Sangria Incapracavolata

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Sangria Incapracavolata

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Cercavate mica una ricetta afrodisiaca? Di quelle infallibili che, anche se ai fornelli ci state si e no pochi minuti all'anno (giusto per farvi il caffè la mattina), per la loro mera squisitezza sarebbero in grado di conquistare un uomo? E di soggiogarlo a tal punto da fargli dimenticare remore, esitazioni, e perfino le stesse imperfezioni della cuoca? Inutile mobilitare ostriche e tartufi, di pozioni magiche non ce ne sono. E invece l'impostazione mentale che rende afrodisiaco anche il cibo. E così finisce che la frutta della sangria (magari mangiata con le dita) risulta ben più sensuale che algide aragoste condite con lo zenzero, anche perchè poi l'alcool aiuta sempre a sciogliersi o comunque è un bell'alibi, a cui dare la colpa, poi, per essersi lasciati andare.
E poi il connubio frutta e alcool è, appunto, sensuale, leggero e fresco. E nella sangria ci va anche il ghiaccio, vi ricordo... Quindi se proprio avete intenzioni bellicose con il fidanzato/la fidanzata di turno eccovi la ricetta infallibile della sangria della capra, che su queste cose è precisa e non vi farebbe mai far fare brutta figura!
Per 2 litri:
- due bottiglie di vino corposo
- tre arance
- due limoni
- tre pesche
- una mela
- due albicocche
- due prugne
- tre stecche di cannella
- nove chiodi di garofano
- una bacca di vaniglia
- 180 g di zucchero
Tagliate a quadratini di circa 5 mm per lato le tre pesche, la mela, le albicocche e le prugne (ovviamente la frutta si può variare a seconda dei gusti, della disponibilità dell'orto e della stagione!).
Ponete in un contenitore, abbastanza capiente da contenere tutti gli ingredienti: il vino, lo zucchero, le spezie, la bacca di vaniglia (preventivamente incisa) e il succo di due limoni e tre arance. Mescolate bene. Riponete la sangria in frigo per almeno 48 ore. Al momento di servirla, filtratela, aggiungete frutta fresca e ghiaccio.
PS. State solo attenti a non farvi prendere troppo dall'entusiasmo altrimenti vi escono un paio di gemellini come alla capra suddetta.
PS 2. Nelle foto la mia critica più severa: mia nonna Angiolina. E relative facce di apprezzamento.
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