Salicaria

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Titolo

Salicaria

Descrizione

Lythrum salicaria
FAMIGLIA: Lythraceae
GENERE: Lythrum; all'interno del genere Lythrum sono incluse 39 specie
NOMI LOCALI: salcerella comune, riparella, canestrell, coa rossa, coa rouss, cua de roese, erba legno, lavande salvadie, lisimachia purpurea, luvioun rouss, persighin, spargola, stagghiu sangu, stagna sangu, stipa marina, verga rossa de' fossi. In tedesco si chiama gewöhnlicher blutweiderich; in inglese purple loosestrife; in spagnolo arroyuella e in francese salicaire commune o lysimaque rouge.
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il termine che indica il genere Lythrum secondo alcuni autori deriverebbe dal greco λύτρον lýtron (col significato di liberazione), nome di una pianta citata nel De materia medica di Dioscoride; secondo altri invece da λύθεν terza plurale aoristo passivo di λύω (sciogliere) entrambi i nomi si legherebbero alle proprietà di questa pianta.
L’epiteto specifico salicaria è legato al fatto che le foglie assomigliano a quelle del salice.
Tra i nomi comuni ne troviamo alcuni che rimandano all'infiorescenza fucsia della pianta come: coa rossa, coa rouss, cua de roese, verga rossa de' fossi.
Altri che descrivono la somiglianza della salicaria con altre piante erbacee: lavande salvadie, lisimachia purpurea o il francese lysimaque rouge.
Altri solo legati alle proprietà antiemorragiche come stagghiu sangu, stagna sangu o il tedesco gewöhnlicher blutweiderich e il termine inglese purple loosestrife.
Il termine "perseghin" è invece un diminutivo del termine dialettale "persego", che significa “pesco” con evidente riferimento ai fiori rosa.
Anche "spargola" deriva da spargolo che è un aggettivo che indica un grappolo di uva con acini radi ed è legato alla disposizione dei fiori sulla spiga che ricordano un grappolo d'uva.
Il nome stipa marina invece è formato dal nome "stipa" che indica un insieme di sterpi e ramoscelli secchi e suggerisce l'aspetto cespuglioso che tende ad assume questa pianta erbacea quando cresce, e dall'aggettivo "marina" che è sicuramente legato all'habitat in cui ama crescere. Anche riparella o lo spagnolo arroyuella (torrente) riportano all'habitat.
Il nome canestrell (piccolo canestro) ci ricorda invece l'utilizzo dei rami che veniva in alcune zone d'Italia fatto in passato per creare piccoli cesti o panieri.
DESCRIZIONE: pianta erbacea perenne, dotata di rizoma, da cui partono diversi fusti che possono essere alti dai 40 cm ai 2 m, semplici o ramificati, rossastri, a sezione quadrangolare, dotati di peli corti.
Le foglie sono sessili e si dispongono in maniera opposta nella parte inferiore del fusto, alterna in quella superiore, sono lanceolate, cuoriformi o arrotondate alla base, a margine intero, apice acuminato, nervature ben evidenti: è presente una nervatura centrale molto marcata e nervature laterali che sembra si fondano insieme in una nervatura che decorre parallelamente al margine della foglia.
I fiori formano un'infiorescenza a spiga all'apice dei fusti. Ogni fiore è formato da un calice tubulare che termina in sei denti corti e triangolari che si alternano ai sei denti dell'epicalice che sono sottili e stretti. La corolla è formata da sei petali lanceolati di un bel colore fucsia violaceo con 12 stami.
I frutti sono capsule ovoidi che contengono numerosi semi bruno-giallastri.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: cresce vicino all'acqua, crea "cespuglietti", foglie senza picciolo, fusto quadrangolare spesso rossastro, infiorescenza fucsia a spiga.
DOVE CRESCE: cresce in luoghi umidi, ai margini di stagni, laghi, ambienti salmastri, fiumi e fossi su suoli da argillosi a torbosi periodicamente inondati, ricchi in composti azotati, subneutri fino ai 1200 m di altezza.
COSA SI UTILIZZA: le sommità fiorite e le foglie
QUANDO SI RACCOGLIE: l'infiorescenza da giugno a settembre durante la fioritura ma prima che formino i semi. Le foglie da marzo. L'infiorescenza si recide circa 15/20 cm sotto i fiori più bassi.
PRINCIPI ATTIVI: contiene il glucoside salicarina, tannini (1,5%), ferro idrato (2%), glicosidi antocianici, glicosidi flavonoidici, e acidi fenolici.
PROPRIETÀ: pianta astringente, antibatterica, diuretica, antiemorragica. Utilissima in caso di infiammazioni e infezioni. Mostra un particolare trofismo per l'apparato gastrointestinale infatti è un utile rimedio nelle infiammazioni acute e croniche della mucosa gastrointestinale, motivo per cui viene utilizzata in caso di diarrea, dissenteria, infiammazioni o sanguinamenti a livello orale. Sempre per uso interno è molto utile anche per regolarizzare il flusso mestruale.
Per uso esterno invece si usava fare l'infuso per detergere piaghe, ferite e dermatiti da contatto; oppure veniva utilizzata come antinfiammatorio del cavo orale. Infine, sempre per uso esterno è utile per le mucose genitali: esercita una attività lenitiva e antimicrobica nelle irritazioni genitali.
Nel Dizionario delle Erbe Medicinali (Roberto Michele Suozzi, Dizionario delle Erbe Medicinali, 1995 GTE Newton, Roma, ISBN 88-7983-855-5) viene riportato che Dioscoride ne consigliava l'impiego dell'infuso in caso di dissenteria, oppure instillato nelle narici contro le epistassi o applicato sulle ferite.
La salicaria infatti fu soprattutto impiegata fino al XIX secolo contro la dissenteria. Durante la prima guerra mondiale fu ad esempio utilizzata da truppe tedesche e francesi per far fronte a un'epidemia dissenteriforme e per trattamento di enterite emorragica manifestatasi in alcuni soldati dopo la seconda guerra mondiale.
INDICAZIONI: diarrea, enteriti, enteriti dei lattanti, enteriti emorragiche, infezioni intestinali, gengiviti, emorragie gengivali, afte, ferite emorragiche, eczemi, prurito vaginale e perdite vaginali (leucorrea). Si può tranquillamente utilizzare anche per le stesse problematiche negli animali.
ATTENZIONE: non sono note reazioni avverse o effetti collaterali in seguito all'uso di questa pianta.
UTILIZZO CULINARIO: i fiori essiccati e tritati sono un ottimo colorante per pasta fresca, dolci, gnocchi o risotti. Le foglie più tenere in primavera si possono consumare crude. Sempre le foglie si possono fare essiccare e utilizzare in infuso come una sorta di tè.
UTILIZZO ESTERNO: per creare un collutorio in caso di problemi orali o nel caso si volessero fare irrigazioni vaginali fate un decotto con 15/30 g di sommità fiorite in mezzo litro d'acqua.
UTILIZZO INTERNO: in caso di diarrea o enteriti fare un infuso con circa 3 g ogni 100 ml di acqua. Meglio bere l'infuso a digiuno, si possono bere fino a 3 tazze al giorno.
Si può fare anche la tintura madre con 20 g di sommità fiorite in 100 ml di alcol a 40° lasciate a macero 5 giorni al buio. Assumere 3 cucchiaini al giorno.
COME SI CONSERVA: una volta essiccata si può conserva in vasi di vetro, ceramica o sacchetti di tela o carta.
FALSE FRIENDS: esiste una specie simile, Lythrum virgatum, che però ha un'altezza minore, è glabra e il calice è formato da denti tutti di uguale dimensione.
CURIOSITÀ: un tempo si utilizzava la radice, ricca di tannini, per la concia delle pelli, mentre con fusto e foglie venivano tinte le fibre naturali, soprattutto cotone o lana ottenendo un bel colore marrone.
In Francia, in passato i contadini la utilizzavano per ornare i carri su cui trasportavano il fieno perché ritenevano che questa ne garantisse la perfetta conservazione durante tutto l'inverno.
Articolo di Cecilia Tanghetti
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