Cosa intendiamo quando parliamo di acacia?

Contenuto

Titolo

Cosa intendiamo quando parliamo di acacia?

Descrizione

Solitamente quando parliamo di acacia non intendiamo l'acacia, ma la robinia. L'errore è così radicato nella lingua italiana (un po' come polpo e polipo) che io personalmente non ci provo nemmeno a correggerlo, e quando vado a comprare il miele, chiedo "il miele di acacia", mai passato per la mente di chiedere "il miele di Robinia pseudoacacia", ci tengo alla mia vita sociale! 😜
Ma qua cerchiamo di fare chiarezza e soprattutto di stabilire la loro commestibilità! Che siccome siamo capre è l'unica vera cosa che ci interessa 🤭😜😂😉
🌳 ROBINIA 🌳
Il genere Robinia comprende diverse specie. In Italia troviamo facilmente:
- Robinia pseudoacacia;
- Robinia hispida;
- Robinia neomexicana;
- Robinia viscosa.
Le caratteristiche sono (riducendo all'osso):
1. le foglie composte,
2. fiori raccolti in grappoli con corolla papilionacea,
3. i frutti costituiti da un legume.
Le foglie sono alterne, composte e imparipennate, con 9-21 foglioline lunghe 3-4 cm, sono ovali o ellittiche, a margine intero, brevemente picciolate, ad apice ottuso e tondeggiante; consistenza morbida, sottili e glabre.
I fiori ermafroditi, sono riuniti in infiorescenze a racemo lunghe 10-30 cm, che si sviluppano all’ascella delle foglie; con corolla papilionacea, profumati e nettariferi. Il colore della corolla è diverso a seconda della specie. I frutti sono costituiti da un legume di 5-10 cm, bruno, piatto, coriaceo, contenente fino a 10 semi; si apre a maturità (autunno), ma persiste sulla pianta anche in inverno.
🚨 TOSSICITÀ DI ROBINIA: le Robinia contiengono toxalbumine, robinina e fasina, che esercitano i loro effetti tossici mediante l'inibizione della sintesi proteica.
Le parti tossiche sono TUTTE le parti verdi della pianta e la corteccia, ma le sostanze tossiche sono termolabili (quindi si perdono con la cottura ). La pianta è tossica anche per cani, gatti, vacche e cavalli, non lo è per i conigli, pecore e capre. Nonostante i potenziali pericoli dell'intossicazione da robinia, le segnalazioni di tossicità umana e animale, dopo l'ingestione, sono rare. In letteratura medica sono riportate pochissime intossicazioni e solo da ingestione di corteccia. I sintomi da intossicazione sono dolore addominale, sete, nausea, vomito, secchezza della gola, debolezza muscolare, midriasi, cefalea, vertigini e diarrea. I casi si sono tutti risolti in due giorni con l'utilizzo di carbone attivo e/o lavanda gastrica e il solo supporto delle funzioni vitali.
🌳 ACACIA 🌳
Il genere Acacia comprende 1082 specie, di cui 1073 sono per lo più endemiche dell'Australia continentale, la Tasmania e le isole vicine; circa 20 taxa si trovano come autoctone al di fuori dell'Australia, nel sud-est asiatico e nelle isole del Pacifico; 1 sola specie è originaria delle Isole Mascarene nell'Oceano Indiano.
In Italia le troviamo come neofite invasive (come le Robinia).
Le più frequenti in Italia:
- Acacia dealbata, la mimosa;
- Acacia melanoxylon si trova solo in Sardegna, Sicilia, Liguria, Toscana e Lazio;
- Acacia pycnantha presente solo in Sardegna e Toscana;
- Acacia mearnsii presente solo in Sardegna;
- Acacia saligna presente al Centro e Sud Italia;
- Acacia cultriformispresente solo in Sardegna;
- Acacia longifolia presente in Liguria, Sardegna, Campania, Lazio e Puglia;
- Acacia provincialis presente in Liguria, Toscana, Sardegna e Puglia;
- Acacia cyclops, presente solo in Sicilia.
Acacia dealbata, è la mimosa; i fiori sono commestibili ma hanno un odore particolarmente intenso che a noi non piace (infatti non vi abbiamo mai proposto ricette). Tutta la pianta si può utilizzare anche in fitoterapia, gli aborigeni hanno una lunga tradizione di molti rimedi ottenuti dalle diverse parti delle diverse Acacia. Il fiore della mimosa può essere utilizzato anche per ottenere un oleolito perché è molto ricco di sostanze liposolubili. Si otterrà un oleolito particolarmente benefico per pelli mature. Penso che sia uno dei fiori che è impossibile non conoscere, per via del marketing a cui è sottoposta, comunque, per capirci è quella con foglie alterne, bipennate, e l'infiorescenza formata da capolini globosi gialli.
🚨 Tossicità: sicuramente sono state isolate sostanze tossiche da Acacia nilotica e Acacia georginae. Le altre non contengono sostanze tossiche e potrebbero essere utilizzate. In cucina si utilizzano principalmente i fiori. Però sappiate che i fiori puzzano! Soprattutto dopo qualche ora dalla raccolta. Inoltre è una pianta di cui non esiste un uso fitoterapico nella tradizione italiana, mentre è molto ampio nella tradizione aborigena. Solo che non ho ancora trovato un aborigeno che mi abbia dischiuso i segreti delle Acacia, quindi, io, mi limiterei a parlare solo di quello che conosco bene. Se volete provarla in cucina, ad esempio nel risotto, vi posso dare ricette.
🌳 MAGGIOCIONDOLO 🌳
Due sono le specie arboree di Laburnum, si chiamano entrambe maggiociondolo e sono specie che non raggiungono grandi dimensioni.
Laburnum anagyroides si caratterizza da un legume con pelosità grigio-pubescente, corteccia con striature verticali e foglie con apice arrotondato.
Laburnum alpinum invece da un legume glabro, corteccia con striature orizzontali e foglie con apice "mucronato".
I fiori a corolla papilionacea gialla, raccolti in un racemo, sono molto simili a quelli delle Robinia e con questi possono essere confusi! Solo che, mentre i fiori di Robinia sono commestibili, quelli gialli del maggiociondolo assolutamente no!
🚨 Tossicità; tutte le parti di questo arbusto, specialmente i semi, sono molto velenose: contengono alcaloidi tra cui la citisina e laburnina. Queste sostanze NON scompaiono con la cottura e l'essiccamento. La citisina è un alcaloide presente in diversi generi vegetali, come il Laburnum e Cytisus della famiglia delle Fabaceae, e la sua dose tossica è di 101 mg/kg quindi, dato che i semi ne contengono il 3% rispetto al loro peso, bastano 2 semi per intossicarsi, 3/4 per morire.
I primi sintomi si verificano rapidamente, entro un'ora dall'ingestione, seguono tipicamente un andamento bifasico e somigliano all'intossicazione da nicotina: la fase iniziale consiste nella stimolazione colinergica nicotinica che provoca sintomi come dolore addominale, nausea, ipertensione, tachicardia e tremori. La seconda fase inibitoria è ritardata e spesso preannunciata da ipotensione, bradicardia e dispnea, portando infine al coma e all'insufficienza respiratoria. È tossico anche per i cani e i gatti ma non per lepri, conigli e cervi che se ne cibano.
In letteratura medica sono descritti casi di intossicazione soprattutto per l'ingestione di fiori (che vengono scambiati per quelli della Robinia!), ad esempio è riportato un caso di avvelenamento collettivo di un gruppo di persone che preparò una frittata con i fiori della pianta, ma fortunatamente l'avvelenamento grave è molto raro, perché la citisina è molto amara ed è un potente emetico, per cui l'ingestione di fiori e semi provoca subito vomito e questo aiuta ad evitare il raggiungimento di dosi tossiche.
La citisina è un'agonista parziale dei recettori (colinergici) dell'acetilcolina di tipo nicotinico (nAChR), nello specifico al recettore nicotinico dell’acetilcolina α4β2, e ne induce l’attivazione, anche se a livelli più bassi rispetto alla nicotina ed è un farmaco fantastico che vi viene prescritto dai medici se volete smettere di fumare, perché riduce la sintomatologia da astinenza!
BIBLIOGRAFIA:
https://www.actaplantarum.org/
Pignatti, Flora d'Italia
A rare ingestion of the Black Locust tree
Alan Hui et al. J Toxicol Clin Toxicol. 2004.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15083944/
Clinico-epidemiologic study of accidental poisoning with Robinia pseudoacacia L. in school children. Artero Sivera et al. An Esp Pediatr. 1989 Mar.
Poisoning of horses by the bark of the false acacia (Robinia pseudoacacia). Landolt et al. Schweiz Arch Tierheilkd. 1997.
A study on the toxicology of Acacia nilotica
Z H Al-Mustafa et al. Am J Chin Med. 2000.
Isolation of the toxic principle in Acacia georginae. P B OELRICHS et al. Nature. 1961.
"Have you eaten laburnum?". R M Forrester. Lancet. 1979.
Laburnum poisoning in children; report on ten cases. R G MITCHELL. Lancet. 1951.
Collective poisoning by flowers of Laburnum. Y Furet et al. Presse Med. 1986.
The influence of drugs on the acute toxicity of cytisine. H P Klöcking et al. Arch Toxicol Suppl. 1980.
Nicotinic plant poisoning. Leo J Schep et al. Clin Toxicol (Phila). 2009 Sep.a
Laburnum (Cytisus laburnum) poisoning in two dogs. A Leyland. Vet Rec. 1981
"Piante velenose" di Appendino, Luciano, Colombo, Gatti. ed. ArabaFenice - Boves.
© Copyright Associazione capra&cavoli, condividi non copiare.

Categoria