Nepitella

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Titolo

Nepitella

Descrizione

Clinopodium nepeta
Sinonimi: Calamintha parviflora, Satureja calamintha, Satureja nepeta, Calamintha nepeta
Basionimo: Melissa nepeta
FAMIGLIA: Lamiaceae
GENERE: Clinopodium
NOMI LOCALI: mentuccia maggiore, mentuccia nepeta, mentuccia comune, menduccia, mentuccia ghiandolosa, nepetella, nipitella, nebbieta, nebidedda, nebietta, nepeda, nepida, nepita, nepiteja, nepitella, neputa, neputella, niepitella, nipitedda, niputedda, anepeta, empitella, gnepitella, calamenta ghiandolosa, calamidda, erba carrera, erba da funghi, folezolo, frasca, majurana bastarda, majurana servaja, poelezoel, polezelo, polezola, polezzol, pulezol, puniol mat.
In tedesco si chiama kleinblütige bergminze; in inglese lesser calamint; in spagnolo aneola, borrisol, calamento, anéota e in francese petit calament, sarriette calament, calament glanduleux.
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il nome del genere deriva dal greco “κλίνω clino” inclino e “ποδειον podion” piedino (diminutivo di “πούς, ποδός”) già usato da Dioscoride e farebbe riferimento alla forma simile a un "piede" dell'infiorescenza (David Gledhill, The name of plants, Cambridge, Cambridge University Press, 2008). L'epiteto specifico, secondo quanto riportato in Giacomo Devoto, Avviamento all'etimologia italiana, Milano, Mondadori, 1979 e Carlo Battisti, Giovanni Alessio, Dizionario etimologico italiano, Firenze, Barbera, 1950–57, deriverebbe da un antico nome latino (nepetum), di origine preindoeuropea, per una pianta aromatica originaria di Nepi (Etruria) descritta da Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79) scrittore, ammiraglio e naturalista romano.
I nomi Calamintha, calamenta o calamidda derivano dal greco καλαμίνϑη: καλός calόs bello e da μίνθᾰ míntha menta: quindi potrebbero essere tradotti col vezzeggiativo "mentuccia".
Per quanto riguarda i nomi comuni essendo una pianta molto aromatica, tantissimi nomi come mentuccia maggiore, mentuccia nepeta, mentuccia comune, menduccia, mentuccia ghiandolosa, sottolineano questa sua caratteristica, anche se trovo che l'odore non assomigli molto a quello della menta bensì alla Cannabis sativa e non è un caso infatti che nei nomi comuni troviamo anche majurana bastarda, majurana servaja.
Ancora, ci sono nomi che già danno degli indizi su come utilizzarla, "erba da funghi" ad esempio, la nepitella è infatti un'ottima erba da associare ai funghi ma anche a melanzane, zucchine e carciofi!
Altri come "erba carrera" o "frasca" indicano l'habitat: è facile infatti trovarla lungo le strade, nelle intercapedini dei marciapiedi o ai bordi di boschi e prati.
Per i nomi poelezoel, polezelo, polezola, polezzol, pulezol, puniol mat, Giovan Battista Pellegrini in Nomi di piante nell'area dolomitica e friulana, spiega che deriverebbero dal greco polos (in greco antico: πόλος) che significa "corona" ma anche "asse", da cui deriva anche il termine italiano puleggia. Le foglie decussate infatti sono come se "girassero" tutte intorno al fusto.
DESCRIZIONE: pianta erbacea perenne, alta normalmente 20-40 cm, decisamente aromatica, con rizoma strisciante che produce numerosi stoloni; per questo motivo colonizza, molto velocemente, il terreno formando una copertura molto fitta. I fusti sono ascendenti, a sezione quadrangolare, di solito semplici, con una leggera peluria nella parte apicale e lignificati alla base. Le foglie sono opposte, brevemente picciolate, a lamina ovale o romboidale con apici acuti e con una leggera peluria. I margini sono revoluti e debolmente seghettati. Le foglie sono decussate: vale a dire che le foglie sono due per nodo e sono opposte, al nodo successivo ciascuna coppia è ruotata ad angolo retto rispetto alla precedente e alla successiva, guardando dall'alto sembra quindi che le foglie abbiano una disposizione a croce.
L'infiorescenza, come la maggior parte delle Lamiaceae, è riunita in verticillastri all'ascella delle foglie superiori, un verticillastro è semplicemente un'infiorescenza formata da fiori ravvicinati che forma cime molto contratte.
Il calice è gamosepalo, cioè i sepali sono fusi in una sorta di tubo che in questo caso è pubescente e con nervature e terminante con 5 denti triangolari-acuti.
La corolla lunga circa due volte il calice, è gamopetala (cioè con petali fusi e non separati), zigomorfa cioè con simmetria bilaterale e pubescente. La forma è bilabiata, dei due labbri, quello superiore è bilobo, quello inferiore è trilobo. Il colore in genere è violetto pallido o biancastro. Gli stami sono tetradinami (cioè due più lunghi e due più corti), sporgenti. Fiorisce da inizio estate a autunno inoltrato. Il frutto è formato da 4 nucule (tetrachenio) ovoidi e liscie di 1,2 mm, di colore castano scuro.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: cresce in fitte colonie, molto odorosa, fusto a sezione quadrangolare, foglie che si dispongono in maniera decussata, fiore bilabiato lilla.
DOVE CRESCE: comunissima in tutta Italia, ama crescere in prati aridi, incolti, scarpate, muri, su substrato calcareo, da 0 a 1500 m s.l.m. Specie eliofila e termofila (ama il sole diretto e riesce a sopportare anche le alte temperature).
COSA SI UTILIZZA: lo stelo fiorale e le foglie.
QUANDO SI RACCOGLIE: il tempo balsamico è a giugno, ma le foglioline si possono raccogliere tranquillamente fino a ottobre: poco prima della fioritura la concentrazione dei fitocomplessi è ottimale, quindi se dovete usarla in fitoterapia meglio rispettare il tempo balsamico, se invece la utilizzate in cucina potete raccoglierla anche in altri periodi.
PRINCIPI ATTIVI: apigenina (21,75 ± 0,41 µg/g), miricetina (72,58 ± 0,57 µg/g), acido rosmarinico (88,51 ± 0,55 µg/g), terpeni come il mentolo e il borneolo e il pulegone, il cui termine nella nomenclatura ufficiale IUPAC è: (5R) -5-metil-2-(propan-2-iliden) cicloesan-1-one ha formula chimica: C10H16O, ed è un monoterpene e sul quale sono stati fatti studi specifici (che vi riporto dopo).
PROPRIETÀ: antimicrobiche, antimicotiche, antiossidanti, digestive, antispasmodiche, carminative, espettoranti e febbrifughe.
L'apigenina è un flavone presente nelle foglie ed è l'aglicone di numerosi glicosidi naturali, come la roifolina e l'isovitexina. È responsabile delle proprietà spasmolitiche della nepitella ma anche di altre erbe, come la camomilla.
Possiede inoltre effetto negativo sulla fosfolipasi A2, enzima che scinde i lipidi di membrana per generare precursori di mediatori dell'infiammazione come le prostaglandine;
è anche provata l'azione inibitoria dell'apigenina su certe protein-chinasi della famiglia della tirosina chinasi, come il recettore del PDGF, coinvolte nella proliferazione cellulare e nella genesi di certi tumori; infatti lo studio Chemical Composition, Anti-Quorum Sensing, Enzyme Inhibitory, and Antioxidant Properties of Phenolic Extracts of Clinopodium nepeta L. Kuntze Hatem Beddiar et al. Plants (Basel). 2021
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/34579487/ ha dimostrato come apigenina, miricetina e acido rosmarinico siano responsabili dell'attività antiossidante. Gli estratti di C. nepeta hanno mostrato una moderata inibizione dell'acetilcolinesterasi (AChE), della butirrilcolinesterasi (BChE), della tirosinasi e dell'α-amilasi. I risultati indicano che C. nepeta è una potente fonte di antiossidanti naturali che potrebbero essere utilizzati nella gestione della resistenza microbica e del morbo di Alzheimer. Ancora in Chemical Composition, Antifungal and Insecticidal Activities of the Essential Oils from Tunisian Clinopodium Nepeta Subsp. nepeta and Clinopodium Nepeta Subsp. Glandulosum Haïfa Debbabi et al. Molecules. 2020.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/32370305/ è stata testata l'attività antimicotica contro Aspergillus flavus, Aspergillus terreus, Microsporum canis, Microsporum gypseum, Trichophyton mentagrophytes e Candida albicans. Tutti i campioni testati hanno mostrato notevoli proprietà antimicotiche, con la più alta attività osservata per l'olio essenziale di C. nepeta subsp. glandulosum. I campioni di olio essenziale di C. nepeta subsp. glandulosum erano anche fortemente repellenti per le specie di insetti (PR > 80%, dopo 2 ore) e altamente tossici per S. zeamais raggiungendo una mortalità del 97,5%-100% dopo 24 ore di esposizione.
Nello studio Toxicological and pharmacological properties of essential oils of Calamintha nepeta, Origanum virens and Thymus mastichina of Alentejo (Portugal)
Sílvia Macedo Arantes et al. Food Chem Toxicol. 2019 Nov. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31377137/ l'olio essenziale ha mostrato un'elevata capacità antiossidante mediante il test di scavenging dei radicali DPPH (0,1-0,6 mg QE/mL EO), il metodo del potere riducente totale (0,2-1,7 mg QE/mL EO) e il sistema β-carotene/acido linoleico (11-501 mg QE/ ml EO). È stato osservato un importante effetto antiproliferativo contro la linea cellulare di tumore al seno umano (88,9 < EC50 < 108,5 mg/L). Inoltre, l'olio essenziale presentava un ampio spettro antibatterico. I risultati evidenziano la bassa tossicità e l'elevata attività antiossidante, antiproliferativa e antimicrobica suggerendo un suo potenziale utilizzo nell'industria biotecnologica, alimentare e/o farmaceutica.
In un altro studio Calamintha nepeta (L.) Savi and its Main Essential Oil Constituent Pulegone: Biological Activities and Chemistry
Mijat Božović and Rino Ragno
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6155702/ è stato dimostrato che Clinopodium nepeta ha una vasta gamma di attività biologiche, tra cui proprietà antimicrobiche, antiossidanti e antinfiammatorie, nonché antiulcera e insetticide.
INDICAZIONI: tutte le malattie da raffreddamento, digestione difficile, dolori colici.
ATTENZIONE: non risulta che il consumo di nepetella possa interagire con l'assunzione di farmaci o altre sostanze.
UTILIZZO CULINARIO: la nepitella valorizza moltissimi piatti! È utilizzata tradizionalmente in associazione con i funghi, le melanzane, le zucchine e i carciofi. Se fate queste "verdure" trifolate o alla brace provate ad associarle alla nepitella! In alcune zone d'Italia esiste la tradizione di preparare la frittata di Pasqua con la nepitella, in Toscana è celebre la minestra di pane con nepitella, in Sicilia si aromatizzano le lumache e le olive in salamoia e in altre zone d'Italia si abbina al pesce o alla carne, ma provate a sperimentare: si abbina veramente a tutto! Anche qualche foglia aggiunta in una zuppa di legumi regala un sapore eccezionale. Vi consiglio ovviamente anche di fare il NEPIQUORINO mettendo a macerare per 20 giorni in 200 g di alcol 30 g di foglie di nepitella, 6 g di foglie di menta, 10 g di timo, 1 chiodo di garofano, la scorza di un limone, la scorza di mezza arancia, un pezzetto di zenzero fresco. Passati i 20 giorni preparate uno sciroppo facendo bollire 500 g di acqua e 200 g di zucchero. Quindi filtrate il macerato, aggiungete lo sciroppo fatto raffreddare e mescolate.
UTILIZZO ESTERNO: l'olio essenziale e l'oleolito stimolano la circolazione, hanno un'azione antimicrobica e favoriscono la riparazione dei tessuti cutanei. Quindi, se non avete un alambicco per estrarre l'OE, con la nepitella potete preparare anche un oleolito.
UTILIZZO INTERNO: per la tosse potete fare uno sciroppo facendo un infuso con 40 g di nepitella e 10 g di timo. In pratica portate a bollore 300 g di acqua, spegnete, aggiungete le erbe e chiudete col coperchio. Dopo due ore filtrate l'infuso e aggiungete 300 g di zucchero. Portate a bollore, fare bollire per 30 secondi quindi imbottigliate e chiudete subito il vaso.
Potete fare anche un infuso con 1 g di nepitella secca o 2 g fresca ogni 100 ml di acqua da sorseggiare ogni volta che avete tosse, raffreddore o dovete digerire le 3546 calorie della cena.
Per fare il vinolito mettete invece 2 g di nepitella secca o 4 g fresca ogni 100 ml di vino lasciate a macero 5 giorni, quindi filtrate.
La tintura madre si fa con 20 g di nepitella fresca in 100 ml di alcol a 70° lasciate a macero 5 giorni filtrate e assumete fino a un massimo di 20 gocce.
COME SI CONSERVA: si essicca distesa all'ombra in un luogo arieggiato e fresco e si conserva in sacchetti di carta o vasi di vetro o ceramica.
FALSE FRIENDS: Clinopodium nepeta e il gruppo aggregato presentano una grandissima variabilità e plasticità ecologica anche nell'ambito della stessa popolazione per quanto riguarda la pelosità sia dei fusti che delle foglie e la disposizione dei fiori, un fatto che spesso ne rende molto difficile l'esatta determinazione. È presente nella nostra flora con 2 sottospecie: Clinopodium nepeta (L.) Kuntze subsp. nepeta e Clinopodium nepeta subsp. spruneri (Boiss.) Bartolucci & F. Conti
Non solo, alcuni la confondono con altre Lamiaceae come la santoreggia. Le confusioni non hanno conseguenze in quanto anche le altre Lamiaceae sono commestibili.
CURIOSITÀ: secondo la cultura popolare si credeva che la nepitella guarisse dai morsi dei serpenti velenosi e degli scorpioni. Veniva anche ampiamente utilizzata come disinfettante. Infatti si metteva nei contenitori dove si conservava il latte appena munto e nella pancia della cacciagione uccisa per contrastarne la carica batterica.
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