Oleoliti: come farli

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Oleoliti: come farli

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L'oleolito è un macerato oleoso di una pianta fresca o essiccata: molto semplicemente, alcune parti di una pianta vengono fatte macerare nell'olio perché in questo modo si possono estrarre i principi attivi liposolubili presenti nell'erba o nel fiore.

FRESCHI O SECCHI?
Gli oleoliti si possono fare sia con piante fresche che secche.
Se i fiori e le foglie vengono utilizzati secchi l'oleolito verrà poi messo a macerare al buio. Si seccano precedentemente le parti della pianta da utilizzare in maniera tale che l'acqua contenuta in esse, non faccia ammuffire e marcire il tutto.
Invece in estate, e con alcuni fiori, si può anche utilizzare la pianta fresca (che contiene acqua), perché poi l'oleolito verrà lasciato al sole e questo impedisce che marcisca o ammuffisca. I fiori che possono essere macerati in olio da freschi non sono molti: iperico, elicriso, calendula, achillea, lavanda, rosmarino (foglie) e altri che fioriscono a luglio e agosto, cioè in quel periodo in cui l'oleolito si può lasciare al sole.
Tutti gli altri fiori è meglio che vangano fatti seccare prima.
Con alcuni fiori come pratolina o buddleja invece il consiglio è utilizzarli semisecchi: cosa significa? Semplicemente seccare brevemente per 24 ore in modo da fare perdere loro parte dell'acqua e poi procedere come per l'oleolito fatto da fiori freschi e cioè ponendoli al sole. In generale anche con altri fiori che poi verranno posti al sole è buona norma farli seccare brevemente per 12/24 ore per fargli perdere parte dell'acqua.

COME FARE L'OLEOLITO
Il procedimento, in entrambi casi, è semplicissimo: si riempie un vasetto di vetro trasparente di fiori o foglie o freschi o precedentemente essiccati. I fiori e le foglie si possono anche rompere o triturare. Quindi si ricoprono di olio vegetale, si tappa il vasetto e si lasciano macerare all'ombra se secchi, al sole se freschi, da un minimo di 28 a un massimo di 40 giorni. Il contenitore di vetro andrebbe agitato dolcemente almeno un paio di volte a settimana (ma anche tutti i giorni se possibile).
Il vasetto si può chiudere con un tappo o meglio con garze, bloccate con degli elastici, cosa che permette l'evaporazione dell'acqua eventualmente presente, ma impedisce che entrino insetti o polvere.
Per quanto riguarda gli oleoliti esposti al sole, alcuni preferiscono portare il vaso di oleolito in casa ogni sera, per evitare che si crei condensa nel vaso e esporlo di nuovo al sole ogni mattina, io personalmente non lo faccio.
Passato circa un mese, si filtra l'olio e si utilizza.

CHE OLIO È MEGLIO UTILIZZARE?
Si possono usare diversi tipi di olio. Io utilizzo olio di girasole deodorato, di riso oppure quello di vinaccioli. Sono i tre con cui mi sono sempre trovata meglio anche successivamente, quando trasformo gli oleoliti in creme e unguenti.
Quello di riso ha due vantaggi: che è ricco di vitamina E, quindi irrancidisce difficilmente, ed è molto neutro. Quello di mandorle dolci è ottimo ma molto delicato: tende a irrancidire molto facilmente e non si può utilizzare per gli oleoliti che vanno esposti al sole. Si può utilizzare ovviamente anche quello extravergine di oliva, basta solo sapere che è un olio molto denso e non penetra così facilmente nella pelle ma tende a ungere molto. Ognuna di voi poi troverà il suo olio preferito in base anche alla propria pelle.
Gli oleoliti si possono utilizzare esternamente ma possono anche essere utilizzati per preparazioni culinarie (ottimo ad esempio l'oleolito con le bucce di limone). Se volete prolungare la durata dell'oleolito potete aggiungere vitamina E antiossidante, in una percentuale del 0,5% del peso dell'oleolito.

E SE SI CREA UN DEPOSITO?
A volte si crea un deposito sul fondo del nostro oleolito: il deposito può essere di varia natura: spesso è solo polline dei fiori oppure l'acqua presente nelle piante che non è riuscita ad evaporare. In quel caso potrete filtrarlo nuovamente con un filtro a maglie strette, perché il deposito potrebbe fare ammuffire il tutto. Oppure ancora meglio aspirare la parte di oleolito senza deposito con una siringa e scartare quella con il deposito. L'oleolito non va più utilizzato solo se ammuffisce. In quel caso l'olio però non va buttato (mai buttare l'olio) ma può essere utilizzato per creare saponi.

TECNICA A CALDO
Ultima cosa: si possono fare oleoliti anche a caldo: in un vaso di vetro si pone la droga sminuzzata o secca (ad esempio calendula) o fresca (ad esempio edera), e si ricopre a filo con olio. Il vaso va poi messo a bagnomaria e tenuto per 8 ore a 40° C costanti. Si possono usare la stufa o il fornello ma è un processo che va continuamente monitorato con un termometro da cucina. Dopo 8 ore il vostro oleolito sarà pronto e potrete filtrarlo e utilizzarlo.

COME SI DECIDE QUALI FIORI ESPORRE AL SOLE E QUALI ALL'OMBRA?
Premesso che le mie sono indicazioni di massima basate sia su criteri scientifici (ad esempio con questo tipo di macerazione si estraggono solo i principi attivi liposolubili: ad esempio l'oleolito per estrarre la vitamina C dai cinorrodi non funziona dato che è una vitamina idrosolubile, meglio l'acetolito per estrarla!) ma anche tanto su prove empiriche (sapeste quanto ho sbagliato!) dovete prenderle come indicazioni di massima e non regole ferree! Quindi se una cosa ha funzionato per voi continuate così! Il sole provoca delle reazioni fotochimiche: i fotoni assorbiti dai reagenti forniscono l'energia necessaria per lo svolgersi di alcune reazioni chimiche. Questo è possibile perché i reagenti portano dei particolari gruppi chimici detti cromofori, in grado di assorbire la luce. Le reazioni fotochimiche sono ad esempio la cicloaddizione fotochimica; oppure reazioni di addizione e sostituzione radicalica (alogenazione degli alcani); la fotoisomerizzazione; la fotodimerizzazione;
la fotolisi; la reazioni di Norrish; l'accoppiamento fotoriduttivo. In pratica alcuni fiori non vanno esposti al sole perché i principi attivi in essi contenuti e rilasciati nell'olio subiscono trasformazioni e degradazioni attraverso queste reazioni. Quali sono questi fiori? Ebbene, purtroppo non tutti sono indicati dalla scienza, quindi bisogna basarsi su dati empirici dati dalla nostra esperienza personale. Io ho fatto una classificazione personale di fiori che utilizzo freschi o semisecchi ed espongo al sole e fiori che preferisco fare seccare e tenere all'ombra. Ma ha tutti i limiti della mia esperienza e della mia capacità di osservazione! Quindi potrei sbagliarmi ed è giusto quindi che voi vi facciate una vostra esperienza!

FIORI CHE USO DA FRESCHI ESPONENDOLI AL SOLE: iperico, elicriso, calendula, achillea, lavanda, rosmarino (foglie).

FIORI CHE USO DA SECCHI METTENDOLI ALL'OMBRA: petali di rose, menta, calendula, equiseto.

FIORI CHE USO SEMISECCHI ESPONENDOLI AL SOLE: camomilla, buddleja, calendula, salvia, rosmarino, timo, pratoline.

METODO A CALDO: foglie di edera fresche, calendula secca.

Con alcuni fiori uso più metodi a seconda della stagione. Ho indicato solo i fiori che ho utilizzato io.

È UTILE AGGIUNGERE ALCOL O SALE GROSSO QUANDO SI FANNO OLEOLITI DA FIORI FRESCHI ESPONENDOLI AL SOLE?
Alcuni consigliano di mettere del sale grosso o dell'alcol nell’oleolito con fiori freschi, in quanto favorirebbero l’evaporazione dell’acqua contenuta e impedirebbero lo sviluppo di muffe. Anche qua, io non lo faccio perché rimangono in parte nell'oleolito e irritano la pelle. Però nulla vi impedisce di farlo. L'unica regola sempre valida è sperimentare, divertirsi e rispettare la natura!

Autrice Cecilia Tanghetti.
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