Verbena comune

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Titolo

Verbena comune

Descrizione

Verbena officinalis
FAMIGLIA: Verbenaceae
GENERE: Verbena
NOMI LOCALI: barbana, barbegna, barbena, barbenega, berbena, birbina, biribina, brebena, briina, brivina, clumbeina, coj dij pra, colombaria, erba barbune, erba bona, erba colombina, crous, erba croce, erba crocetta, erba crocina, erba crouss, erba de la crucivia, erba de S. Zuan, erba di San Giovanni, erba de San Giovann, erba del tron, erba della milza, erba grana, erba medica, erba milzea, erba minsaea, erba minza, erba sacra, erba San Gioan, erba sminsa, erba trona, erba turca, erbena, erbeza, erva crucina, erva de la mivuza, forcella femina, fronn'a lacce, jerbe sacre, menta di S. Pietro, purcella mascule, purecella, sabiarella, verbena servajs, vermena, vermenaca, vermene, verminaca, vermunaca, vervena, viminaca. In tedesco si chiama Gewöhnliches Eisenkraut; in inglese common vervain; in spagnolo verbena común o hierba sagrada e in francese verveine officinale.
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il nome del genere deriva dal latino verber -ĕris, che significa verga o frusta e indica il gesto con cui si battevano, con questa o altre piante, nell'antica Roma, i trattati per sanzionarli e renderli ufficiali. Non solo, sempre nella Roma antica, era una pianta usata in molti riti sacri, ed ancora, caratteristico l’uso degli ambasciatori di cingersi il capo di verbena e portarla al nemico in segno di pace, per poter poi negoziare. Era anche una delle "piante d'altare" usata durante le cerimonie religiose per propiziarsi gli dei. Infatti alcuni nomi popolari come "erba sacra" o "erba del trono" si ricollegano proprio a questi utilizzi. È anche una delle erbe solstiziali che fiorisce e ha il suo periodo balsamico a fine giugno, appartiene, quindi, al gruppo di "erbe magiche" di cui si consigliava la raccolta nella notte di S.Giovanni e proprio per questo ha molti nomi popolari legati a San Giovanni. Altri nomi, invece, come "erba croce", sono legati al fatto che si riteneva che fosse stata impiegata per lenire le ferite di Cristo.
DESCRIZIONE: è una piccola (da 15 a 50 cm) pianta perenne, erbacea, con fusti ruvidi e quadrangolari, ramificati nella parte superiore.
Le foglie sono opposte, oblunghe quelle inferiori, trilobate, quelle mediane, con il segmento centrale più sviluppato dei 2 laterali, questi ultimi sono oblunghi lineari e dentati. Ridotte progressivamente e sessili quelle in alto. Tutte le foglie sono coriacee, rugose, di colore verde scuro e hanno nervature sporgenti sulla pagina inferirore.
I fiori sono lillacini, riuniti in sottili spighe terminali con calice tubuloso, diviso in 4 o 5 denti e corolla con 5 lobi leggermenti bilabiati. Fiorisce da maggio ad agosto.
Il frutto è un tetrachenio, formato da 4 mericarpi cilindrici.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: fusto quadrangolare e ruvido, foglie trilobate, fiori piccoli e lilla, periodo di fioritura tipicamente estivo.
DOVE CRESCE: presente in tutta Italia. È una pianta molto rustica che cresce lungo margini stradali, nei prati o attorno alle case.
COSA SI UTILIZZA: parti aeree della pianta.
QUANDO SI RACCOGLIE: preferibilmente a giugno e luglio.
PRINCIPI ATTIVI: iridoidi (verbenalina e hastatoside), glicosidi fenilpropanoidi, acidi fenolici, flavonoidi (soprattutto quercetina e luteolina), terpenoidi, olio essenziale, beta-sitosterolo, acido ursolico, acido oleanolico, acido 3-epiursolico, acido 3-epioleanolico e triterpenoidi minori di derivati dell'acido ursolico e degli acidi oleanolici.
PROPRIETÀ: antiossidanti, antimicrobiche, antinfiammatorie, antitumorali, immunomodulatrici, neuroprotettive, analgesiche, sedative, antifebbrili, digestive, vulnerarie, anticonvulsivanti, ma non solo, gli studi dimostrano la sua capacità di regolare il metabolismo dei lipidi.
Lo studio Bioactive Constituents of Verbena officinalis Alleviate Inflammation and Enhance Killing Efficiency of Natural Killer Cells di Xiangdong Dai et al. Int J Mol Sci. 2023, ha mostrato che la somministrazione orale dell'estratto di Verbena officinalis riduce il danno polmonare, promuove la maturazione e l'attivazione delle cellule NK nel polmone e diminuisce i livelli di citochine infiammatorie (IL-6, TNF-α e IL-1β) nel siero. I risultati mostrano quindi che l'estratto di verbena, soprattutto grazie alla presenza di verbenalina, ha un effetto antinfiammatorio soddisfacente contro l'infezione virale in vivo e regola l'attivazione, la maturazione e le funzioni di uccisione delle cellule NK, suggerendo il suo potenziale come promettente terapia per combattere le infezioni virali.
Nello studio "Anticonvulsant, Anxiolytic, and Sedative Activities of Verbena officinalis di Abdul Waheed Khan, Arif-ullah Khan, e Touqeer Ahmed" è stato osservato come la verbenina, un glicoside iridoide, sia risultato più efficace del bromuro per il trattamento dell'epilessia. È noto che la Verbena officinalis contiene un costituente, l'alcool 4-(1-metiletil)-benzilico safranale (Gharachorloo e Amouheidari, 2016) e il safranale che hanno dimostrato un'ottima azione antiepilettica in virtù della stimolazione dei recettori GABAA (Hosseinzadeh e Talebzadeh, 2005; Hosseinzadeh e Sadeghnia, 2007). Alla dose di 100 mg/Kg, ha mostrato il massimo effetto ansiolitico, ma alla successiva dose più alta testata (300 mg/Kg), il suo effetto è stato ridotto, probabilmente a causa della componente sedativa coesistente di la pianta. Inoltre in Verbena officinalis sono presenti flavonoidi (apigenina, luteolina, quercetina, kaempferolo) e tannini (Mengiste et al., 2014; Edwards et al., 2015), che sono ben noti per il loro effetto ansiolitico e sedativo sul sistema nervoso centrale (Adeyemi et al., 2006; Coleta et al., 2008; Aguirre-Hernandez et al., 2010). Diversi flavonoidi si legano al sito delle benzodiazepine sui recettori GABAA per provocare effetti antiepilettici, anti-ansia e sedativi (Jager e Saaby, 2011), evidenziando, ancora una volta, che le azioni osservate della Verbena officinalis sono mediate dall'attivazione della via dei recettori GABAA. Anche l'effetto sedativo di scutellareina e verbascoside, costituenti della Verbena officinalis (Rehecho et al., 2011), è legato alle vie GABA agendo però su siti diversi da quelli delle benzodiazepine o attraverso vie diverse dal sistema GABAergico.
INDICAZIONI: per uso interno era utilizzata soprattutto per le affezioni catarrali delle vie respiratorie superiori, per la cefalea, nevralgie, reumatismi, cattiva digestione, amenorrea, grazie alle sue proprietà astringenti si assumeva anche in caso di diarrea o coliche intestinali; per uso esterno per le ferite di difficile guarigione, per geloni, ecchimosi, ulcerazioni e ustioni.
PRECAUZIONI: non si conoscono al momento effetti dannosi derivati dall'uso di questa pianta. Nonostante ciò, chiedere sempre il parere medico o erboristico quando si decide di intraprendere una cura fitoterapica in maniera tale che un professionista possa valutare il vostro stato fisico e darvi indicazioni precise e sicure.
UTILIZZO CULINARIO: pianta estremamente amara, utilizzata solo come amaricante per i liquori.
UTILIZZO ESTERNO: veniva fatto un infuso piuttosto concentrato (10 g di verbena essiccata ogni 100 ml) per fare gargarismi ogni qualvolta c'erano infiammazioni della cavità orale e per le piccole emorragie delle gengive. L'infuso era ottimo anche per detergere le piccole lesioni e infiammazioni della pelle. Inoltre, era usato come decongestionante per gli occhi. In caso di sinusite, un uso classico era quello di effettuare inalazioni respirando direttamente i vapori di un infuso di verbena e Stachys recta.
UTILIZZO INTERNO: era utilizzata soprattutto in Tintura madre anche perché i glicosidi iridoidici non sono stabili all'essiccamento e quindi per mantenerli bisogna usare esclusivamente la pianta fresca. L'infusione si faceva invece con una dose di 2,5 g di pianta essiccata ogni 100 ml di acqua.
COME SI CONSERVA: si raccoglie durante la fioritura e si essicca in un luogo fresco e ombreggiato.
FALSE FRIENDS: si può confondere con Verbena supina L.- verbena minore, annuale, prostrata, che si differenzia per avere una sola spiga apicale e per avere dimensioni minori; che però può essere utilizzata come Verbena officinalis.
Attenzione invece a non confondere Verbena officinalis con la Verbena bonariensis che è una specie erbacea con fiori vistosi che spesso vendono nei vivai e viene coltivata in giardino, e con quella che viene chiamata "verbena odorosa" che però è Aloysia citrodora, è molto profumata e viene utilizzata in cucina con i nomi di cedrina, limoncina, erba Luigia, perseghina o lippia.
CURIOSITÀ: in epoca romana era stata dedicata a più dee; dalla dea Venere, da cui prende il soprannome “erba di Venere” (poiché ritenevano che potesse ravvivare la fiamma di un amore quasi estinto), alla madre di tutti gli dei, Giunone, mentre gli egizi l’avevano dedicata ad Iside.
Nel folklore europeo viene utilizzata per allontanare gli spiriti maligni e le energie negative. Bruciare la Verbena purifica l'aria e allontana gli influssi malefici. Viene anche usata per proteggere le case dal malocchio o da altre forme di negatività.
La Verbena è anche associata alla magia dell'amore e degli amuleti. Portare con sé un mazzetto di Verbena o metterla sotto il cuscino favorisce l'amore, l'attrazione e la fedeltà. In alcuni riti magici viene utilizzata per creare pozioni d'amore o per incantesimi legati al romanticismo.
Inoltre viene spesso utilizzata nei rituali di guarigione; è infatti una pianta che ha il potere di aiutare a curare le malattie e di promuovere la guarigione. Con la Verbena si possono creare delle ottime acque lustrali, con cui aspergere la propria abitazione per purificarla e i suoi abitanti, favorendo gioia e buon umore.
Essa è altresì usata per amplificare le doti divinatorie ed artistiche, favorendo l’ispirazione ed attraendo abbondanza e successo.
SACCHETTO PORTAFORTUNA
Fai essiccare dei rametti di Verbena e poni alcune foglie in un sacchetto di stoffa da regalare come portafortuna ed attrarre il successo.
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