Apici eduli: luppolo, tamaro, vitalba

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Apici eduli: luppolo, tamaro, vitalba

Descrizione

Chiamati spesso germogli, sono in realtà gli apici eduli di piante rampicanti, che si possono trovare nelle siepi incolte, attorcigliati attorno a qualcosa.

Perché ve li facciamo insieme?
1. Perché vengono confusi tra loro, e considerati un'unica pianta; invece sono tre specie diverse che non condividono nemmeno la stessa famiglia.
2. Perché crescono nello stesso periodo marzo/aprile.
3. Perché i loro "germogli" sono simili ad un asparago, e in alcune zone vengono chiamati così.
4. Perché spesso vengono anche raccolti insieme, proprio perché avendo un habitat comune, si possono trovare anche attorcigliati fra di loro o attorno allo stesso albero.

LUPPOLO
Humulus lupulus L. famiglia Cannabaceae.
Ha tantissimi nomi dialettali! Avertis, blaudin, bruscandoi, bruscandol, bruscandui, bruscandul, bruscanzi, cervese, houbloun, lavartin, lepone, levertiss, levratim, loertis, luertis, lopal, loppel, loval, lovertis, lovertiss, luartis, lufe, lupari, luparu, lupele, lupene, lupiri, lupola, lupolo, lupulu, luvein, luvertin, orticaccio, ortigolo, overtis, reverdixe, roveja, rovertise, rovertiz, ruverdi, ufe, urtizzon, vartis, vertigolo, vertis, vertuxi, votticella.
Per riconoscere gli apici ricordatevi che il luppolo è ruvido, il fusto è rossastro e ha setole che si sentono in contropelo. Le foglie sono vitiformi e ricordano quelle della vite.

TAMARO
Dioscorea communis (L.) Caddick & Wilkin, famiglia Dioscoreaceae.
I nomi dialettali con cui questa pianta viene chiamata, la identificano perfettamente: tossech (infatti la pianta adulta e i frutti, che sono delle bellissime bacche di color rosso, sono tossici per l’uomo, invece sono una prelibatezza per gli uccelli), oppure ligabosc (perché è una pianta che cresce avvolgendosi attorno alle altre vicine). In dialetto viene anche chiamato curaj d' la volp, curaj ed bessa, dameni, dami, erba de biscia, fasoei de bosch, macciocan, pan d' la serp, pedi di liufanti, smilace liscia, sparaci di cannitu, succa salvadega, tossi, urtizzon salvadi, uva tamina, velugoa mascia, velugon, vidicedda, viticella.
La pianta è glabra (senza peli) e lucida. Le foglie sono a forma di cuore e si dispongono in maniera alterna. L'apice è caratterizzato da numerose foglie bratteiformi che coprono i fiori che prima di sbocciare sembrano dei gruppi di palline.

VITALBA
Clematis vitalba L. famiglia Ranunculaceae.
Anche la vitalba è conosciuta con tantissimi nomi dialettali, come tutte le piante molto consumate in cucina: arboin, assè, auciada, azzara, benziglia, bialba, bidichinzu, blaudin, brazabosch, brundinarie, brundinasa, brunzin, cavrioela, cincinis, dialba, erba de' pezzenti, erba dei cenciosi, erba dei pitocch, fior di minuè, fuoco morto, gardiule, ghisernu, grambollino, grambudorina, gridiule, guiz, guserna, guzeder, guzzarna, idarela, idasa, idrighinzu, inalba, inambola, irzer, isterzu, jarba, legoni, liarba, ligabosch, ligara, ligassera, ligonia, luiassa, mialba, reabla, regoleze, rialba, roaie, sciarboa, sterzu, tabbio, tortizzoni, tortovitaja, ujassa, urtizzon, vabiè, vitalbini.
Gli apici di vitalba hanno una caratteristica forma a tridente: con un getto centrale e due laterali. La foglia è composta.

ATTENZIONE: del tamaro e della vitalba si possono mangiare solo gli apici. La pianta adulta di entrambe sviluppa poi sostanze tossiche e irritanti.
E soprattutto vanno mangiati solo cotti, buttando l'acqua di cottura.

Il video completo è sulla nostra pagina YouTube: https://youtu.be/fMTH2qKK8nc?si=deMzG1eaOwZA09Uc

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