Agrimonia
Contenuto
Titolo
Agrimonia
Descrizione
Agrimonia eupatoria
FAMIGLIA: Rosaceae
GENERE: Agrimonia
NOMI LOCALI: acrimonia, agramonia, agrimogna, agrimonia eupatoria, agrimonia grande, arimonia, erba aspra, erba de andata, erba del taglio, erba gatta, erba gramogna, erba gramona, erba di San Guglielmo, erba mela, erba melina, erba merella, erba per el mal de corp, erba per la tuss, erba Vettonica, erva armonia, eupatoria, eupatorio, fragolari salvadeghi, grimogna, grimonia, grimonia, santonica.
In tedesco si chiama gewöhnliche odermennig; in inglese common agrimony oppure church steeples; in spagnolo hierba de San Guillermo e in francese aigremoine eupatoire.
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il nome del genere deriva dal greco antico ἀργεμώνη argemóne una sorta di papavero citato da Dioscorides per trattare la cataratta.
Il nome specifico “eupatoria” invece, potrebbe derivare dall'antico appellativo “eupator”, eupatòria, dal greco Εὐπάτωρ «di nobile stirpe», dato a Mitridate VI re del Ponto (123÷63 a.C.) uomo di grande cultura scientifica, che seppe riconoscere le virtù di questa e altre piante. Altri invece sostengono che il nome specifico della pianta, possa anche essere legato a ήπαρ, ήπατος “epar, epatos” in quanto la pianta agirebbe sul fegato, anche secondo la stessa Teoria delle Segnature le sommità della pianta, hanno infiorescenze gialle come la bile e per questo indicherebbero l'uso per depurare il fegato (D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge University Press, 2008, p.55, ISBN 978-0-521-86645-3).
Il nome erba di San Guglielmo è stato dato perché a San Guglielmo venne attribuita la guarigione, attraverso l’uso dell’agrimonia, di un uomo ferito gravemente da un cinghiale. Sempre il Santo diffuse l'uso dell'agrimonia assunta sotto forma di infuso in caso di febbre e malattie, come la malaria, e per combattere l'avvelenamento da morsi di serpente.
Il nome erba Vettonica si riaggancia a vettōnĭca, da Vettōnes o Vectōnes, nome del popolo iberico che abitava nelle regioni nord-orientali della Lusitania, ai confini della Galizia, fra il Douro e il sud del Tago, dove pare fosse particolarmente diffusa e utilizzata.
I nomi erba del taglio, erba per el mal de corp, erba per la tuss, si riferiscono tutti agli utilizzi fitoterapici che si facevano della pianta.
Il nome fragolari salvadeghi è collegato al fatto che le foglie ricordano quelle della fragola, specie appartenente alla stessa famiglia.
Erba gramogna o erba gramona secondo Battisti significherebbe "purificazione", dal francese "ramoner" e "ramon" = scopa. Secondo invece il prof. Massimo Pittau deriverebbero invece dal lat. harmonia, per cui gramogna o ramogna significherebbe esattamente «buona armonia»; per entrambe le etimologie i nomi sarebbero legati alla proprietà purificatrici e risanatrici di questa pianta.
DESCRIZIONE: l'agrimonia è una pianta erbacea perenne con un breve rizoma alta fino a 80 cm. Nel primo anno di vita produce solamente una rosetta basale. Il fusto è eretto, cilindrico, pubescente, semplice raramente ramificato.
Le foglie picciolate, sono munite di due stipole avvolgenti il fusto, sono imparipennate, con segmenti di forma ovale, margine dentato, di colore verde scuro nella pagina superiore e tomentose in quella inferiore, le cauline sono, in genere, più piccole.
I fiori rosacei sono disposti in una spiga, hanno brevi peduncoli, corolla formata da 5 petali obovato-ellittici di colore giallo-intenso. Fiorisce da agosto a settembre.
I frutti sono pometi, legnosi e scanalati, coronati da uncini patenti.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: foglie divise con segmenti ovali seghettati via via più grandi partendo dal caule, presenza di stipole, fiori disposti lungo una spiga a struttura rosacea, con calice e epicalice.
DOVE CRESCE: è una specie presente in tutte le regioni d'Italia, con due sottospecie. Cresce in incolti e prati aridi, su terreni ben drenati, al di sotto della fascia montana superiore.
COSA SI UTILIZZA: le foglie e le sommità fiorite.
QUANDO SI RACCOGLIE: da luglio fino a ottobre.
PRINCIPI ATTIVI: le parti aeree contengono tannini (dal 5 al 10%), flavonoidi, acidi fenolici, triterpeni, acido salicilico, acido ascorbico, acido ursolico, acido nicotinico, tiamina e tracce di alcaloidi.
PROPRIETÀ: astringente, antisettica, anti-infiammatoria, antiallergica, diuretica (uricosurica), vulneraria.
È da sempre stata utilizzata come rimedio vulnerario (un tempo in assenza di antibiotici con le ferite non si scherzava!). Insieme all'artemisia veniva infatti preparata l'eau de arquebusade un acetolito da applicare sulle ferite, ad esempio, come dice il nome stesso, da arma da fuoco. Se l'acetolito vi sembra troppo con l'infuso potete detergere con successo ferite, piaghe, ulcere.
L'infuso è un antinfiammatorio e lenitivo delle mucose orofaringee e gastrointestinali.
Ancora, ha un'azione antiallergica e antistaminica; è utile nelle infiammazioni vie urinarie; agisce positivamente sulla funzionalità epatica ed è un tonico della voce utile in caso di raucedine.
INDICAZIONI: per uso interno affezioni renali, coliti, dispepsia, allergie alimentari, diarrea, calcoli biliari, cistite e reumatismi.
Per uso esterno è utile in caso di piccole lesioni, dermatiti, infiammazioni del cavo orale, congiuntivite e emorroidi.
ATTENZIONE: pianta sicura che non prevede una dose tossica. Ricordatevi però che i contenuti riportati hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere del vostro medico o del vostro erborista. Quindi prima di utilizzarla rivolgetevi sempre a loro!
UTILIZZO CULINARIO: nessuno: pur essendo commestibile è veramente troppo astringente. Abbiamo utilizzato le foglie solo per alcune fermentazioni.
UTILIZZO ESTERNO: in caso di mal di gola, raucedine, afte, congiuntiviti fate un infuso con 10 g di sommità fiorite e foglie di agrimonia ogni 100 ml di acqua. Fate gargarismi o in caso di congiuntivite instillatelo nell'occhio.
Lo stesso infuso fatto raffreddare è un ottimo rimedio antinfiammatorio, cicatrizzante, in caso di lesioni cutanee, piaghe, ferite, abrasioni, screpolature, psoriasi e altre dermopatie, nelle quali manifesta anche un'azione antipruriginosa e antistaminica, dovuta alla presenza dell'acido ursolico, che ha un'attività paragonabile al cortisone.
L'oleolito è utile in caso di fuoco di Sant'Antonio, eruzione cutanea particolarmente dolorosa causata dalla riattivazione della Varicella-Zoster-Virus (VZV), appartenente alla famiglia degli Herpes.
UTILIZZO INTERNO: in caso di epatopatie o gastroenteriti, fate un infuso con 2 g di sommità fiorite e foglie di agrimonia ogni 100 ml d’acqua.
Tintura madre: mettete a macero per 10 giorni 20 g di sommità fiorite e foglie sminuzzate in 100 ml di alcol a 70°. Assumere 20 gocce tre volte al giorno.
COME SI CONSERVA: le sommità fiorite e le foglie si essiccano all'ombra e si conservano, una volta secche, in barattoli di vetro o ceramica.
FALSE FRIENDS: Il grande polimorfismo della specie potrebbe portare a determinazioni sbagliate in merito alle subspecie. Nel nostro territorio è presente Agrimonia eupatoria subsp. grandis: il carattere differenziale determinante è il frutto. La confusione non ha comunque conseguenze in quanto hanno medesime proprietà.
Alcuni mi confondono l'agrimonia con specie appartenenti al genere Verbascum: a un'osservazione attenta però le piante sono veramente diverse, ad esempio basterebbe anche solo guardare le foglie. Anche in questo caso la confusione è senza conseguenze anche se i Verbascum non hanno le stesse indicazioni terapeutiche.
CURIOSITÀ: Santa Hildegarda reputava la pianta uno dei più grandi rimedi nelle malattie mentali. Plinio il Vecchio che la consigliava per le affezioni al fegato.
L'agrimonia è una pianta tintoria particolarmente utilizzata nell'ecoprinting.
L'agrimonia eupatoria è uno dei fiori di Bach, "per chi nasconde i propri tormenti dietro una facciata gaia e cortese" che spesso si manifestano con sintomatologie quali l'insonnia, il bruxismo, il mal di testa e gli sfoghi della pelle. Vorrei sottolineare che nessuna ricerca scientifica ha dimostrato alcun effetto terapeutico dei fiori di Bach, anzi, la presunta efficacia è stata ripetutamente invalidata dalla ricerca clinica e scientifica internazionale e quindi ve la metto come mera curiosità.
ALCUNI ARTICOLI PER APPROFONDIRE:
Agrimonia eupatoria tea consumption in relation to markers of inflammation, oxidative status and lipid metabolism in healthy subjects
Diana Ivanova et al. Arch Physiol Biochem. 2013 Feb.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23078582/
Phytochemical and Pharmacological Research in Agrimonia eupatoria L. Herb Extract with Anti-Inflammatory and Hepatoprotective Properties
Natalia Huzio et al. Plants (Basel). 2022.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36145771/
Radical scavenging capacity of Agrimonia eupatoria and Agrimonia procera
P R Venskutonis et al. Fitoterapia. 2007 Feb.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17215090/
The therapeutic effects of Agrimonia eupatoria Z Paluch et al. Physiol Res. 2020.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33646008/
Agrimonia eupatoria L. (Agrimony) Extract Alters Liver Health in Subjects with Elevated Alanine Transaminase Levels: A Controlled, Randomized, and Double-Blind Trial
Young Mi Cho et al. J Med Food. 2018 Mar.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29486131/
Agrimonia eupatoria L. and Cynara cardunculus L. Water Infusions: Phenolic Profile and Comparison of Antioxidant Activities
Anika Kuczmannová et al. Molecules. 2015.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26593896/
The phytochemical investigation of Agrimonia eupatoria L. and Agrimonia procera Wallr. as valid sources of Agrimoniae herba--The pharmacopoeial plant material
Sebastian Granica et al. J Pharm Biomed Anal. 2015.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26092224/
The activity of an extract and fraction of Agrimonia eupatoria L. against reactive species
Helena S Correia et al. Biofactors. 2007.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17673826/
© Copyright Associazione capra&cavoli, condividi non copiare.
FAMIGLIA: Rosaceae
GENERE: Agrimonia
NOMI LOCALI: acrimonia, agramonia, agrimogna, agrimonia eupatoria, agrimonia grande, arimonia, erba aspra, erba de andata, erba del taglio, erba gatta, erba gramogna, erba gramona, erba di San Guglielmo, erba mela, erba melina, erba merella, erba per el mal de corp, erba per la tuss, erba Vettonica, erva armonia, eupatoria, eupatorio, fragolari salvadeghi, grimogna, grimonia, grimonia, santonica.
In tedesco si chiama gewöhnliche odermennig; in inglese common agrimony oppure church steeples; in spagnolo hierba de San Guillermo e in francese aigremoine eupatoire.
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il nome del genere deriva dal greco antico ἀργεμώνη argemóne una sorta di papavero citato da Dioscorides per trattare la cataratta.
Il nome specifico “eupatoria” invece, potrebbe derivare dall'antico appellativo “eupator”, eupatòria, dal greco Εὐπάτωρ «di nobile stirpe», dato a Mitridate VI re del Ponto (123÷63 a.C.) uomo di grande cultura scientifica, che seppe riconoscere le virtù di questa e altre piante. Altri invece sostengono che il nome specifico della pianta, possa anche essere legato a ήπαρ, ήπατος “epar, epatos” in quanto la pianta agirebbe sul fegato, anche secondo la stessa Teoria delle Segnature le sommità della pianta, hanno infiorescenze gialle come la bile e per questo indicherebbero l'uso per depurare il fegato (D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge University Press, 2008, p.55, ISBN 978-0-521-86645-3).
Il nome erba di San Guglielmo è stato dato perché a San Guglielmo venne attribuita la guarigione, attraverso l’uso dell’agrimonia, di un uomo ferito gravemente da un cinghiale. Sempre il Santo diffuse l'uso dell'agrimonia assunta sotto forma di infuso in caso di febbre e malattie, come la malaria, e per combattere l'avvelenamento da morsi di serpente.
Il nome erba Vettonica si riaggancia a vettōnĭca, da Vettōnes o Vectōnes, nome del popolo iberico che abitava nelle regioni nord-orientali della Lusitania, ai confini della Galizia, fra il Douro e il sud del Tago, dove pare fosse particolarmente diffusa e utilizzata.
I nomi erba del taglio, erba per el mal de corp, erba per la tuss, si riferiscono tutti agli utilizzi fitoterapici che si facevano della pianta.
Il nome fragolari salvadeghi è collegato al fatto che le foglie ricordano quelle della fragola, specie appartenente alla stessa famiglia.
Erba gramogna o erba gramona secondo Battisti significherebbe "purificazione", dal francese "ramoner" e "ramon" = scopa. Secondo invece il prof. Massimo Pittau deriverebbero invece dal lat. harmonia, per cui gramogna o ramogna significherebbe esattamente «buona armonia»; per entrambe le etimologie i nomi sarebbero legati alla proprietà purificatrici e risanatrici di questa pianta.
DESCRIZIONE: l'agrimonia è una pianta erbacea perenne con un breve rizoma alta fino a 80 cm. Nel primo anno di vita produce solamente una rosetta basale. Il fusto è eretto, cilindrico, pubescente, semplice raramente ramificato.
Le foglie picciolate, sono munite di due stipole avvolgenti il fusto, sono imparipennate, con segmenti di forma ovale, margine dentato, di colore verde scuro nella pagina superiore e tomentose in quella inferiore, le cauline sono, in genere, più piccole.
I fiori rosacei sono disposti in una spiga, hanno brevi peduncoli, corolla formata da 5 petali obovato-ellittici di colore giallo-intenso. Fiorisce da agosto a settembre.
I frutti sono pometi, legnosi e scanalati, coronati da uncini patenti.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: foglie divise con segmenti ovali seghettati via via più grandi partendo dal caule, presenza di stipole, fiori disposti lungo una spiga a struttura rosacea, con calice e epicalice.
DOVE CRESCE: è una specie presente in tutte le regioni d'Italia, con due sottospecie. Cresce in incolti e prati aridi, su terreni ben drenati, al di sotto della fascia montana superiore.
COSA SI UTILIZZA: le foglie e le sommità fiorite.
QUANDO SI RACCOGLIE: da luglio fino a ottobre.
PRINCIPI ATTIVI: le parti aeree contengono tannini (dal 5 al 10%), flavonoidi, acidi fenolici, triterpeni, acido salicilico, acido ascorbico, acido ursolico, acido nicotinico, tiamina e tracce di alcaloidi.
PROPRIETÀ: astringente, antisettica, anti-infiammatoria, antiallergica, diuretica (uricosurica), vulneraria.
È da sempre stata utilizzata come rimedio vulnerario (un tempo in assenza di antibiotici con le ferite non si scherzava!). Insieme all'artemisia veniva infatti preparata l'eau de arquebusade un acetolito da applicare sulle ferite, ad esempio, come dice il nome stesso, da arma da fuoco. Se l'acetolito vi sembra troppo con l'infuso potete detergere con successo ferite, piaghe, ulcere.
L'infuso è un antinfiammatorio e lenitivo delle mucose orofaringee e gastrointestinali.
Ancora, ha un'azione antiallergica e antistaminica; è utile nelle infiammazioni vie urinarie; agisce positivamente sulla funzionalità epatica ed è un tonico della voce utile in caso di raucedine.
INDICAZIONI: per uso interno affezioni renali, coliti, dispepsia, allergie alimentari, diarrea, calcoli biliari, cistite e reumatismi.
Per uso esterno è utile in caso di piccole lesioni, dermatiti, infiammazioni del cavo orale, congiuntivite e emorroidi.
ATTENZIONE: pianta sicura che non prevede una dose tossica. Ricordatevi però che i contenuti riportati hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere del vostro medico o del vostro erborista. Quindi prima di utilizzarla rivolgetevi sempre a loro!
UTILIZZO CULINARIO: nessuno: pur essendo commestibile è veramente troppo astringente. Abbiamo utilizzato le foglie solo per alcune fermentazioni.
UTILIZZO ESTERNO: in caso di mal di gola, raucedine, afte, congiuntiviti fate un infuso con 10 g di sommità fiorite e foglie di agrimonia ogni 100 ml di acqua. Fate gargarismi o in caso di congiuntivite instillatelo nell'occhio.
Lo stesso infuso fatto raffreddare è un ottimo rimedio antinfiammatorio, cicatrizzante, in caso di lesioni cutanee, piaghe, ferite, abrasioni, screpolature, psoriasi e altre dermopatie, nelle quali manifesta anche un'azione antipruriginosa e antistaminica, dovuta alla presenza dell'acido ursolico, che ha un'attività paragonabile al cortisone.
L'oleolito è utile in caso di fuoco di Sant'Antonio, eruzione cutanea particolarmente dolorosa causata dalla riattivazione della Varicella-Zoster-Virus (VZV), appartenente alla famiglia degli Herpes.
UTILIZZO INTERNO: in caso di epatopatie o gastroenteriti, fate un infuso con 2 g di sommità fiorite e foglie di agrimonia ogni 100 ml d’acqua.
Tintura madre: mettete a macero per 10 giorni 20 g di sommità fiorite e foglie sminuzzate in 100 ml di alcol a 70°. Assumere 20 gocce tre volte al giorno.
COME SI CONSERVA: le sommità fiorite e le foglie si essiccano all'ombra e si conservano, una volta secche, in barattoli di vetro o ceramica.
FALSE FRIENDS: Il grande polimorfismo della specie potrebbe portare a determinazioni sbagliate in merito alle subspecie. Nel nostro territorio è presente Agrimonia eupatoria subsp. grandis: il carattere differenziale determinante è il frutto. La confusione non ha comunque conseguenze in quanto hanno medesime proprietà.
Alcuni mi confondono l'agrimonia con specie appartenenti al genere Verbascum: a un'osservazione attenta però le piante sono veramente diverse, ad esempio basterebbe anche solo guardare le foglie. Anche in questo caso la confusione è senza conseguenze anche se i Verbascum non hanno le stesse indicazioni terapeutiche.
CURIOSITÀ: Santa Hildegarda reputava la pianta uno dei più grandi rimedi nelle malattie mentali. Plinio il Vecchio che la consigliava per le affezioni al fegato.
L'agrimonia è una pianta tintoria particolarmente utilizzata nell'ecoprinting.
L'agrimonia eupatoria è uno dei fiori di Bach, "per chi nasconde i propri tormenti dietro una facciata gaia e cortese" che spesso si manifestano con sintomatologie quali l'insonnia, il bruxismo, il mal di testa e gli sfoghi della pelle. Vorrei sottolineare che nessuna ricerca scientifica ha dimostrato alcun effetto terapeutico dei fiori di Bach, anzi, la presunta efficacia è stata ripetutamente invalidata dalla ricerca clinica e scientifica internazionale e quindi ve la metto come mera curiosità.
ALCUNI ARTICOLI PER APPROFONDIRE:
Agrimonia eupatoria tea consumption in relation to markers of inflammation, oxidative status and lipid metabolism in healthy subjects
Diana Ivanova et al. Arch Physiol Biochem. 2013 Feb.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/23078582/
Phytochemical and Pharmacological Research in Agrimonia eupatoria L. Herb Extract with Anti-Inflammatory and Hepatoprotective Properties
Natalia Huzio et al. Plants (Basel). 2022.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/36145771/
Radical scavenging capacity of Agrimonia eupatoria and Agrimonia procera
P R Venskutonis et al. Fitoterapia. 2007 Feb.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17215090/
The therapeutic effects of Agrimonia eupatoria Z Paluch et al. Physiol Res. 2020.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33646008/
Agrimonia eupatoria L. (Agrimony) Extract Alters Liver Health in Subjects with Elevated Alanine Transaminase Levels: A Controlled, Randomized, and Double-Blind Trial
Young Mi Cho et al. J Med Food. 2018 Mar.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/29486131/
Agrimonia eupatoria L. and Cynara cardunculus L. Water Infusions: Phenolic Profile and Comparison of Antioxidant Activities
Anika Kuczmannová et al. Molecules. 2015.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26593896/
The phytochemical investigation of Agrimonia eupatoria L. and Agrimonia procera Wallr. as valid sources of Agrimoniae herba--The pharmacopoeial plant material
Sebastian Granica et al. J Pharm Biomed Anal. 2015.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/26092224/
The activity of an extract and fraction of Agrimonia eupatoria L. against reactive species
Helena S Correia et al. Biofactors. 2007.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/17673826/
© Copyright Associazione capra&cavoli, condividi non copiare.