Stregona gialla
Contenuto
Titolo
Stregona gialla
Descrizione
Stachys recta
Basionimo: Stachys subcrenata
Altri sinonimi: Stachys subcrenata subsp. fragilis, Stachys recta subsp. serpentinii
FAMIGLIA: Lamiaceae
GENERE: Stachys
NOMI LOCALI: cativorà, erba catiorà, erba cativorà, erba della paura, erba d' la pora, barbunaega, erba du consumo, giavara, jerbe da l'incontradure, stachide retta, stregonella, strigonella, betonica gialla, siderite, erba della Madonna, erba balbunega, erba giudaica, erba da le ore, stregona a foglie poco crenate. In tedesco si chiama schwachgezähnter ziest; in inglese stiff hedgenettle o perennial yellow-woundwort.
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il nome del genere deriva dal greco στάσις che significa "stare fermo", "stabile", "piantato", "eretto" riferito all'infiorescenza che appare "dritta", anche l'epiteto specifico latino "recta" ribadisce la stessa caratteristica.
Il nome comune "siderite" deriva dal greco σίδηρος, sídēros, «ferro» in quanto questa pianta era utilizzata per sanare le ferite causate da armi di ferro.
I nomi cativorà, erba catiorà, erba cativorà deriverebbero dal latino captīvus «prigioniero», der. di capĕre «prendere» in quanto questa pianta erbacea era specifica da utilizzare in caso di pavor nocturnus (terrore notturno): che consiste nel parziale risveglio dal sonno profondo del bambino in preda a uno stato di agitazione intensa. Questo fenomeno rientra nelle parasonnie (perturbazioni non patologiche del sonno) e non è connesso a traumi o problemi emotivi o relazionali. Dato che però le crisi di pavor nocturnus sono davvero impressionanti (in quanto il bambino urla ed ha una forte attivazione del sistema nervoso autonomo: è sudato, ansante, pallido, a volte paonazzo, ha le pupille dilatate, il respiro corto e frequente, la frequenza cardiaca aumenta come anche il tono muscolare, perde l’urina, si agita in movimenti scomposti, irrigiditi, spesso piange e non è consolabile né con gesti, né con parole) è quindi a tutti gli effetti è captīvus «prigioniero» della paura ecco che si spiegano i termini cativorà, erba catiorà, erba cativorà. Anche i nomi erba della paura, erba d' la pora, si ricollegano all'uso che si faceva della Stachys recta per lenire il pavor nocturnus e in generale le paure dei bambini.
Il nome erba della Madonna rimanda al periodo di raccolta: tradizionalmente tra il 15 agosto e l'8 settembre.
DESCRIZIONE: pianta erbacea, con fusto quadrangolare e sottile alta fino ai 40/50 cm. L'infiorescenza si dispone in una spiga costituita da verticillastri di 4-6 fiori labiati color crema o giallastri, punteggiati di rosso alla fauce e sul labbro inferiore; il calice è ispido a denti triangolari con apice appuntito e lungo circa quanto il tubo della corolla. Fiorisce solitamente da maggio a settembre. Le foglie sono obovate, opposte di colore verde, intere, a margine leggermente seghettato, caratterizzate da una leggera peluria e un reticolo di venature ben evidenti. Il frutto è un microbasario (tetrachenio) con 4 mericarpi (acheni o nucule) di pochi mm, obovoidi o subtrigoni, acuti, con la faccia dorsale convessa e le due ventrali ± piatte, finemente foveolati, glabri, bruno-nerastri che trovate localizzati in fondo al calice.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: le foglie sono ovali, leggermente pelose, e hanno un reticolo di nervature. Le infiorescenze si dispongono in una spiga caratterizzata da fiori disposti serrati attorno a un unico nodo. I fiori sono bianchi bilabiati, particolarmente divaricati.
DOVE CRESCE: presente in tutte le regioni dell'Italia tranne che in Sicilia e Sardegna. Cresce in prati aridi oppure lungo le strade su pietraie, ama i suoli carbonatici o marnoso-arenacei ricchi in basi, da neutri a subacidi, aridi d'estate, e si può trovare fino ai 2100 m circa.
COSA SI UTILIZZA: tutta la pianta
QUANDO SI RACCOGLIE: in Lessinia la tradizione vuole che la Catiorà venga raccolta nel periodo “tra le due Madonne” ovvero tra il 15 agosto (Madonna Assunta) e l’8 settembre (Natività della Madonna), effettivamente il periodo balsamico corrisponde ad agosto e settembre.
PRINCIPI ATTIVI: complessivamente sono stati rilevati e identificati 30 costituenti, appartenenti principalmente a tre classi di composti: acidi caffeilchinici, glicosidi del feniletanolo e flavonoidi. Contiene anche l'alcaloide stachidrina; se volete approfondire, in questo articolo trovate tutti i fitocomplessi contenuti in Stachys recta Genus Stachys: A Review of Traditional Uses, Phytochemistry and Bioactivity
Ekaterina-Michaela Tomou, Christina Barda, and Helen Skaltsa https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7601302/
Tra le preparazioni indagate, l'infusione sembra essere il metodo migliore per estrarre i costituenti nativi della pianta, mentre il decotto è un trattamento più aggressivo e provoca una parziale degradazione di alcuni flavonoidi acilati (Analysis of the constituents of aqueous preparations of Stachys recta by HPLC-DAD and HPLC-ESI-MS. Anastasia Karioti et al. J Pharm Biomed Anal. 2010. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20347244/).
PROPRIETÀ: Stachys recta mostra attività antinfiammatoria, antiossidante, febbrifuga, vulneraria, analgesica, renoprotettiva, ansiolitica e antidepressiva. Ha anche un interessante effetto ipoazotemico: quindi agisce riducendo il patologico aumento della concentrazione dei prodotti azotati non proteici nel sangue. L’iperazotemia è di solito legata a insufficienza funzionale dei reni (T V Zinchenko et al. Farmakol Toksikol. 1981 Mar-Apr.
Choleretic characteristics of flavonoid substances from Stachys recta and Stachys neglecta).
INDICAZIONI: è l'erba di scelta in caso di pavor nocturnus dei bambini, traumi o paure. Ottima per tutte le malattie da raffreddamento, in particolar modo in caso di sinusite e febbre, utilizzata in infusione oppure per fare soffumigi. Ancora, si può utilizzare l'infuso per fare dei risciacqui o impacchi sugli occhi, per decongestionare e sfiammare le mucose in caso di congiuntivite, orzaiolo, occhi gonfi e occhiaie oppure utilizzare l'infuso su ferite, piaghe, dermatiti.
ATTENZIONE: erba molto sicura, non esiste una dose considerata tossica in letteratura medica.
UTILIZZO CULINARIO: nessuno noto
UTILIZZO ESTERNO: in caso di pavor in Toscana la tradizione vuole che si faccia un decotto utilizzando un pugno di Catiorà (detto “pugno che colpisce”), su 2 litri di acqua con l’aggiunta di un pizzico di sale, foglie d’olivo e un pezzo di pane. Si porta lentamente ad ebollizione per circa 45 min. Si lascia raffreddare fino a temperatura ambiente e successivamente si effettuano dei lavaggi per togliere la paura al bambino.
In Lessinia invece si prepara un decotto (anche se la letteratura medica ha dimostrato come sarebbe meglio fare un infuso per mantenere le proprietà) con una manciata di Stachys recta secca in 3 litri di acqua. Quindi si lava il bambino o gli si fanno spugnature col decotto freddo dicendo: "Col nome di Gesù e di Maria
La paura la vada via
Col nome di Gesù e di San Pietro
La paura ritorni indietro".
Il lavaggio deve essere effettuato soltanto in 3 giorni consecutivi che non contenessero la “r” nel nome: quindi, il trattamento andava fatto di sabato, domenica e lunedì.
Tradizioni a parte, fate un infuso e lavate il bambino in caso abbia sintomi di pavor: i fitocomplessi contenuti nella Stachys recta verranno assorbiti dalla pelle e andranno ad avere un effetto rilassante. Una cosa curiosa è che la spugna con cui laverete il bambino si impregnerà di catecolamine (liberate sempre in condizioni di stress) che a contatto con l'infuso andranno a reagire chimicamente con le sostanze estratte dalla pianta facendo diventare l'acqua leggermente flocculata. Questa per le nonne era la dimostrazione che la paura era stata lavata via!
Facendo un infuso più concentrato, di circa 5/6 g di Stachys recta ogni 100 ml, potete fare impacchi in caso di congiuntivite, orzaiolo, occhi gonfi e occhiaie oppure ferite, piaghe, dermatiti. Infine è una delle erbe ottime da utilizzare per fare suffumigi in caso di tosse, raffreddore, sinusite e bronchite.
UTILIZZO INTERNO: potete fare un infuso con 2 g di Stachys recta ogni 100 ml di acqua e questo sarà utile in caso di febbre, raffreddore, ansia.
COME SI CONSERVA: si essicca stesa oppure in mazzetti all’ombra e in un ambiente areato. Successivamente si conserva in vasi di vetro o sacchetti di carta.
FALSE FRIENDS: spesso viene confusa con Stachys annua, la confusione è priva di conseguenze. Esistono anche sottospecie di “Stachys recta”, ad esempio la subsp. “subcrenata” si caratterizza per la glabrescenza di tutta la pianta con l'eccezione del calice che si presenta irsuto; la taglia ridotta in ogni sua parte e le foglie strette. Sono tutte equivalenti dal punto di vista fitoterapico. Informatevi solo che nel vostro territorio non siano protette e non ne sia vietata la raccolta.
Autrice Cecilia Tanghetti, Associazione capraecavoli condivi ma non copiare. Grazie
Basionimo: Stachys subcrenata
Altri sinonimi: Stachys subcrenata subsp. fragilis, Stachys recta subsp. serpentinii
FAMIGLIA: Lamiaceae
GENERE: Stachys
NOMI LOCALI: cativorà, erba catiorà, erba cativorà, erba della paura, erba d' la pora, barbunaega, erba du consumo, giavara, jerbe da l'incontradure, stachide retta, stregonella, strigonella, betonica gialla, siderite, erba della Madonna, erba balbunega, erba giudaica, erba da le ore, stregona a foglie poco crenate. In tedesco si chiama schwachgezähnter ziest; in inglese stiff hedgenettle o perennial yellow-woundwort.
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il nome del genere deriva dal greco στάσις che significa "stare fermo", "stabile", "piantato", "eretto" riferito all'infiorescenza che appare "dritta", anche l'epiteto specifico latino "recta" ribadisce la stessa caratteristica.
Il nome comune "siderite" deriva dal greco σίδηρος, sídēros, «ferro» in quanto questa pianta era utilizzata per sanare le ferite causate da armi di ferro.
I nomi cativorà, erba catiorà, erba cativorà deriverebbero dal latino captīvus «prigioniero», der. di capĕre «prendere» in quanto questa pianta erbacea era specifica da utilizzare in caso di pavor nocturnus (terrore notturno): che consiste nel parziale risveglio dal sonno profondo del bambino in preda a uno stato di agitazione intensa. Questo fenomeno rientra nelle parasonnie (perturbazioni non patologiche del sonno) e non è connesso a traumi o problemi emotivi o relazionali. Dato che però le crisi di pavor nocturnus sono davvero impressionanti (in quanto il bambino urla ed ha una forte attivazione del sistema nervoso autonomo: è sudato, ansante, pallido, a volte paonazzo, ha le pupille dilatate, il respiro corto e frequente, la frequenza cardiaca aumenta come anche il tono muscolare, perde l’urina, si agita in movimenti scomposti, irrigiditi, spesso piange e non è consolabile né con gesti, né con parole) è quindi a tutti gli effetti è captīvus «prigioniero» della paura ecco che si spiegano i termini cativorà, erba catiorà, erba cativorà. Anche i nomi erba della paura, erba d' la pora, si ricollegano all'uso che si faceva della Stachys recta per lenire il pavor nocturnus e in generale le paure dei bambini.
Il nome erba della Madonna rimanda al periodo di raccolta: tradizionalmente tra il 15 agosto e l'8 settembre.
DESCRIZIONE: pianta erbacea, con fusto quadrangolare e sottile alta fino ai 40/50 cm. L'infiorescenza si dispone in una spiga costituita da verticillastri di 4-6 fiori labiati color crema o giallastri, punteggiati di rosso alla fauce e sul labbro inferiore; il calice è ispido a denti triangolari con apice appuntito e lungo circa quanto il tubo della corolla. Fiorisce solitamente da maggio a settembre. Le foglie sono obovate, opposte di colore verde, intere, a margine leggermente seghettato, caratterizzate da una leggera peluria e un reticolo di venature ben evidenti. Il frutto è un microbasario (tetrachenio) con 4 mericarpi (acheni o nucule) di pochi mm, obovoidi o subtrigoni, acuti, con la faccia dorsale convessa e le due ventrali ± piatte, finemente foveolati, glabri, bruno-nerastri che trovate localizzati in fondo al calice.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: le foglie sono ovali, leggermente pelose, e hanno un reticolo di nervature. Le infiorescenze si dispongono in una spiga caratterizzata da fiori disposti serrati attorno a un unico nodo. I fiori sono bianchi bilabiati, particolarmente divaricati.
DOVE CRESCE: presente in tutte le regioni dell'Italia tranne che in Sicilia e Sardegna. Cresce in prati aridi oppure lungo le strade su pietraie, ama i suoli carbonatici o marnoso-arenacei ricchi in basi, da neutri a subacidi, aridi d'estate, e si può trovare fino ai 2100 m circa.
COSA SI UTILIZZA: tutta la pianta
QUANDO SI RACCOGLIE: in Lessinia la tradizione vuole che la Catiorà venga raccolta nel periodo “tra le due Madonne” ovvero tra il 15 agosto (Madonna Assunta) e l’8 settembre (Natività della Madonna), effettivamente il periodo balsamico corrisponde ad agosto e settembre.
PRINCIPI ATTIVI: complessivamente sono stati rilevati e identificati 30 costituenti, appartenenti principalmente a tre classi di composti: acidi caffeilchinici, glicosidi del feniletanolo e flavonoidi. Contiene anche l'alcaloide stachidrina; se volete approfondire, in questo articolo trovate tutti i fitocomplessi contenuti in Stachys recta Genus Stachys: A Review of Traditional Uses, Phytochemistry and Bioactivity
Ekaterina-Michaela Tomou, Christina Barda, and Helen Skaltsa https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7601302/
Tra le preparazioni indagate, l'infusione sembra essere il metodo migliore per estrarre i costituenti nativi della pianta, mentre il decotto è un trattamento più aggressivo e provoca una parziale degradazione di alcuni flavonoidi acilati (Analysis of the constituents of aqueous preparations of Stachys recta by HPLC-DAD and HPLC-ESI-MS. Anastasia Karioti et al. J Pharm Biomed Anal. 2010. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20347244/).
PROPRIETÀ: Stachys recta mostra attività antinfiammatoria, antiossidante, febbrifuga, vulneraria, analgesica, renoprotettiva, ansiolitica e antidepressiva. Ha anche un interessante effetto ipoazotemico: quindi agisce riducendo il patologico aumento della concentrazione dei prodotti azotati non proteici nel sangue. L’iperazotemia è di solito legata a insufficienza funzionale dei reni (T V Zinchenko et al. Farmakol Toksikol. 1981 Mar-Apr.
Choleretic characteristics of flavonoid substances from Stachys recta and Stachys neglecta).
INDICAZIONI: è l'erba di scelta in caso di pavor nocturnus dei bambini, traumi o paure. Ottima per tutte le malattie da raffreddamento, in particolar modo in caso di sinusite e febbre, utilizzata in infusione oppure per fare soffumigi. Ancora, si può utilizzare l'infuso per fare dei risciacqui o impacchi sugli occhi, per decongestionare e sfiammare le mucose in caso di congiuntivite, orzaiolo, occhi gonfi e occhiaie oppure utilizzare l'infuso su ferite, piaghe, dermatiti.
ATTENZIONE: erba molto sicura, non esiste una dose considerata tossica in letteratura medica.
UTILIZZO CULINARIO: nessuno noto
UTILIZZO ESTERNO: in caso di pavor in Toscana la tradizione vuole che si faccia un decotto utilizzando un pugno di Catiorà (detto “pugno che colpisce”), su 2 litri di acqua con l’aggiunta di un pizzico di sale, foglie d’olivo e un pezzo di pane. Si porta lentamente ad ebollizione per circa 45 min. Si lascia raffreddare fino a temperatura ambiente e successivamente si effettuano dei lavaggi per togliere la paura al bambino.
In Lessinia invece si prepara un decotto (anche se la letteratura medica ha dimostrato come sarebbe meglio fare un infuso per mantenere le proprietà) con una manciata di Stachys recta secca in 3 litri di acqua. Quindi si lava il bambino o gli si fanno spugnature col decotto freddo dicendo: "Col nome di Gesù e di Maria
La paura la vada via
Col nome di Gesù e di San Pietro
La paura ritorni indietro".
Il lavaggio deve essere effettuato soltanto in 3 giorni consecutivi che non contenessero la “r” nel nome: quindi, il trattamento andava fatto di sabato, domenica e lunedì.
Tradizioni a parte, fate un infuso e lavate il bambino in caso abbia sintomi di pavor: i fitocomplessi contenuti nella Stachys recta verranno assorbiti dalla pelle e andranno ad avere un effetto rilassante. Una cosa curiosa è che la spugna con cui laverete il bambino si impregnerà di catecolamine (liberate sempre in condizioni di stress) che a contatto con l'infuso andranno a reagire chimicamente con le sostanze estratte dalla pianta facendo diventare l'acqua leggermente flocculata. Questa per le nonne era la dimostrazione che la paura era stata lavata via!
Facendo un infuso più concentrato, di circa 5/6 g di Stachys recta ogni 100 ml, potete fare impacchi in caso di congiuntivite, orzaiolo, occhi gonfi e occhiaie oppure ferite, piaghe, dermatiti. Infine è una delle erbe ottime da utilizzare per fare suffumigi in caso di tosse, raffreddore, sinusite e bronchite.
UTILIZZO INTERNO: potete fare un infuso con 2 g di Stachys recta ogni 100 ml di acqua e questo sarà utile in caso di febbre, raffreddore, ansia.
COME SI CONSERVA: si essicca stesa oppure in mazzetti all’ombra e in un ambiente areato. Successivamente si conserva in vasi di vetro o sacchetti di carta.
FALSE FRIENDS: spesso viene confusa con Stachys annua, la confusione è priva di conseguenze. Esistono anche sottospecie di “Stachys recta”, ad esempio la subsp. “subcrenata” si caratterizza per la glabrescenza di tutta la pianta con l'eccezione del calice che si presenta irsuto; la taglia ridotta in ogni sua parte e le foglie strette. Sono tutte equivalenti dal punto di vista fitoterapico. Informatevi solo che nel vostro territorio non siano protette e non ne sia vietata la raccolta.
Autrice Cecilia Tanghetti, Associazione capraecavoli condivi ma non copiare. Grazie