foglie si possono anche rompere grossolanamente. Quindi si ricoprono di olio vegetale spremuto a freddo, si tappa il vasetto e si lasciano macerare all'ombra se secchi, al sole se freschi. Il contenitore di vetro andrebbe agitato dolcemente almeno un paio di volte a settimana (ma anche tutti i giorni se possibile). La quantità è di circa 40 g di botanica ogni 150 g di olio, ma è una quantità molto indicativa, infatti di alcuni fiori ve ne serviranno 50 g, di altri 30 g saranno sufficienti. Basta che l'olio ricopra a filo la botanica. Quindi non deve essere né troppo abbondante né troppo sotto la botanica.
Il vasetto si può chiudere con un tappo o con garze, bloccate con degli elastici, cosa che permette l'evaporazione dell'acqua eventualmente presente, ma impedisce che entrino insetti o polvere. Io preferisco chiudere sempre con il tappo e non con la garza in maniera da non disperdere le parti acquose che si estrarranno. Inoltre, per quanto riguarda gli oleoliti esposti al sole, alcuni preferiscono portare il vaso di oleolito in casa ogni sera, anche se c'è il tappo, per evitare che si crei condensa nel vaso e esporlo di nuovo al sole ogni mattina, io personalmente non lo faccio, anche perché le parti acquose sono veramente troppo poche perché rappresentino un problema.
PER QUANTI GIORNI?
L'oleolito al buio si dovrebbe lasciare 70 giorni, circa due mesi. Al sole, invece, dipende dalla temperatura. Si va da 20 giorni a 40. La temperatura dell'olio non dovrebbe mai superare i 60° quindi se il sole è particolarmente intenso non lasciate il vaso alla luce diretta del sole perché altrimenti l'olio si scalderà troppo e si innescheranno reazioni termiche e reazioni chimiche mediate dalla luce solare (fotoreazioni) che degraderanno olio e fitocomplessi. Meglio lasciare il vasetto in un luogo che non riceva tutto il giorno i raggi solari, ad esempio sotto un albero.
CHE OLIO È MEGLIO UTILIZZARE?
Si possono usare diversi tipi di olio. L'importante è che l'olio sia sempre spremuto a freddo. Nella scelta dell'olio è fondamentale tenere conto del proprio tipo di pelle e di cosa si vorrà fare dopo con quell' oleolito. Io prediligo oli "leggeri" come olio di girasole deodorato, di riso oppure quello di vinaccioli. L'olio extravergine di oliva è quello che ha il miglior potere estrattivo ma è un olio molto "pesante" che la pelle assorbe lentamente e unge moltissimo, inoltre ha un odore caratteristico molto intenso e persistente.
Quello di riso e di girasole hanno due vantaggi: sono ricchi di vitamina E, quindi irrancidiscono più lentamente, e sono molto neutri. Quello di mandorle dolci è ottimo ma molto delicato: tende a irrancidire molto facilmente e non si può utilizzare per gli oleoliti che vanno esposti al sole.
Gli oleoliti si possono utilizzare esternamente ma possono anche essere utilizzati per preparazioni culinarie (ottimo ad esempio l'oleolito con le bucce di limone o di peperoncino). Ovviamente se decidete di fare un oleolito che abbia anche utilizzi culinari dovete assolutamente rispettare le regole per evitare lo sviluppo del botulino!
Se volete prolungare la durata dell'oleolito potete aggiungere vitamina E antiossidante, in una percentuale del 0,5% del peso dell'oleolito.
E SE SI CREA UN DEPOSITO?
A volte si crea un deposito sul fondo del nostro oleolito: il deposito può essere di varia natura: spesso è solo polline dei fiori oppure sono mucillagini o l'acqua presente nelle piante che non è riuscita ad evaporare. In quel caso potrete filtrarlo nuovamente con un filtro a maglie strette, perché il deposito potrebbe fare ammuffire il tutto. Oppure ancora meglio aspirare la parte di oleolito senza deposito con una siringa e scartare quella con il deposito. L'oleolito non va più utilizzato solo se ammuffisce. In quel caso l'olio però non va buttato (mai buttare l'olio!) ma può essere utilizzato per creare saponi.
TECNICA A CALDO
Si possono fare oleoliti anche a caldo: in un vaso di vetro si pone la droga sminuzzata o secca (ad esempio calendula) o fresca (ad esempio edera), e si ricopre a filo con olio. Il vaso va poi messo a bagnomaria e tenuto per 8/12 ore a 40°/60° C costanti. Si possono usare anche la stufa, lo scaldacera, l'essiccatore o il fornello ma è un processo che va continuamente monitorato con un termometro da cucina. Dopo 8/12 ore il vostro oleolito sarà pronto e potrete filtrarlo. Col metodo a caldo avrete il vantaggio di creare un oleolito in poche ore ma la quantità di fitocomplessi estratti è inferiore rispetto agli altri metodi, quindi l'oleolito sarà meno efficace.
COME SI DECIDE QUALI FIORI ESPORRE AL SOLE E QUALI ALL'OMBRA?
Si decide sulla base dell' analisi chimica della pianta. Con questo tipo di macerazione si estraggono solo i principi attivi liposolubili: ad esempio l'oleolito per estrarre la vitamina C dai cinorrodi non ha alcun senso dato che è una vitamina idrosolubile, meglio l'acetolito per estrarla! Inoltre il sole provoca delle reazioni fotochimiche: i fotoni assorbiti dai reagenti forniscono l'energia necessaria per lo svolgersi di alcune reazioni chimiche. Questo è possibile perché i reagenti portano dei particolari gruppi chimici detti cromofori, in grado di assorbire la luce. Le reazioni fotochimiche sono ad esempio la cicloaddizione fotochimica; oppure reazioni di addizione e sostituzione radicalica (alogenazione degli alcani); la fotoisomerizzazione; la fotodimerizzazione;
la fotolisi; la reazioni di Norrish; l'accoppiamento fotoriduttivo. In pratica alcuni fiori non vanno esposti al sole perché i principi attivi in essi contenuti e rilasciati nell'olio subiscono trasformazioni e degradazioni attraverso queste reazioni.
FIORI CHE USO DA FRESCHI ESPONENDOLI AL SOLE: iperico, elicriso, calendula, achillea, lavanda, rosmarino.
FIORI CHE USO DA SECCHI METTENDOLI ALL'OMBRA: petali di rose, menta, calendula, equiseto.
FIORI CHE USO SEMISECCHI ESPONENDOLI AL SOLE: camomilla, buddleja, calendula, salvia, rosmarino, timo, pratoline.
METODO A CALDO: foglie di edera fresche, calendula secca.
Con alcuni fiori uso più metodi a seconda della stagione. Ho indicato solo i fiori che ho utilizzo più frequentemente.
CHE DIFFERENZA C'È TRA OLIO ESSENZIALE E OLEOLITO? Sono due cose completamente diverse! Gli oli essenziali sono solo una componente specifica della pianta (dallo 0,01% al 2%) e possono essere ottenuti solo per distillazione o per spremitura da un'unica tipologia di vegetale. Sono estremamente concentrati e vanno utilizzati dopo averli diluiti in un olio vettore. Di solito si comprano da aziende agricole specializzate in questa estrazione perché è un processo piuttosto complesso e dispendioso, impossibile da fare con metodi casalinghi, ci vogliono infatti decine o centinaia di kg di pianta per estrarre pochi ml di olio essenziale e macchinari specifici. L'oleolito è una macerazione in olio di una botanica: si utilizza pochissima botanica e si estraggono parte degli oli essenziali in essa contenuta e tutti i fitocomplessi liposolubili, si può fare anche a casa perché non ci vogliono macchinari particolari. Hanno quindi utilizzi e finalità diverse dato che sono due cose completamente diverse.
POSSO USARE PIÙ FIORI DIVERSI PER FARE GLI OLEOLITI? No. Il mio consiglio è sempre fare oleoliti monofiore e unirli dopo averli filtrati. Ad esempio vi consiglio di fare l'oleolito di camomilla, lavanda, calendula e malva e unirli una volta filtrati: potrete ottenere un oleolito e un unguento fantastico per togliere il prurito da punture di zanzare! Ad esempio.
È UTILE AGGIUNGERE ALCOL O SALE GROSSO QUANDO SI FANNO OLEOLITI DA FIORI FRESCHI ESPONENDOLI AL SOLE?
Alcuni consigliano di mettere del sale grosso o dell'alcol nell’oleolito con fiori freschi, in quanto favorirebbero l’evaporazione dell’acqua contenuta e impedirebbero lo sviluppo di muffe. Anche qua, io non lo faccio perché rimangono in parte nell'oleolito e irritano la pelle, e perché non hanno una reale efficacia. Però nulla vi impedisce di farlo se preferite farlo. L'unica regola sempre valida è sperimentare, divertirsi e rispettare la natura!
Autrice Cecilia Tanghetti.
© Copyright Associazione capra&cavoli, condividi non copiare. Grazie
POSSO FARE L'OLEOLITO CON QUALSIASI PIANTA?
No. L'oleolito si fa con piante che hanno fitocomplessi liposolubili facilmente estraibili con questo metodo casalingo, e che abbiano fitocomplessi che oltre ad essere liposolubili abbiano anche proprietà comprovate. I fitocomplessi liposolubili sono: le vitamine E, D, A, K; i carotenoidi; la clorofilla; i trigliceridi; gli steroli; le cere; le saponine, gli oli essenziali, il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD).
Le piante più utilizzate per gli oleoliti sono: iperico, calendula, elicriso, camomilla, rosmarino, achillea, rosa, arnica, lavanda, margherite e margheritine. Poi ci sono piante come la malva, che pur avendo soprattutto fitocomplessi idrosolubili ha anche una minoranza di fitocomplessi liposolubili, molto efficaci e facilmente estraibili quindi ha senso fare l'oleolito di malva. Ancora, ad esempio l'acido rosmarinico contenuto in tantissime Lamiaceae, è un acido polifenolico, e pur rientrando nei fitocomplessi idrosolubili è lipofilo. Quindi se i fitocomplessi sono formati da amminoacidi con la catena idrofoba pur essendo idrosolubili sono estraibili anche in olio. Ogni pianta va valutata partendo dalla sua analisi chimica.
FRESCHI O SECCHI?
Gli oleoliti si possono fare sia con piante fresche che secche. Esistono solo tre piante che vanno assolutamente usate solo fresche: iperico, elicriso e ciclamino.
Se i fiori e le foglie vengono utilizzati secchi l'oleolito verrà poi messo a macerare al buio, quindi si seccano precedentemente le parti della pianta da utilizzare in maniera tale che l'acqua contenuta in esse, non faccia ammuffire e marcire il tutto.
Invece in estate, e con alcuni fiori, si può anche utilizzare la pianta fresca (che contiene acqua), perché poi l'oleolito verrà lasciato al sole e questo impedisce che marcisca o ammuffisca.
Con alcuni fiori come pratolina o buddleja invece il consiglio è utilizzarli semisecchi: cosa significa? Semplicemente seccare brevemente per 24 ore in modo da fare perdere loro parte dell'acqua e poi procedere come per l'oleolito fatto da fiori freschi e cioè ponendoli al sole. In generale anche con altri fiori che poi verranno posti al sole è buona norma farli seccare brevemente per 12/24 ore per fargli perdere parte dell'acqua.
COME FARE L'OLEOLITO
Il procedimento, in entrambi casi, è semplicissimo: si riempie un vasetto di vetro trasparente di fiori o foglie o freschi o precedentemente essiccati. I fiori e le foglie si possono anche rompere grossolanamente. Quindi si ricoprono di olio vegetale spremuto a freddo, si tappa il vasetto e si lasciano macerare all'ombra se secchi, al sole se freschi. Il contenitore di vetro andrebbe agitato dolcemente almeno un paio di volte a settimana (ma anche tutti i giorni se possibile). La quantità è di circa 40 g di botanica ogni 150 g di olio, ma è una quantità molto indicativa, infatti di alcuni fiori ve ne serviranno 50 g, di altri 30 g saranno sufficienti. Basta che l'olio ricopra a filo la botanica. Quindi non deve essere né troppo abbondante né troppo sotto la botanica.
Il vasetto si può chiudere con un tappo o con garze, bloccate con degli elastici, cosa che permette l'evaporazione dell'acqua eventualmente presente, ma impedisce che entrino insetti o polvere. Io preferisco chiudere sempre con il tappo e non con la garza in maniera da non disperdere le parti acquose che si estrarranno. Inoltre, per quanto riguarda gli oleoliti esposti al sole, alcuni preferiscono portare il vaso di oleolito in casa ogni sera, anche se c'è il tappo, per evitare che si crei condensa nel vaso e esporlo di nuovo al sole ogni mattina, io personalmente non lo faccio, anche perché le parti acquose sono veramente troppo poche perché rappresentino un problema.
PER QUANTI GIORNI?
L'oleolito al buio si dovrebbe lasciare 70 giorni, circa due mesi. Al sole, invece, dipende dalla temperatura. Si va da 20 giorni a 40. La temperatura dell'olio non dovrebbe mai superare i 60° quindi se il sole è particolarmente intenso non lasciate il vaso alla luce diretta del sole perché altrimenti l'olio si scalderà troppo e si innescheranno reazioni termiche e reazioni chimiche mediate dalla luce solare (fotoreazioni) che degraderanno olio e fitocomplessi. Meglio lasciare il vasetto in un luogo che non riceva tutto il giorno i raggi solari, ad esempio sotto un albero.
CHE OLIO È MEGLIO UTILIZZARE?
Si possono usare diversi tipi di olio. L'importante è che l'olio sia sempre spremuto a freddo. Nella scelta dell'olio è fondamentale tenere conto del proprio tipo di pelle e di cosa si vorrà fare dopo con quell' oleolito. Io prediligo oli "leggeri" come olio di girasole deodorato, di riso oppure quello di vinaccioli. L'olio extravergine di oliva è quello che ha il miglior potere estrattivo ma è un olio molto "pesante" che la pelle assorbe lentamente e unge moltissimo, inoltre ha un odore caratteristico molto intenso e persistente.
Quello di riso e di girasole hanno due vantaggi: sono ricchi di vitamina E, quindi irrancidiscono più lentamente, e sono molto neutri. Quello di mandorle dolci è ottimo ma molto delicato: tende a irrancidire molto facilmente e non si può utilizzare per gli oleoliti che vanno esposti al sole.
Gli oleoliti si possono utilizzare esternamente ma possono anche essere utilizzati per preparazioni culinarie (ottimo ad esempio l'oleolito con le bucce di limone o di peperoncino). Ovviamente se decidete di fare un oleolito che abbia anche utilizzi culinari dovete assolutamente rispettare le regole per evitare lo sviluppo del botulino!
Se volete prolungare la durata dell'oleolito potete aggiungere vitamina E antiossidante, in una percentuale del 0,5% del peso dell'oleolito.
E SE SI CREA UN DEPOSITO?
A volte si crea un deposito sul fondo del nostro oleolito: il deposito può essere di varia natura: spesso è solo polline dei fiori oppure sono mucillagini o l'acqua presente nelle piante che non è riuscita ad evaporare. In quel caso potrete filtrarlo nuovamente con un filtro a maglie strette, perché il deposito potrebbe fare ammuffire il tutto. Oppure ancora meglio aspirare la parte di oleolito senza deposito con una siringa e scartare quella con il deposito. L'oleolito non va più utilizzato solo se ammuffisce. In quel caso l'olio però non va buttato (mai buttare l'olio!) ma può essere utilizzato per creare saponi.
TECNICA A CALDO
Si possono fare oleoliti anche a caldo: in un vaso di vetro si pone la droga sminuzzata o secca (ad esempio calendula) o fresca (ad esempio edera), e si ricopre a filo con olio. Il vaso va poi messo a bagnomaria e tenuto per 8/12 ore a 40°/60° C costanti. Si possono usare anche la stufa, lo scaldacera, l'essiccatore o il fornello ma è un processo che va continuamente monitorato con un termometro da cucina. Dopo 8/12 ore il vostro oleolito sarà pronto e potrete filtrarlo. Col metodo a caldo avrete il vantaggio di creare un oleolito in poche ore ma la quantità di fitocomplessi estratti è inferiore rispetto agli altri metodi, quindi l'oleolito sarà meno efficace.
COME SI DECIDE QUALI FIORI ESPORRE AL SOLE E QUALI ALL'OMBRA?
Si decide sulla base dell' analisi chimica della pianta. Con questo tipo di macerazione si estraggono solo i principi attivi liposolubili: ad esempio l'oleolito per estrarre la vitamina C dai cinorrodi non ha alcun senso dato che è una vitamina idrosolubile, meglio l'acetolito per estrarla! Inoltre il sole provoca delle reazioni fotochimiche: i fotoni assorbiti dai reagenti forniscono l'energia necessaria per lo svolgersi di alcune reazioni chimiche. Questo è possibile perché i reagenti portano dei particolari gruppi chimici detti cromofori, in grado di assorbire la luce. Le reazioni fotochimiche sono ad esempio la cicloaddizione fotochimica; oppure reazioni di addizione e sostituzione radicalica (alogenazione degli alcani); la fotoisomerizzazione; la fotodimerizzazione;
la fotolisi; la reazioni di Norrish; l'accoppiamento fotoriduttivo. In pratica alcuni fiori non vanno esposti al sole perché i principi attivi in essi contenuti e rilasciati nell'olio subiscono trasformazioni e degradazioni attraverso queste reazioni.
FIORI CHE USO DA FRESCHI ESPONENDOLI AL SOLE: iperico, elicriso, calendula, achillea, lavanda, rosmarino.
FIORI CHE USO DA SECCHI METTENDOLI ALL'OMBRA: petali di rose, menta, calendula, equiseto.
FIORI CHE USO SEMISECCHI ESPONENDOLI AL SOLE: camomilla, buddleja, calendula, salvia, rosmarino, timo, pratoline.
METODO A CALDO: foglie di edera fresche, calendula secca.
Con alcuni fiori uso più metodi a seconda della stagione. Ho indicato solo i fiori che ho utilizzo più frequentemente.
CHE DIFFERENZA C'È TRA OLIO ESSENZIALE E OLEOLITO? Sono due cose completamente diverse! Gli oli essenziali sono solo una componente specifica della pianta (dallo 0,01% al 2%) e possono essere ottenuti solo per distillazione o per spremitura da un'unica tipologia di vegetale. Sono estremamente concentrati e vanno utilizzati dopo averli diluiti in un olio vettore. Di solito si comprano da aziende agricole specializzate in questa estrazione perché è un processo piuttosto complesso e dispendioso, impossibile da fare con metodi casalinghi, ci vogliono infatti decine o centinaia di kg di pianta per estrarre pochi ml di olio essenziale e macchinari specifici. L'oleolito è una macerazione in olio di una botanica: si utilizza pochissima botanica e si estraggono parte degli oli essenziali in essa contenuta e tutti i fitocomplessi liposolubili, si può fare anche a casa perché non ci vogliono macchinari particolari. Hanno quindi utilizzi e finalità diverse dato che sono due cose completamente diverse.
POSSO USARE PIÙ FIORI DIVERSI PER FARE GLI OLEOLITI? No. Il mio consiglio è sempre fare oleoliti monofiore e unirli dopo averli filtrati. Ad esempio vi consiglio di fare l'oleolito di camomilla, lavanda, calendula e malva e unirli una volta filtrati: potrete ottenere un oleolito e un unguento fantastico per togliere il prurito da punture di zanzare! Ad esempio.
È UTILE AGGIUNGERE ALCOL O SALE GROSSO QUANDO SI FANNO OLEOLITI DA FIORI FRESCHI ESPONENDOLI AL SOLE?
Alcuni consigliano di mettere del sale grosso o dell'alcol nell’oleolito con fiori freschi, in quanto favorirebbero l’evaporazione dell’acqua contenuta e impedirebbero lo sviluppo di muffe. Anche qua, io non lo faccio perché rimangono in parte nell'oleolito e irritano la pelle, e perché non hanno una reale efficacia. Però nulla vi impedisce di farlo se preferite farlo. L'unica regola sempre valida è sperimentare, divertirsi e rispettare la natura!
Autrice Cecilia Tanghetti.
© Copyright Associazione capra&cavoli, condividi non copiare. Grazie