Oleolito di Calendula

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Oleolito di Calendula

Descrizione

L'oleolito di calendula è ottimo per la cura della pelle per le sue proprietà emollienti, lenitive, calmanti, antinfiammatorie e cicatrizzanti. Si può utilizzare anche sulla pelle dei bambini. Ottimo in caso di pelle irritata o sensibile, prurito, in caso di piaghe, ustioni, abrasioni. Eccezionale per xerosi (estrema disidratazione accompagnata da prurito e desquamazione), radiodermiti (infiammazione nelle aree trattate a seguito di radioterapia con arrossamenti, irritazione, desquamazioni, dolore, o vesciche), cambiamenti della pigmentazione (macchie bianche, scure e/o telengectasie), per l'eritema da pannolino nei neonati.
Ma veniamo al procedimento: l'oleolito di calendula si può fare sia con piante fresche che secche.
Se i fiori e le foglie vengono utilizzati secchi l'oleolito verrà poi messo a macerare al buio.
Invece in estate si può anche utilizzare la pianta fresca (che contiene acqua), perché poi l'oleolito verrà lasciato al sole e questo impedisce che marcisca o ammuffisca. La temperatura dell'olio deve stare tra i 40° e i 60° C cosa che si ottiene solo con l'esposizione diretta al sole.

COME FARE L'OLEOLITO
Il procedimento, in entrambi casi, è semplicissimo: si riempie un vasetto di vetro trasparente di fiori o freschi o precedentemente essiccati. Il capolino della calendula è pronto per essere raccolto quando è un po' "appiccicoso", e per fare gli oleoliti i fiori si raccolgono tra le 11 e le 14. I fiori si possono anche rompere o triturare. Quindi si ricoprono di olio vegetale, si tappa il vasetto e si lasciano macerare all'ombra se secchi, al sole se freschi, da un minimo di 20 a un massimo di 40 giorni. Il contenitore di vetro andrebbe agitato dolcemente almeno un paio di volte a settimana.
Il vasetto si può chiudere con un tappo o con garze, bloccate con degli elastici, cosa che permette l'evaporazione dell'acqua eventualmente presente, ma impedisce che entrino insetti o polvere. Se chiudete con un tappo dovreste avere l'accortezza di aprirlo una volta ogni tanto per far evaporare la condensa che si crea soprattutto i primi giorni. Se avete coperto l'oleolito solo con la garza, il vaso di oleolito andrebbe portato in casa ogni sera, per evitare che si crei condensa nel vaso e esporlo di nuovo al sole ogni mattina.
Passato circa un mese, si filtra l'olio e si utilizza.

CHE OLIO È MEGLIO UTILIZZARE?
Si possono usare diversi tipi di olio. L'importante che l'olio scelto sia assolutamente spremuto a freddo! Io utilizzo olio di girasole deodorato, di riso oppure quello di vinaccioli. Sono i tre con cui mi sono sempre trovata meglio anche successivamente, quando trasformo gli oleoliti in creme e unguenti.
Quello di riso ha due vantaggi: che è ricco di vitamina E, quindi irrancidisce difficilmente, ed è molto neutro. Quello di mandorle dolci è ottimo ma molto delicato: tende a irrancidire molto facilmente e non si può utilizzare per gli oleoliti che vanno esposti al sole. Si può utilizzare ovviamente anche quello extravergine di oliva, basta solo sapere che è un olio molto denso e non penetra così facilmente nella pelle ma tende a ungere molto. Ognuna di voi poi troverà il suo olio preferito in base anche alla propria pelle: non esiste un olio giusto o sbagliato, basta che non irrancidisca al sole!

TECNICA A CALDO
La calendula è una delle poche piante con cui si può fare un oleolito anche a caldo: di solito si fa in inverno, altrimenti sono preferibili le altre due tecniche perché la concentrazione di principi attivi è minore. Comunque, in un vaso di vetro si pone la droga sminuzzata o secca e si ricopre a filo con olio. Il vaso va poi messo a bagnomaria e tenuto per 8 ore a 60° C costanti. Si possono usare la stufa o il fornello o la yogurtiera o lo scalda cera ma è un processo che va continuamente monitorato con un termometro da cucina. Dopo 8 ore il vostro oleolito sarà pronto e potrete filtrarlo e utilizzarlo.

Autrice Cecilia Tanghetti.

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