ERBA MORELLA: facciamo chiarezza una volta per tutte sulla sua commestibilità!

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ERBA MORELLA: facciamo chiarezza una volta per tutte sulla sua commestibilità!

Descrizione

PREMESSA: con erba morella intendo Solanum nigrum L. della famiglia delle Solanaceae, chiamata in inglese black nightshade.
Su questa pianta c'è veramente tantissima confusione: tutti in Italia pensano che sia tossica. Non è assolutamente vero. È una pianta commestibile! E non è solo commestibile, ha delle potenzialità fitoterapiche eccezionali.

Dopo aver esaminato 576 pubblicazioni scientifiche su S. nigrum, escludendo alcuni contenuti irrilevanti, mi sono concentrata principalmente su 120 documenti. L'articolo è lungo e non è possibile ridurlo ulteriormente senza perdere chiarezza, ma è di facile comprensione. Per leggerlo completamente ci vuole mezz'ora. Ve l’ho diviso in sezioni con titoli specifici in maniera tale che possiate leggere anche solo la parte che vi interessa (ovviamente il mio consiglio è di leggerlo nella sua interezza).

Come sapete in Capraecavoli non ci sono solo professionisti preparati e competenti, ma ci sono soprattutto persone che odiano i pregiudizi, le notizie parziali e mal riportate e ci tengono a fare chiarezza sulla tossicità delle piante. Non solo, ci sono persone che vi regalano con estrema generosità la loro competenza e che vi mettono non solo nella condizione di capire tutto, ma anche di controllare (dato che siamo gli unici che mettono sempre la bibliografia scientifica utilizzata per ogni articolo). L'abbiamo fatto con Muscari, con Ornithogalum, con il Crocus ecc e adesso lo facciamo anche con Solanum nigrum L.!
Purtroppo mi rendo conto che sul web non è così: mi tocca di nuovo citare Acta plantarum (non perché ce l'abbia con loro ma perché risulta essere il primo sito nelle ricerche sulle piante) e loro scrivono che è tossica. Le cose che mi lasciano interdetta sono due: la prima è che in Acta plantarum la tossicità delle piante non è stabilita da alcun medico tossicologo. Perché in Acta plantarum ci sono dei botanici ma la maggior parte degli articoli sono scritti da appassionati che NON hanno alcuna formazione specifica. Quindi dato che non hanno competenze in tossicologia NON DOVREBBERO ASSOLUTAMENTE PERMETTERSI di stabilire se una pianta sia o meno commestibile. Dovrebbero limitarsi a fare i botanici. Cioè a descrivere una pianta e la sua diffusione in Italia. La seconda cosa è che loro stabiliscono se una pianta sia commestibile o meno senza MAI citare alcuna fonte. In pratica per acta plantarum vale quello che valeva per Aristotele: Ipse dixit, l'ha detto lui, quindi è valido, e non c'è bisogno di dimostrarlo. Peccato che sia Aristotele che Acta plantarum scrivano e abbiano scritto tantissime cose errate. E peccato che il metodo scientifico NON si basa sulle opinioni. Ci abbiamo messo millenni per ottenere il metodo scientifico e adesso un sito di botanici, quindi uomini di scienza, si prende la libertà di non farlo, pubblicando opinioni non verificate e verificabili?

Se non è segnalata la bibliografia DIFFIDATE SEMPRE DI QUELLO CHE VIENE SCRITTO, anche se la fonte “sembra” autorevole.

Comunque non va meglio nemmeno su wikipedia. Anche qua notizie assolutamente errate e senza fonti (vi ho messo le fotografie). Oppure su cure naturali, sito che avevo già criticato in passato per l'elevatissimo contenuto di fantabotanica, che oltre a non citare alcuna fonte, scrive la nomenclatura botanica senza seguire le regole e attribuisce a Solanum nigrum proprietà casuali e assurde! Ho citato questi siti SOLO perché dalle statistiche sono i più consultati quando si parla di piante. Non è mio interesse parlarne male. Mi sto limitando a riportare fatti facilmente verificabili quindi non si configura legalmente come diffamazione.

Ultima cosa prima di parlare dell'erba morella: se sotto questo mio articolo, volete scrivere un commento di critica sappiate che la scienza non si basa su OPINIONI PERSONALI ma solo su dati. Quindi se volete scrivere un commento criticando parte dell'articolo, semplicemente per POTERLO fare allegate letteratura scientifica a sostegno della vostra tesi e, magari, anche il vostro curriculum. La vostra opinione senza dati scientifici, è assolutamente e totalmente IRRILEVANTE. Questo è un profilo che si occupa esclusivamente di divulgazione scientifica, NON È UN BAR e io non ho minimamente la pazienza dei poveri baristi nell’ascoltare stupidaggini. Quindi NON sono assolutamente ammesse opinioni personali sul mio profilo. Grazie.

Solanum nigrum Linn., è un'erba del genere Solanum (genere che annovera migliaia di specie) ampiamente distribuita nelle regioni temperate e tropicali dell'Europa, dell'Asia e dell'America. Nella medicina popolare (folk medicine) è stata usata per trattare vari tumori, nefrite acuta, uretrite, leucorrea, mal di gola, mal di denti, dermatiti, eczema, carbonchio e foruncoli. Finora sono stati identificati 188 costituenti chimici dello S. nigrum. Tra questi, le saponine steroidee, gli alcaloidi, i fenoli e i polisaccaridi sono i principali costituenti bioattivi. Le indagini sulle attività farmacologiche di S. nigrum hanno rivelato che questa erba medicinale commestibile presenta effettivamente, un'ampia gamma di potenziale terapeutico, comprese attività antitumorali, antinfiammatorie, antiossidanti, antibatteriche e neuroprotettive sia in vivo che in vitro.

Tranne in Italia, in tutti i paesi del mondo è consumata come cibo: in Sud America, in Nord America, in Cina (Gao et al., 2021); in India, (Wang, 2007; Zhao, 2010; Wang et al., 2017). Sempre in Cina, in Libia, Yemen e Giordania è utilizzata ampiamente anche in fitoterapia.

TOSSICITÀ
TUTTO ciò che mangiamo ha una dose tossica. TUTTE le piante hanno una dose tossica. Anche Solanum nigrum ce l’ha.
Nel 2005, Lai et al. hanno studiato il test di tossicità acuta e genotossicità di S. nigrum. Ai topi è stata somministrata la dose più alta di 21,5 g/kg e non sono stati osservati e registrati segni di tossicità e morte per 14 giorni di sonda gastrica continua. Nel test di genotossicità, la mutagenicità a breve termine del succo di S. nigrum è stata studiata mediante il test di deformazione dello sperma di topo, il test del micronucleo e il test di Ames. I risultati di questi tre test sono stati tutti negativi, indicando alcun effetto genotossico (Lai et al., 2005). Nel 2014, Mo et al. ha confermato sperimentalmente la dose massima di 494,4 g/kg di infuso acquoso di S. nigrum nei topi (corrisponderebbero a quasi 30 kg in un uomo di 60 kg). Quando le persone normali assumono la quantità comunemente usata di S. nigrum in fitoterapia (30–60 g), non si osservano effetti tossici e collaterali. Un sovradosaggio causa sintomi quali mal di testa, dolore addominale, vomito, diarrea, dilatazione della pupilla, aritmia, coma e altri sintomi (Mo et al., 2014). In poche parole, i frutti maturi sono assolutamente commestibili crudi e cotti. Se volete assaggiarli le prime volte non esagerate anche per escludere eventuali allergie. Sulle foglie invece manterrei lo stesso comportamento che si tiene per le foglie di pomodoro: la tossicità è più elevata, come per tutte le parti verdi delle Solanum quindi il consumo deve essere limitato, e solo previa cottura.

Ok quindi so già che state pensando: ha una dose tossica quindi non utilizziamola. E allora io vi chiedo perché mangiate e/o bevete QUOTIDIANAMENTE cibi che hanno dosi tossiche INFERIORI? Ad esempio l’alcol. Oppure la salvia, la camomilla, gli spinaci, il tabacco, le patate, i pomodori ecc ecc ecc. La camomilla ha una dose tossica infinitamente inferiore rispetto a Solanum nigrum: con 9 g di camomilla secca vi provocate un'aritmia che in un bambino potrebbe essere fatale (infatti di solito la dose indicata di camomilla secca è 0,8 g - nei commenti vi metto il mio video).

Invece con 5 g di noce moscata vi garantite allucinazioni: la miristicina ha effetti neurotossici sui neuroni dopaminergici ed è un debole inibitore della monoaminossidasi, la dose letale orale LD50 della miristicina è: 3000 mg/kg.

In tutte le piante della famiglia delle Solanaceae, particolarmente nella patata, sono presenti due alcaloidi: la solanina e la tomatina, inibitori della colinesterasi, un enzima responsabile della trasmissione nervosa e neuromuscolare. Nella patata, il contenuto di solanina dipende da numerosi fattori, quali l’esposizione alla luce del sole, la varietà, il grado di maturazione, la quantità di fertilizzanti utilizzati nella coltura e le condizioni di conservazione, preparazione e cottura.
Normalmente il contenuto medio varia da 2 a 15 mg/100g; nelle “chips” il contenuto varia da 2 a 60 mg/100 g (ciò è dovuto al reiterato utilizzo dell’olio di cottura, dove si accumulano le sostanze tossiche). La solanina è termoresistente e insolubile in acqua; l’azione tossica non viene neutralizzata con la cottura. Alla dose di 2 mg/Kg di peso corporeo la solanina produce disturbi neurologici, nausea, vomito, depressione cardiovascolare e respiratoria, e nei casi più gravi coma e morte. Però non mi sembra che nessuno di voi rinunci a un bicchiere di vino, alla noce moscata nelle lasagne, alle patatine fritte o ai casoncelli con burro e salvia.

Altro ragionamento da fare, le Solanaceae NON sono una famiglia italiana, noi le abbiamo importate dal Sud America. Quindi non è una famiglia che conosciamo. Quando nel ‘500 il pomodoro fu importato in Italia per 200 anni, fino al ‘700, era considerata una pianta assolutamente tossica e solo ornamentale. Adesso la dieta Italiana si basa sul pomodoro e le persone pensano che sia una pianta autoctona (anche il pomodoro è una Solanum! Solanum racemigerum, la prima specie di pomodoro selvatico importato, ora Solanum lycopersicum che è presente nei vostri orti con millemila cultivar).

Questo fenomeno, cioè, il considerare innocuo ciò che si conosce che ci è familiare, e pericoloso ciò che non si conosce, è un bias cognitivo studiato anche in psicologia (ed è pure alla base del razzismo 😉). Quindi non vi sto dicendo di mangiare Solanum nigrum, se non volete. Io la mangio e ai corsi ve la faccio mangiare! PERCHÉ È BUONISSIMA. Ma vi sto solo pregando di ASTENERVI dal dire che una cosa è tossica se non siete medici tossicologi! Solo perché avete pregiudizi e/o perché è una famiglia sudamericana. Piuttosto informatevi: guardate i contadini sudamericani. Pensate che loro addirittura coltivano Solanum nigrum tanto è buona! E hanno una cultivar chiamata Garden Huckleberry che fa i frutti molto più grossi. Possibile che i sudamericani coltivino una specie tossica? Non è che semplicemente siamo noi che non abbiamo informazioni corrette? E pregiudizi? 😉 Ricordatevi che a noi esseri umani piacciono molto i pregiudizi soprattutto quando confermano le nostre credenze e/o ci tranquillizzano, o ci fanno sentire esclusivamente buoni, bravi, belli e giusti.

ANALISI SPECIFICA DEI FITOCOMPLESSI CONTENUTI NELLA PIANTA E PROPRIETÀ
Ad oggi, circa 188 composti fitochimici sono stati separati e identificati dallo S. nigrum, tra cui steroidi, alcaloidi, acidi organici, flavonoidi, fenilpropanoidi e loro glicosidi, nonché altri composti. I composti steroidei sono costituiti da saponine steroidee e alcaloidi steroidei e sono considerati i principali componenti bioattivi di S. nigrum, esibendo varie attività farmacologiche, come attività antitumorali, antinfiammatorie e antivirali. Inoltre, S. nigrum è ricco di un gran numero di polisaccaridi, che hanno varie attività farmacologiche, come le attività immunomodulanti e antitumorali.

SAPONINE STEROIDEE
Le saponine steroidee sono un'importante classe di metaboliti secondari distribuiti nelle piante superiori e in alcuni organismi marini, che mostrano buone attività farmacologiche. Sono i principali costituenti farmacologicamente attivi dello S. nigrum. Finora sono state isolate e identificate 76 saponine steroidee. Le attuali ricerche sull'attività farmacologica di S. nigrum si concentrano principalmente sulle attività antitumorali e antinfiammatorie, mentre le ricerche sulle corrispondenti composizioni chimiche si concentrano principalmente sui vari tipi di saponine steroidee. Nel 2006, 22 nuove saponine steroidee (Solanigroside A-O, Solanigroside R-X) sono state isolate dall'intera pianta di S. nigrum e l'analisi struttura-attività delle saponine steroidee in S. nigrum ha mostrato che le attività citotossiche delle saponine dello spirostanolo e delle saponine del progesterone erano più forti di quelli delle saponine furostanoliche e delle saponine colesteriche (Zhou, 2006). Nel 2017, Wang et al. (2017), hanno isolato nove nuove saponine steroidee dalle bacche di S. nigrum, di cui il Solanigroside Y1 ha mostrato una significativa attività antinfiammatoria. Successivamente, Xiang et al. hanno isolato sette nuove saponine steroidee con un nuovo scheletro di colestano 16, 22-dione da bacche immature di S. nigrum e alcuni di questi composti hanno mostrato una moderata attività antinfiammatoria (Xiang et al., 2018).

ALCALOIDI
Gli alcaloidi contenuti in S. nigrum sono principalmente alcaloidi steroidei, e la maggior parte di essi sono presenti sotto forma di glicosidi nei frutti, fusti, foglie e radici della pianta. Il frutto immaturo di S. nigrum ha il più alto contenuto di alcaloidi steroidei (fino al 4,2%), che diminuisce gradualmente con la maturazione. Questo fenomeno è un meccanismo che la pianta ha messo in atto per impedire che le foglie e i frutti giovani vengano mangiati dagli erbivori, favorendo la sopravvivenza della specie. Gli alcaloidi steroidei contenuti nello S. nigrum sono anche alla base dell'attività antitumorale dello S. nigrum. Tra gli alcaloidi steroidei contenuti in S. nigrum, solasonina e solamargine costituiscono rispettivamente lo 0,2% e lo 0,25%, e il glicoside di solasonina e solamargina formato dopo l'idrolisi alcalina è la solasodina (He et al., 2015). Solamargine è il componente principale degli alcaloidi totali di S. nigrum e studi farmacologici hanno dimostrato che solamargine ha una forte attività inibitoria contro il cancro del fegato, il cancro della cervice, il cancro del polmone, il cancro della laringe, il colangiocarcinoma, il cancro dell'esofago (Wang 2007; Sun et al., 2010; Ding et al., 2012; Zhang, 2018; Xiang et al., 2019). Inoltre, β 2 -solasonina, solaoacid, (25R)-22αN-4-nor-spirosol-5(6)-en-3β-ol-6-al-3-O-l-rhamnopyranosyl-( 1→2)-[α-l-rhamnopyranosyl-(1→4)]-β-d-glucopiranoside e solasonina hanno mostrato attività antitumorali e antinfiammatorie (Xiang et al., 2019; Li et al., 2020; Zhang et al., 2021).

ALTRI ALCALOIDI
Oltre agli alcaloidi steroidei presenti, in S. nigrum sono stati identificati anche altri tipi di alcaloidi. Le lignanamidi sono un raro tipo di prodotto naturale definito come blignani contenenti gruppi ammidici, che mostrano diverse attività biologiche, inclusi effetti neuroprotettivi, antinfiammatori e insetticidi. I risultati hanno indicato che la cannabis F isolata dalle parti aeree di S. nigrum ha una significativa attività neuroprotettiva contro i modelli di danno cellulare SH-SY5Y indotti da MPP+ a dosi di 12,5, 25 e 50 μM (Li et al., 2019 ). Nel 2021, Gao et al. ha analizzato i costituenti chimici di S. nigrum utilizzando LC-MS e NMR e ha identificato 89 composti, tra cui principalmente adenina, acido nicotinico, acido 9-amminononano-1, 3, 9-tricarbossilico, adenosina, allantoina e dozzine di alcaloidi (Gao et al., 2021).

FENILPROPANOIDI
Il fenilpropanolo è un composto naturale composto da un anello benzenico collegato a tre atomi di carbonio a catena lineare (gruppi C6-C3). Ha una struttura fenolica ed è una sostanza fenolica. Nella biosintesi, la maggior parte di questi composti si formano attraverso una serie di reazioni come la deaminazione e l'idrossilazione dell'acido shikimico attraverso aminoacidi aromatici, come la fenilalanina e la tirosina. Fino ad ora, 21 fenilpropanoidi, inclusi dieci tra acido fenilpropionico e loro esteri, una cumarina e dieci lignani, sono stati separati con successo e identificati chimicamente mediante analisi spettroscopica, compresi 1H-NMR e 13C-NMR, di tutte le piante di S. nigrum. La scopoletina è ampiamente distribuita nello S. nigrum e gli studi attuali hanno dimostrato che ha varie attività farmacologiche, come effetti antitumorali, antinfiammatori, ipoglicemizzanti, ipotensivi e anti-neurodegenerativi (Chu et al., 2019).

FLAVONOIDI
I flavonoidi sono una classe di metaboliti secondari che rappresentano oltre la metà dei fenoli vegetali, con varie attività farmacologiche come attività antiossidante e antinfiammatoria. Nel 2014, Yang et al. hanno isolato e identificato un flavone e tre glicosidi flavonici dall'intera pianta di S. nigrum (Yang, 2014). Nel 2017, i composti sono stati isolati e identificati da S. nigrum, dimostrando che la loro attività inibitoria della colinesterasi era più debole di quella dell'estratto di acetato di etile di S. nigrum, presumibilmente a causa dell'effetto sinergico tra questi composti (Sabudak et al., 2017). L’attività antiossidante dello S. nigrum è strettamente correlata al suo contenuto di flavonoidi e la ricerca sui flavonoidi dello S. nigrum dovrebbe essere incrementata per fornire la base per lo sviluppo e l’utilizzo di alimenti funzionali di S. nigrum.

ACIDI BENZOICI
Sono stati identificati sette acidi benzoici con sostituenti idrossilici fenolici da S. nigrum, tra cui acido gallico, acido 2, 4-diidrossibenzoico, acido protocatecuico, acido vanillico, acido 4-idrossibenzoico acido, acido salicilico e acido 5-diidrossibenzoico (Wang et al., 2007; Liu et al., 2019; Gao et al., 2021). La maggior parte di questi composti hanno attività antinfiammatorie, antiossidanti, antibatteriche e antivirali, fornendo ampie prospettive di applicazione e importanti intermedi farmaceutici per il trattamento delle malattie.

POLISACCARIDI
Attualmente, 12 tipi di polisaccaridi sono stati isolati e purificati con successo da S. nigrum, che si ritiene abbiano attività antitumorali, immunomodulatorie e protettive del fegato (Liu, 2003; Liu, 2005; Yao et al., 2020).

Oltre ai composti sopra menzionati, Solanum nigrum contiene anche: acido ursolico che è un triterpene antitumorale e composti alifatici. Notevoli anche gli esteri dell'acido ferulico, ovvero composti che sono, oltre all'α-carotene, al β-carotene e alla xantofilla, nutrienti essenziali per le persone e di grande importanza per la salute degli occhi e della pelle umana (Wang, 2007; Zhao, 2010; Gao et al., 2021).

ATTIVITÀ FARMACOLOGICHE
Vari estratti e composti bioattivi isolati di S. nigrum hanno mostrato molte proprietà farmacologiche tra cui attività antitumorali, antiossidanti, antinfiammatorie, immunomodulanti, antipertensive, antimicrobiche e antivirali (Yang et al., 2016; Veerapagu et al., 2018; Tian et al., 2019 Guo et al., 2020. Una varietà di medicinali cinesi brevettati in cui l’estratto di S. nigrum è uno degli ingredienti principali, è stata ampiamente utilizzata nella pratica clinica. Alcuni dei brevetti contenenti S. nigrum si utilizzano principalmente nel campo del trattamento di tumori e malattie della pelle.

ATTIVITÀ ANTITUMORALE
Gli estratti grezzi e i composti isolati di S. nigrum hanno mostrato un significativo potenziale antitumorale in vitro e in vivo. Gli estratti hanno inibito significativamente la crescita di varie linee cellulari tumorali, come la linea cellulare di cancro al seno umano MCF-7, la linea cellulare di carcinoma a cellule renali 786-O, la linea cellulare di cancro esofageo ECA-109, linee cellulari di fegato umano SMMC-721 e HepG2, linea cellulare di cancro gastrico MGC-803, linee cellulari di carcinoma colorettale umano HT-29, HCT-116 e DLD-1 e linea cellulare di cancro polmonare umano A549 (He et al., 2015). Nello specifico, il trattamento con l'estratto acquoso di S. nigrum (SNWE) ha indotto l'apoptosi nelle cellule HepG2 aumentando il rilascio mitocondriale del citocromo C e attivando la Caspasi-3 e inducendo l'autofagia attraverso il coinvolgimento dei livelli di LC3, Bcl-2 e Akt (Lin et al., 2007).

L'ossido nitrico (NO) è una molecola antitumorale prodotta dai macrofagi attivati. La raccolta di macrofagi peritoneali indotti dal tioglicolato (TG) da topi seguita dall'incubazione con diverse concentrazioni di SNWE (10-500 mg/ml) da solo o con interferone-γ ricombinante (rIFN-γ) (20 U/ml) per 6 ore ha dimostrato che l'estratto ha indotto in modo dose-dipendente la produzione di NO e l'espressione di iNOS, che è stata altamente rafforzata in combinazione con rIFN-γ. Ulteriori ricerche sui meccanismi hanno dimostrato che la pirrolidina ditiocarbammato (PDTC), un inibitore di NF-κB, ha inibito l'effetto sinergico di S. nigrum e rIFN-γ sulla produzione di NO e sull'espressione di iNOS. Questi risultati suggeriscono che S. nigrum aumenta la produzione di NO attraverso l'attivazione di NF-κB (An et al., 2005). Inoltre, l'1% e il 2% di SNWE hanno ridotto in modo evidente la carcinogenesi epatica al 40% e al 20% e hanno aumentato significativamente il tasso di sopravvivenza al 90% e al 100%, rispettivamente, nei ratti con epatoma indotto da AAF/NaNO2 (Hsu et al., 2009). SNWE ha anche causato una citotossicità del 43%, ha inibito la migrazione e ha soppresso le attività dell'esochinasi e del piruvato sulla linea cellulare del cancro al seno umano (MCF-7) di circa il 30% e il 40% ad una concentrazione di 10 g/L, rispettivamente (Ling et al., 2019).

Wang et al. hanno riferito che il valore IC50 dell'estratto polifenolico di S. nigrum (SNPE) era 0,75 mg/ml e la vitalità cellulare delle cellule HepG2 era 85%, 27% e 6% a concentrazioni di 0,5, 1,0 e 2,0 mg/ml, rispettivamente. Inoltre, SNPE ha arrestato il ciclo cellulare nella fase G2/M (21,13%, 24,53% e 31,62% rispettivamente a 0,5, 1,0 e 2,0 mg/ml) regolando l'attività della famiglia CDC25 e CDK1 e riattivando l'apoptosi tramite diminuendo l'espressione proteica di Bcl-2 e Bid. Inoltre, SNPE ha ridotto il peso e il volume del tumore dopo aver alimentato quotidianamente topi portatori di tumore HepG2 con una dieta basale da 5 g contenente 1 o 2 µg/ml (p/v) SNPE per 35 giorni (Wang et al., 2010). Yang et al. (2010) hanno anche rivelato che SNPE riduce significativamente la vitalità delle cellule HepG2 (IC50 = 0,86 mg/ml). Lo studio sul meccanismo d'azione ha mostrato che SNPE ha inibito la migrazione e l'invasione di HepG2 indotta da TPA bloccando l'espressione di PKCα e attenuando l'attivazione di p38 e p38/ERK (Yang et al., 2010). Inoltre, SNPE ha inibito la vitalità delle cellule HepG2 attraverso la soppressione dell'attivazione di AKT e mTOR indotta da VEGF in vitro e ha ridotto il volume e il peso dei tumori nel modello murino portatore di tumore HepG2 (Yang et al., 2016).

Secondo i rapporti della letteratura pertinente, diversi estratti con solventi (acqua, etanolo, cloroformio e n-butanolo) di S. nigrum mostrano una forte attività antitumorale ad ampio spettro. È stato dimostrato che l’estratto etanolico del frutto di S. nigrum (SNCE) potrebbe arrestare il ciclo cellulare nella fase S e proseguire fino alla fase G2/M, inibendo la proliferazione di MCF-7 (IC50 = 40,77 μg/ml) e inducendo l’apoptosi 43,31% (Churiyah et al., 2020). L'estratto n-butanolo di S. nigrum ha inibito la crescita delle cellule SW480 del cancro del colon-retto umano in modo dose-dipendente bloccando le cellule nella fase G2/M e aumentando l'espressione di Caspase-3 (Ye e Gao, 2019). Questi studi hanno indicato che diversi estratti solventi di S. nigrum potrebbero essere candidati promettenti per il trattamento del cancro.

Inoltre, anche altri composti isolati dallo S. nigrum hanno mostrato molteplici effetti antitumorali. L'α-solanina, che è un componente chimico ampiamente presente nelle patate, nei pomodori, nelle melanzane e in altre piante delle Solanaceae, ha attività antitumorali e insetticide. Il trattamento della linea cellulare di cancro gastrico umano (SGC-7901) con diverse concentrazioni di α-solanina (25, 50, 100 μg/ml) per 24 o 48 ore ha inibito la proliferazione e promosso l'apoptosi delle cellule sovraregolando l'espressione di miR-140 e sottoregolando l'espressione di MACC1 (Huang et al., 2020).
Inoltre, l'α-solanina ha mostrato proprietà antitumorali regolando l'espressione di p-Akt, scindendo la proteina Caspase-3 e p53, aumentando il livello di ROS intracellulare e inibendo la fosforilazione di FAK e l'espressione di miR-138 e della proteina sopravvissuta (Wu, 2011 ; Zhu et al., 2019). I valori IC50 della solasonina contro cinque cellule tumorali (THP-1, MV4-11, HL-60, NB4, HEL) erano rispettivamente 11,19, 12,50, 15,87, 15,45 e 17,00 mM. Inoltre, la solasonina ha promosso l’apoptosi e ha causato un minore arresto del ciclo cellulare nella fase G2/M attraverso l’attivazione dell’asse AMPK/FOXO3A.
Nel modello di xenotrapianto indotto da THP-1, a tutti i topi sono stati iniettati per via intraperitoneale 4, 8 e 16 mg/kg di solasonina una volta al giorno per 14 giorni e i risultati farmaceutici e di immunoblotting hanno mostrato che la solasonina ha inibito la crescita del tumore con l'aumento della concentrazione di solasonina e ha indotto la traslocazione nucleare di FOXO3A, ha sovraregolato l'espressione di Bax e P-CDK1 e ha sottoregolato l'espressione di Bcl-2 e Ciclina B1 (Zhang et al., 2021). La solasonina ha indotto l'apoptosi inibendo l'espressione delle proteine p65 e Bcl-2, migliorando l'espressione delle proteine Bik e Bak e attivando la via della Caspasi-3 (Li et al., 2020). Zhang et al. ha dimostrato che solamargine induce l’apoptosi diminuendo il potenziale della membrana mitocondriale, sovraregolando l’espressione della proteina pro-apoptotica e sottoregolando l’espressione della proteina anti-apoptotica con un valore IC50 di 9,81 μΜ (Zhang, 2018). La degalattotigonina isolata da S. nigrum può inibire la proliferazione, l'invasione, la migrazione e la tumorigenicità delle cellule di carcinoma a cellule renali e può essere utilizzato come farmaco efficace per il trattamento del carcinoma a cellule renali avanzato (Wang et al., 2020).

ATTIVITÀ IMMUNOMODULANTE
I polisaccaridi grezzi di S. nigrum SNLP-1 hanno mostrato un'evidente attività immunoregolatoria per i macrofagi promuovendo il rilascio di NO e la secrezione di citochine (TNF-α e IL-6) in vitro, e ulteriori studi hanno indicato che SNLP-1 migliora il gene e livelli di espressione proteica di TLR4 e dei suoi nodi chiave MyD88, TRAF-6, NF-κB e c-JUN nel percorso. Creando un modello di topi con cancro al polmone e somministrando per via orale 200 mg/kg/giorno di SNLP-1, SNLP-1 non solo S.nigrum ha ridotto il peso del tumore dei topi con cancro al polmone, ma ha anche aumentato l'indice del timo e della milza. La citometria a flusso ha rivelato che il rapporto tra i sottoinsiemi di linfociti T CD4+/CD8+ e le concentrazioni di citochine Th1 sieriche (IFN-γ, IL-2, TNF) nei topi erano aumentati da SNLP-1. Ciò ha indicato che la frazione polisaccaridica omogenea SNLP-1 può migliorare la funzione del sistema immunitario del corpo in vivo e in vitro (Pu, 2020).
Allo stesso modo, i linfociti della milza di topo preparati e coltivati con LPS e ConA, l'indice del timo e della milza, la trasformazione proliferativa dei linfociti B e T e l'attività delle cellule NK erano significativamente più alti in tre gruppi rispetto al gruppo di controllo dopo la somministrazione orale giornaliera di 800, 400 o 200 mg/kg di polisaccaridi grezzi di S. nigrum per 28 giorni (Tian et al., 2019). Rispetto al gruppo di controllo, il polisaccaride dell'estratto acquoso di S. nigrum (SNLWP-1) e il polisaccaride dell'estratto alcalino (SNLAP-1 e SNLAP-2) aumentano significativamente il peso degli organi immunitari e dell'IL-2 e dell'IFN-γ sierici nel portatore di tumore H22 topi (Ding et al., 2012b).
Anche altri protocolli di estrazione, incluso l'infuso di foglie e il decotto di frutti, hanno mostrato attività immunomodulante negli studi clinici. Il trattamento con Longkui Yinxiao Tablet commissionato per 8 settimane ha prodotto livelli più elevati di CD4+/CD8+ e CD4+ nel gruppo di trattamento della psoriasi e livelli più bassi di CD8+ e citochine TNF-α, IL-6 e IL-17 rispetto al gruppo di controllo (Dai et al., 2018).

ATTIVITÀ ANTIINFIAMMATORIA
L’infiammazione è la risposta del sistema immunitario del corpo ai fattori patogeni e ai loro effetti dannosi, ed è una risposta autoprotettiva per aiutare il corpo a riprendersi e resistere alle infezioni, alle malattie e al dolore. Studi pertinenti hanno confermato l'attività antinfiammatoria degli estratti grezzi di S. nigrum in vari modelli correlati all'infiammazione e hanno spiegato i possibili meccanismi correlati. L'estratto in cloroformio di S. nigrum ha mostrato un'inibizione dell'80% della produzione di NO e iNOS stimolata da LPS ad una concentrazione di 50 μg/ml.
TNF-α e IL-6 sono citochine responsabili della patogenesi di molti disturbi infiammatori. Pertanto, sono stati determinati i livelli di TNF-α e IL-6 misurati mediante ELISA sui macrofagi peritoneali indotti da LPS e i risultati hanno mostrato che la frazione di cloroformio riduceva i livelli di TNF-α e IL-6 in modo dose-dipendente e ha inibito la fosforilazione di p38, JNK e ERK1/2, che potrebbe spiegare il meccanismo antinfiammatorio della frazione cloroformio di S. nigrum (Kang et al., 2011). Yeom et al. hanno mostrato nel modello murino di edema acuto dell'orecchio indotto da TPA che la vitalità cellulare nell'estratto del frutto di S. nigrum in etanolo all'80% era del 51,35% alla concentrazione di 0,125 mg/ml.
La produzione di NO nell'estratto del frutto di S. nigrum in etanolo all'80% è scesa al 4,1%, 16,1%, 61,0% e 79,8% a concentrazioni rispettivamente di 0,125, 0,250, 0,500 e 1,000 mg/ml e potrebbe anche alleviare edema e diminuire lo spessore del tessuto auricolare in vivo, probabilmente grazie all'abbondanza di alcaloidi e flavonoidi (Yeom et al., 2019). Risultati simili in modelli di ratto acuto e subacuto e gli estratti idroalcolici di S. nigrum hanno mostrato una minore deposizione di macrofagi e una maggiore deposizione di fibre di collagene e hanno mostrato proprietà di protezione degli organi (fegato, stomaco e reni), forse a causa della presenza di alcaloidi steroidei. e saponine steroidee di S. nigrum (Aryaa e Viswanathswamy, 2017).
La supposta fatta in casa di S. nigrum ha promosso la riparazione del tessuto epiteliale danneggiato e il ripristino della secrezione prostatica attraverso la diminuzione della qualità umida della prostata di ratto e del numero dei globuli bianchi e l'aumento della densità del corpuscolo di lecitina (Xu et al., 2015) . Allo stesso modo, preparati di S. nigrum fatti in casa potrebbero aumentare l’attività della SOD e diminuire il contenuto di MDA per mostrare attività antinfiammatoria nella sinovia del coniglio dopo che l’articolazione del ginocchio del coniglio è stata ricoperta con un unguento di S. nigrum fatto in casa per 1,5 ore al giorno per 6 giorni in totale in un modello di sinovite del ginocchio di coniglio realizzato con elettroagopuntura (Li J et al., 2021).
Nel 2017, Wang et al., hanno isolato nove nuove saponine steroidee dalle bacche di S. nigrum. Tra queste saponine steroidee, i solanigrosidi Y1 hanno inibito significativamente la produzione di NO con un valore IC50 di 9,7 μM e alcuni composti hanno mostrato effetti inibitori significativi sulla produzione di IL-6 e IL-1β indotta da LPS (Wang et al., 2017). Nel 2018, Xiang et al. hanno isolato sette glicosidi steroidei precedentemente non descritti dalle bacche acerbe di S. nigrum e tutti e sette i composti hanno mostrato attività inibitorie sulla produzione di NO con valori IC50 compresi tra 11,33 e 49,35 µM (Xiang et al., 2018). Nel complesso, gli estratti e altri preparati di S. nigrum meritano più studi relativi alle malattie infiammatorie.

ATTIVITÀ ANTIBATTERICA E LARVICIDA
Finora, le infezioni batteriche e fungine e la resistenza multifarmaco hanno rappresentato una grande minaccia per la salute umana e rappresentano sfide importanti che devono essere risolte urgentemente. Studi farmacologici hanno dimostrato che le attività antifungine di diverse parti di S. nigrum preparate in quattro solventi (etanolo, cloroformio, etere di petrolio e acqua distillata) per combattere cinque ceppi fungini, vale a dire Niger di Aspergillus, A. sapori, Saccharomyces cervisae, Alternaria alternate e Fusarium oxysprum. La MIC è risultata compresa tra 250 e 1.000 μg/ml e la zona di inibizione è stata misurata nell'intervallo di 9,3 mm di estratto di gambo in acqua distillata contro A. flavus e 32,42 mm di estratto di frutto in cloroformio contro A. niger (Mazher et al., 2017). Le zone massime di inibizione dell'estratto etanolico di S. nigrum erano 16,88, 11,33 e 19,25 mm per Staphylococcus aureus, Escherichia coli e Aeromona sobria ad una concentrazione di 200 mg/ml, rispettivamente (Ge, 2019).
Il composto isolato, solasodina-3-O-β-d-glucopiranoside, ha mostrato una potente attività fungicida contro i ceppi di Candida albicans sia sensibili agli azoli che resistenti agli azoli in terreno di ragno con un valore MIC di 32 mg/ml, che può essere attribuito al ruolo essenziale della porzione glucosilica. Successivi studi sui meccanismi farmacologici hanno scoperto che la solasodina-3-O-β-d-glucopiranoside ha alcalinizzato il vacuolo intracellulare e ha suscitato la permeabilità del vacuolo contribuendo alla morte cellulare in C. albicans (Chang et al., 2017). Un altro studio ha dimostrato che solasodina-3-O-β-d-glucopiranoside potrebbe attenuare la virulenza della Candida albicans inibendo l'adesione e la trasformazione morfologica da lievito ad ifale, e i risultati del test di riduzione XTT hanno mostrato che solasodina-3-O- Il β-d-glucopiranoside potrebbe inibire la formazione del biofilm di C. albicans a concentrazioni pari o superiori a 16 mg/l.
Successivamente, la downregulation dei geni correlati all'adesione come ALS3, EAP1 e HWP1 con l'aggiunta di cAMP 1 mM ha salvato il tasso di crescita del biofilm trattato con solasodina-3-O-β-d-glucopiranoside dal 27,11% al 77,15%. I risultati suggeriscono che la solasodina-3-O-β-d-glucopiranoside inibisce l'attività di C. albicans regolando la via di segnalazione Ras-cAMP-PKA e riducendo il contenuto di cAMP intracellulare (Li et al., 2015).

Dopo l'esposizione a concentrazioni graduate (2,5, 5 e 10 ppm) delle nanoparticelle d'argento sintetizzate (AgNP) per combattere le larve del terzo stadio di C.quinquefasciatus e An. stephensi, i valori IC50 e IC90 degli estratti di foglie secche, foglie fresche e bacche di S. nigrum per An. stephensi erano rispettivamente 1,33, 1,59 e 1,56 ppm e 3,97, 7,31 e 4,76 ppm. I valori IC50 e IC90 degli estratti di foglie secche, foglie fresche e bacche di S. nigrum per C.quinquefasciatus erano rispettivamente 1,26, 1,33 e 2,44 ppm e 14,38, 38,04 e 13,42 ppm (Rawani et al., 2013)
Per esplorare l'attività acaricida degli estratti grezzi di S. nigrum per Tetranychus cinnabarinus, Chen et al. hanno condotto test slide-dip e leaf-dip ed esperimenti in serra, rivelando valori LC50 e LC90 di 3,50, 3,99, 4,70, 12,15, 13,99 e 14,92 g/L dopo 1, 3 e 7 giorni di trattamento, rispettivamente. (Chen e Dai, 2016). L'estratto di foglie metanolo possedeva la più alta attività larvicida (tasso di mortalità del 90%) contro le prime larve del quarto stadio di C. quinquefasciatus a 1.000 ppm (Rahuman et al., 2009). L'estratto di foglie di S. nigrum ha causato tassi di mortalità del 28,54%, 56,8% e 57,42% dell'afide verde del pesco dopo esposizione per 24, 48 e 72 ore (Madanat et al., 2016). Inoltre, è stato scoperto che i composti attivi solamargine e solasonina isolati da S. nigrum combattono contro il Plasmodium yoelii 17XL nei topi e la soppressione della parassitemia di solamargine e solasonina è stata rispettivamente del 64,89% e del 57,47% (Chen et al., 2010). Tuttavia, mancano ricerche sul meccanismo alla base dell’effetto insetticida.

ATTIVITÀ ANTIOSSIDANTE
Un eccessivo accumulo di radicali liberi nel corpo può causare invecchiamento e danni ai tessuti. Lo stress ossidativo è l’agente patogeno di molte malattie umane, come l’aterosclerosi, il danno da riperfusione ischemica, l’infiammazione, il cancro, l’invecchiamento e le malattie neurodegenerative. Gli antiossidanti sono l’unica arma contro gli effetti ossidanti e dannosi dei radicali liberi sulle sostanze chimiche e sulle cellule vitali del corpo. Vari studi si concentrano sull’attività antiossidante dei composti bioattivi o degli estratti di S. nigrum utilizzando test in vitro e in vivo. Sivaraj et al. hanno effettuato saggi sul radicale DPPH˙, sul radicale superossido, sul radicale cationico ABTS˙+, sulla riduzione del fosfomolibdeno e sul potere riducente del Fe3+ dell'estratto del frutto di S. nigrum.
L'attività massima di eliminazione dei radicali DPPH è stata del 73,16% a 120 μg/ml (IC50 = 81,02 μg/ml), l'attività massima di eliminazione dei radicali superossido è stata del 60,06% a 120 μg/ml (IC50 = 57,82 μg/ml), l'ABTS massimo + l'attività di eliminazione dei cationi radicalici è stata del 67,70% a 60 µg/ml (IC50 = 35,56 μg/ml), la riduzione massima del fosfomolibdeno è stata del 96,77% a 120 µg/ml (RC50 = 21,25 μg/ml), e la riduzione massima del Fe3+ è stata 72,10% a 120 µg/ml (RC50 = 63,74 µg/ml). Questi risultati hanno indicato che due composti, il flavone e l’acido oleico, possono essere uno dei motivi della proprietà antiossidante dell’estratto del frutto di S. nigrum (Sivaraj et al., 2020).

I livelli di GSH e ROS determinati in colture primarie di cellule astrogliali di ratto hanno mostrato che l'estratto di foglie di S. nigrum potrebbe aumentare i livelli di GSH intracellulare e diminuire i livelli di ROS, il che indica che l'estratto di foglie di S. nigrum potrebbe ripristinare lo stato ossidativo utilizzando il glutammato come fattore di stress, prevenire l'aumento dell'assorbimento di glutammato e inibire l'eccitotossicità del glutammato (Campisi et al., 2019). Secondo il test di eliminazione dei radicali idrossilici, l'estratto grezzo di etanolo al 60% di S. nigrum ha mostrato tassi di eliminazione del DPPH del 68,45% e del 49,12% (Teng et al., 2014). Il peptide lunasina, purificato da S. nigrum, ha inibito il danno ossidativo al DNA in modo dose-dipendente bloccando la reazione di Fenton tra Fe2+ e H2O2 mediante chelazione del Fe2+, suggerendo che il peptide lunasina può svolgere un ruolo importante nella chemioprevenzione della carcinogenesi ossidativa (Jeong et al., 2010). Dopo il trattamento con glucosio ossidasi o xantina ossidasi da soli o in combinazione con 0,01, 0,1, 1, 10 e 20 μg/ml di glicoproteina per 4 ore, la vitalità delle cellule NIH 3T3 era del 40,4%, 47,3%, 53,0%, rispettivamente 68,2% e 85,3%, rispetto al 33,3% del gruppo di controllo (glucosio ossidasi).
Le vitalità erano rispettivamente del 75,1%, 79,3%, 83,2%, 86,0% e 95,1%, rispetto al 71,2% del gruppo di controllo (xantina ossidasi) (Heo e Lim, 2004). Nel complesso, gli estratti e i composti di S. nigrum possono essere antiossidanti adatti per ulteriori indagini.

ATTIVITÀ EPATOPROTETTIVA
L'estratto acquoso di S. nigrum (SNWE) ha dimostrato il potenziale di protezione del fegato dalle malattie. La somministrazione di SNWE a dosaggi di 0,2, 0,5 e 1,0 g/kg per 6 settimane in ratti epatotossici cronici indotti da CCl4 ha invertito il peso del corpo e degli organi, ha anche ridotto i livelli dei marcatori sierici degli enzimi epatici (GOT, GPT, ALP e bilirubina totale), dei radicali superossido e idrossile e ha ripristinato il contenuto di GSH e SOD al livello normale, soprattutto a dosi elevate di 0,5 e 1,0 g/kg. (Lin et al., 2008).
Nei ratti con danno epatico indotto da AAF, i rapporti fegato/peso corporeo erano 3,1 e 2,9 volte di quello del gruppo di controllo per l'integratore SNWE all'1% e al 2%, rispettivamente. La SNWE ha inoltre diminuito i livelli dei biomarcatori sierici GOT, GPT, γ-GT e AFP e ha indotto l'espressione e l'attivazione di entrambi i GST (GST-α e GST-μ), responsabili del metabolismo di un'ampia gamma di di xenobiotici e cancerogeni. Inoltre, il trattamento di SNWE regolava il livello di Nrf2 e il livello di enzimi antiossidanti a valle regolati da Nrf2, inclusi GPx, SOD-1 e catalasi (Hsu et al., 2009).
Chester et al. hanno riferito che l'estratto idroalcolico (250 mg/kg) di S. nigrum ha mostrato una diminuzione significativa di GSH, SOD e CAT epatici e lo hanno considerato un indice dello stato antiossidante dei tessuti nei ratti con fibrosi epatica indotta da d-galattosamina. Lo studio istopatologico ha anche dimostrato che l’estratto grezzo ha avuto un effetto protettivo sul fegato grazie alle proprietà antiossidanti della pianta (Chester et al., 2019). I polisaccaridi, estratti da S. nigrum, hanno alleviato il gonfiore del fegato, hanno aumentato i livelli di SOD, GSH e CAT, hanno diminuito il contenuto di MDA (Yang et al., 2014).

ATTIVITÀ NEUROPROTETTIVA
Per quanto riguarda il sistema nervoso centrale, Ogunsuyi et al. hanno studiato l'effetto neuroprotettivo di S. nigrum su un modello di deterioramento cognitivo indotto da scopolamina nei ratti. Il pretrattamento con inclusioni di S. nigrum al 10% potrebbe anche ripristinare in modo significativo la funzione di memoria compromessa, diminuire l'attività AChE, il contenuto di MDA e l'attività BChE e aumentare il contenuto di GSH cerebrale (Ogunsuyi et al., 2018).
Nel 2019, Ogunsuyi et al. hanno continuato a studiare l'effetto neuroprotettivo di S. nigrum nella Drosophila melanogaster e i risultati hanno anche mostrato che la fisiologia comportamentale e le attività enzimatiche compromesse (glutatione-S-transferasi, monoamino ossidasi, colinesterasi) erano migliorate nelle mosche trattate con Al dopo la somministrazione giornaliera di verdure polverizzate per 7 giorni (Ogunsuyi et al., 2020). Nel 2021, Ogunsuyi et al. ha dimostrato che l'1% di inclusioni alimentari di S. nigrum potrebbe ridurre il tasso di sopravvivenza e i livelli di ROS e aumentare il contenuto totale di tioli in vivo (Ogunsuyi et al., 2021).

ATTIVITÀ ANTICOLESTEROLO
È stato segnalato che i polifenoli derivati da S. nigrum sono un agente antiobesità, in quanto promuovono la lipolisi epatica, diminuiscono i trigliceridi sierici, il colesterolo e le lipoproteine a bassa densità (LDL) oltre a inibire la lipogenesi (Peng et al., 2020). Inoltre, la somministrazione orale di un estratto etanolico o di una frazione cloroformica di S. nigrum (200 e 400 mg/kg) per 5 giorni a ratti iperlipidemici ha invertito l'aumento del livello sierico di colesterolo totale, trigliceridi e colesterolo LDL e la riduzione del livello di colesterolo HDL (Sharma et al., 2012).

EFFICACIA CLINICA NEGLI ESSERI UMANI
L'applicazione del decotto dell'intera erba o frutto di S. nigrum e dei suoi preparati composti per il trattamento del cancro al fegato, al polmone, al collo dell'utero, all'esofago, al seno, al nasofaringe e altri tumori maligni ha attirato l'attenzione degli studiosi in patria e all'estero per la sua notevole efficacia clinica (Mei et al., 2011).
Il cancro al fegato è attualmente il quarto tumore maligno più comune e la seconda causa di morte per cancro in Cina. In uno studio clinico aperto, prospettico, randomizzato condotto dal 2012 al 2015, è stata valutata l’efficacia clinica delle compresse di S. nigrum nel trattamento del cancro al fegato. Ottantadue pazienti con cancro al fegato sono stati divisi in gruppo di osservazione e gruppo di controllo secondo il metodo della tabella dei numeri casuali. I pazienti del gruppo di controllo sono stati trattati con sorafenib, mentre i pazienti del gruppo di osservazione sono stati trattati con compresse di S. nigrum sulla base del gruppo di controllo.
Tra i due gruppi sono stati confrontati l’efficacia clinica, il recupero della funzionalità epatica, i livelli dei fattori infiammatori e il tasso di sopravvivenza. Risultati: il tasso di remissione completa e il tasso effettivo totale nel gruppo di osservazione erano del 14,63% e del 43,90%, valori significativamente più alti rispetto a quelli del gruppo di controllo 2,44% e 14,63%; il numero di pazienti con recupero della funzionalità epatica nel gruppo di osservazione a 3 mesi, 6 mesi e 1 anno di trattamento era significativamente più alto rispetto a quelli del gruppo di controllo dopo il trattamento con IL-1; I livelli di IL-6 e TNF-α erano significativamente inferiori a quelli del gruppo di controllo.
Questi risultati della ricerca mostrano che la compressa di S. nigrum ha un effetto significativo nel trattamento del cancro al fegato, può promuovere efficacemente il recupero della funzionalità epatica, migliorare il livello dei fattori infiammatori e migliorare il tasso di sopravvivenza dei pazienti (Yang et al., 2017 ). Inoltre, un altro studio clinico sperimentale ha dimostrato che il trattamento di pazienti con cancro epatico primario avanzato con una miscela di S. nigrum può migliorare i sintomi clinici, la funzionalità epatica e la funzione immunitaria dei pazienti, migliorare efficacemente la qualità della vita dei pazienti ed è dovrebbe prolungare il periodo di sopravvivenza (Huang e Guan, 2013).
In considerazione delle diverse attività farmacologiche in vitro e in vivo di S. nigrum, sono necessari studi randomizzati, in doppio cieco e controllati su scala più ampia per verificarne l’efficacia clinica.

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Solanum nigrum Linn.: An Insight into Current Research on Traditional Uses, Phytochemistry, and Pharmacology
Xufei Chen, Xufen Dai, Yinghai Liu, Yan Yang, Libang Yuan, Xirui He, Gu Gong

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