Oleolito di Calendula

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Oleolito di Calendula

Descrizione

L'oleolito di calendula è ottimo per la cura della pelle per le sue proprietà emollienti, lenitive, calmanti, antinfiammatorie e cicatrizzanti. Si può utilizzare anche sulla pelle dei bambini. Ottimo in caso di pelle irritata o sensibile, prurito, in caso di piaghe, ustioni, abrasioni. Eccezionale per xerosi (estrema disidratazione accompagnata da prurito e desquamazione), radiodermiti (infiammazione nelle aree trattate a seguito di radioterapia con arrossamenti, irritazione, desquamazioni, dolore, o vesciche), cambiamenti della pigmentazione (macchie bianche, scure e/o telengectasie), per l'eritema da pannolino nei neonati. Se mi chiedessero quale è l'unico oleolito da fare e avere sempre in casa, io risponderei oleolito di calendula! È in assoluto il più efficace (sì, più di quello di iperico: per dire quello di iperico sulle piaghe da radioterapia non ha funzionato, quello di calendula sì).
Ma veniamo al procedimento: l'oleolito di calendula si può fare sia con piante fresche che secche.
Se i fiori e le foglie vengono utilizzati secchi l'oleolito verrà poi messo a macerare al buio.
Invece in estate si può anche utilizzare la pianta fresca (che contiene acqua), perché poi l'oleolito verrà lasciato al sole e questo impedisce che marcisca o ammuffisca. Dato che alcuni mi hanno chiesto se bisogna lasciarlo al sole o basta tenerlo in casa vicino a una finestra: va assolutamente lasciato al sole perché la temperatura dell'olio deve stare tra i 40° e i 60° C cosa che si ottiene solo con l'esposizione diretta al sole.
COME FARE L'OLEOLITO
Il procedimento, in entrambi casi, è semplicissimo: si riempie un vasetto di vetro trasparente di fiori o freschi o precedentemente essiccati. Il capolino della calendula è pronto per essere raccolto quando è un po' "appiccicoso", e per fare gli oleoliti i fiori si raccolgono tra le 11 e le 14. I fiori si possono anche rompere o triturare. Quindi si ricoprono di olio vegetale, si tappa il vasetto e si lasciano macerare all'ombra se secchi, al sole se freschi, da un minimo di 20 a un massimo di 40 giorni (con questo caldo bastano 20 giorni!). Il contenitore di vetro andrebbe agitato dolcemente almeno un paio di volte a settimana (ma anche tutti i giorni se possibile).
Il vasetto si può chiudere con un tappo o meglio con garze, bloccate con degli elastici, cosa che permette l'evaporazione dell'acqua eventualmente presente, ma impedisce che entrino insetti o polvere. Se chiudete con un tappo dovreste avere l'accortezza di aprirlo una volta giorno per far evaporare la condensa che si crea soprattutto i primi giorni. Ancora, per quanto riguarda gli oleoliti esposti al sole, soprattutto se coperti solo con la garza, il vaso di oleolito andrebbe portato in casa ogni sera, per evitare che si crei condensa nel vaso e esporlo di nuovo al sole ogni mattina.
Passato circa un mese, si filtra l'olio e si utilizza.
CHE OLIO È MEGLIO UTILIZZARE?
Si possono usare diversi tipi di olio. Io utilizzo olio di girasole deodorato, di riso oppure quello di vinaccioli. Sono i tre con cui mi sono sempre trovata meglio anche successivamente, quando trasformo gli oleoliti in creme e unguenti.
Quello di riso ha due vantaggi: che è ricco di vitamina E, quindi irrancidisce difficilmente, ed è molto neutro. Quello di mandorle dolci è ottimo ma molto delicato: tende a irrancidire molto facilmente e non si può utilizzare per gli oleoliti che vanno esposti al sole. Si può utilizzare ovviamente anche quello extravergine di oliva, basta solo sapere che è un olio molto denso e non penetra così facilmente nella pelle ma tende a ungere molto. Ognuna di voi poi troverà il suo olio preferito in base anche alla propria pelle: non esiste un olio giusto o sbagliato, basta che non irrancidisca al sole!
TECNICA A CALDO
La calendula è una delle poche piante con cui si può fare un oleolito anche a caldo: di solito si fa in inverno, altrimenti sono preferibili le altre due tecniche perché la concentrazione di principi attivi è minore. Comunque, in un vaso di vetro si pone la droga sminuzzata o secca e si ricopre a filo con olio. Il vaso va poi messo a bagnomaria e tenuto per 8 ore a 40° C costanti. Si possono usare la stufa o il fornello o la yogurtiera o lo scalda cera ma è un processo che va continuamente monitorato con un termometro da cucina. Dopo 8 ore il vostro oleolito sarà pronto e potrete filtrarlo e utilizzarlo.
Autrice Cecilia Tanghetti.
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