Salvia comune

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Titolo

Salvia comune

Descrizione

Salvia pratensis
Sinonimi: Salvia bertolonii Vis., Salvia scabrida Bertol.
FAMIGLIA: Lamiaceae
GENERE: Salvia
NOMI LOCALI: salvia comune, salvia bastarda, salvia pratense, salvia saccardiana, salvia salvatica, salvia di Bertoloni, arvo, bagiolana salvadga, bousam, bunom, bunomet, bunsamè, bunsamon, buras bastard, buras servaj, busom, cavolaccio, cavolo salvatico, cento gallo, chiarella, chiarella maggiore, erba da moroidi, erba de Sant Albert, erba gobba, erba lupo, erba mora, erba muscatela, gintilgalla, jerbe dai tais, lattugaccio, mazurana salvadga, ormino, rosa di San Martin, salbie di prad, salva pratense saccardiana, salvia de prat, salvia de' prati, salvia dij prà, salvia pratensa, salvia sarvaja, salvie salvadie, schiarea.
In tedesco si chiama wiesen-salbei; in inglese meadow clary; in spagnolo gallocresta oppure salvia de prados e in francese sauge des prés.
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: il nome del genere deriva dal latino "salvus" aggettivo che significa salvo, sano, incolume, intatto, integro con riferimento alle proprietà medicinali di questa pianta; l'epiteto specifico ''pratensis'' significa dei prati e indica l'habitat.
Il nome salvia di Bertoloni è dedicato a Antonio Bertoloni il più famoso botanico italiano dell'Ottocento, autore di una Flora italica in dieci volumi, così importante che non gli hanno dedicato solo la salvia ma anche l'ofride di Bertoloni (Ophrys bertolonii) e il genere Bertolonia!
I nomi salvia bastarda o bagiolana salvadga indicherebbero questa salvia come meno "nobile" rispetto alla Salvia officinalis. Di solito l'aggettivo "bastardo" viene utilizzato quando c'è una specie considerata il paradigma del genere e tutte le altre vengono "paragonate" a questa, ovviamente è un errore fatto nel linguaggio comune e che sottende un giudizio di valore che non ha però riscontro nella realtà dato che sono specie diverse! Quindi sono nomi che non mi piace utilizzare.
Tantissimi nomi comuni contengono invece l'aggettivo "selvatica" o "pratense" proprio perché questo tipo di salvia cresce spontaneamente (quindi in maniera selvatica) nei prati.
In nome erba de Sant Albert è legato a Alberto Magno di Bollstädt che è stato un importante biologo e chimico (oltre che Santo, giusto per non farci mancare niente).
I nomi (carinissimi a mio parere) cento gallo, erba gobba, gintilgalla, gallocresta sono tutti legati alla caratteristica della corolla del fiore bilabiato che ha il labbro superiore falcato, quindi ricorderebbe la cresta di un gallo.
I nomi erba da moroidi (erba per emorroidi) e jerbe dai tais (erba per le ferite) sono connessi con le proprietà esplicate sui vasi.
Anche i nomi bousam, bunom, bunomet, bunsamè, bunsamon, buras bastard, buras servaj, busom ecc sono legati a "boson" che significa "petto" proprio perché con questa pianta si facevano suffumigi e infusi espettoranti, mucolitici e bechici.
I nomi cavolaccio, cavolo salvatico, lattugaccio farebbero riferimento al sapore.
Rosa di San Martin, è un nome tipico friulano legato a la località San Martino in Carnia sulle Dolomiti Friulane. "Rosa" invece è legato alla disposizione a rosetta delle foglie basali. Buras bastard, dato che il "buras" è il manico dell'aratro, fa sempre riferimento al fatto che questa pianta si trova nei prati (che vengono arati con l'aratro, appunto).
DESCRIZIONE: pianta perenne erbacea, non vischiosa. I fusti sono eretti, tetragoni, pubescenti per la presenza di peli riflessi, ramificati in alto; alti fino a 70 cm.
Le foglie basali sono picciolate e disposte in rosetta, caratterizzate da una nervatura reticolare, margine leggermente crenato; le cauline, più piccole, sono sessili e spesso semiabbraccianti il fusto. Le foglie sono molto consistenti, la pagina superiore è "bollosa" o "rugosa" quella inferiore presenta una delicata peluria.
I fiori sono portati da un breve pedicello, sono azzurro-violetti, raramente rosa o bianchi; hanno un calice bilabiato, la corolla ha il labbro superiore che forma un arco molto pronunciato: sporge lo stilo bifido; labbro inferiore è patente o riflesso, a margine denticolato.
Gli stami sono due e si comportano come piccole leve e rovesciano il polline sul dorso dell'insetto quando questo entra nel fiore per succhiare il nettare.
Fiorisce da maggio a settembre.
I frutti sono tetracheni formati da 4 mericarpi, con semi tondeggianti e brunastri.
CARATTERISTICHE UNICHE CHE AIUTANO L'IDENTIFICAZIONE: foglie basali picciolate e disposte in rosetta, fusto quadrangolare, fiori bilabiati.
DOVE CRESCE: la ritroviamo fino ai 1600 m nei prati asciutti e soleggiati.
COSA SI UTILIZZA: le foglie, i fiori e anche il gambo, se tenero.
QUANDO SI RACCOGLIE: le foglie della rosetta basale si cominciano a raccogliere già in primavera quando spuntano. Ma la raccolta può continuare tranquillamente fino all'autunno inoltrato.
PRINCIPI ATTIVI: contiene tannini, olio essenziale (che contiene solo tracce di alfa e beta thujone rispetto alle quantità contenute in Salvia officinalis, 1,8 cineolo, e canfora), flavonoidi, acidi fenolici, glicosidi fenilpropanoidi, tri e diterpeni e acido rosmarinico.
PROPRIETÀ: ha proprietà eupeptiche, digestive, colagoghe, balsamiche, espettoranti, antisettiche e antiinfiammatorie. Secondo la cosiddetta “teoria delle segnature delle piante” ipotesi secondo la quale vi sia un legame funzionale tra la forma, il colore e i profumi delle piante ed il loro utilizzo, è simile per forma alla lingua, quindi da sempre ritenuta un ottimo rimedio per gengiviti, afte e infiammazioni della gola. Svolge azioni ormonosimili e regolatrici delle funzioni escretive delle ghiandole. Effettivamente ritroviamo riscontro a questo utilizzi classici nelle sostanze in essa contenute: ipolifenoli sono disinfettanti, antimicrobici, antiossidanti e antinfiammatori. L'acido rosmarinico è anch'esso un acido polifenolico e come la maggior parte dei composti fenolici è un antiossidante ma è anche antimicrobico, antielmitico e ha proprietà antiinfiammatorie. Viene considerato uno stimolante del sistema endocrino e immunitario. Inoltre, stimola la secrezione degli enzimi digestivi e aumenta la motilità intestinale. Per quanto riguarda l'attività spermatica potrebbe aumentare la crescita e la produzione degli spermatozoi. È considerato anche antiallergico e antidiabetico, infine ha attività antiangiogenica, antitumorale e neuroprotettiva (Mahmoud Alagawany, Mohamed Ezzat Abd El-Hack e Mayada Ragab Farag, Rosmarinic acid: modes of action, medicinal values and health benefits, in Animal Health Research Reviews, vol. 18, n. 2).
INDICAZIONI: malattie da raffreddamento, ipersudorazione, digestione difficile, ferite, dismenorrea e problemi legati alla menopausa.
ATTENZIONE: assunta nelle dosi tipicamente utilizzate in cucina la salvia è considerata assolutamente sicura. Quantità più elevate e, soprattutto, assunte in maniera prolungata andrebbero evitate in caso di gravidanza o allattamento, squilibri ormonali, problemi di pressione ed epilessia ed è consigliato farsi seguire da un medico o da un erborista.
UTILIZZO CULINARIO: le foglie si utilizzano principalmente cotte, i fiori invece crudi. Le foglie hanno un sapore amaro molto piacevole, non hanno un sapore e un odore così marcato come la Salvia officinalis. In Garfagnana sono impiegate per una zuppa, mentre nel friulano sono assolutamente fondamentali per il pistiç che è una misticanza cotta di 50-60 erbe selvatiche tipica della Carnia e altri centri pedemontani del Friuli; In Piemonte è usata spesso nelle minestre, e in Trentino spesso le foglie sono fritte in pastella o ripassate in padella. In Lombardia e in Toscana si prepara una minestra depurativa assieme alla Silene latifolia e alle patate. In Liguria e Toscana le foglie tagliate a striscioline vengono anche aggiunte nella farinata e nella focaccia. I suoi fiori sono utilizzati crudi in insalate ottimi uniti ai petali di calendula e ai petali di rosa.
Ancora, fiori e foglie si possono tritate insieme al sale per fare un ottimo sale aromatizzato.
UTILIZZO ESTERNO: per le infiammazioni di gengive, bocca o gola fate un infuso con 4 g di foglie ogni 100 ml di acqua, fatelo raffreddare e fate sciacqui, lavaggi o gargarismi.
Le foglie invece, direttamente sfregate sui denti li sbiancano e purificano l'alito.
Con foglie e fiori si può fare anche un oleolito con proprietà cicatrizzanti, normalizzanti e purificanti che è particolarmente indicato per calli e geloni e per fare impacchi sul cuoio capelluto in caso di forfora. Per fare l'oleolito si riempie un vasetto di vetro trasparente con foglie tagliate a striscioline e fiori e si copre a filo con olio di girasole, oliva o riso. L'olio deve ricoprire a filo le foglie, non di meno né di più. Il vasetto chiuso viene poi lasciato un mese al sole. Trascorso il mese di filtra e si conserva per un anno in un vaso di vetro scuro.
Con foglie e fiori potete fare i suffumigi in caso di bronchiti, raffreddori o tossi: fate bollire una pentola d'acqua quindi aggiungete una bella manciata di foglie e fiori e respirate i vapori ponendo la pentola sotto una coperta per evitare l'eccessiva dispersione delle componenti volatili.
Infine potete anche contundere le foglie fresche e applicarle direttamente su una ferita per avere un effetto cicatrizzante e disinfettante.
UTILIZZO INTERNO: per aiutare la digestione o in caso di sudorazione profusa, tosse o asma o bronchiti ottimo è l'infuso fatto con un grammo di foglie essiccate ogni 100 ml di acqua, è molto buono da bere con miele e scorza di limone. Volendo potete fare anche un vinolito mettendo 4 g di foglie e fiori ogni 100 ml di vino bianco. Lasciate macerare per 5 giorni quindi filtrate e assumete un bicchierino all'occorrenza.
Potete fare anche una macerazione a freddo: mettere in brocca d'acqua 4/5 gambi con foglie e fiori di salvia e lasciate la brocca al sole per un'ora. Quindi bevete durante le successive 24 ore.
COME SI CONSERVA: le foglie e le sommità fiorite si essiccano all'ombra e si conservano in sacchetti di carta o tela o in vasi di vetro o ceramica.
FALSE FRIENDS: potrebbe essere confusa con altre Salvia, come ad esempio la Salvia verbenaca, ma la confusione non ha assolutamente conseguenze dato che sono tutte sovrapponibili per gusto e proprietà.
CURIOSITÀ: è una pianta che è da sempre stata utilizzata dall'uomo.
Secondo una leggenda greca, Zeus era quel che era (cioè un Dio) perché la capra Amaltea lo aveva nutrito col suo latte proprio sotto una pianta di salvia, di cui mangiava le foglie per passare nel latte gli straordinari poteri dell'aromatica. Ma non erano gli unici a pensare che la salvia donasse immortalità: anche gli egizi la utilizzavano come ingrediente fondamentale nel processo di imbalsamazione. I medici della scuola salernitana sostenevano: "perché dovrebbe morire l'uomo nel cui giardino cresce la salvia?".
Esistono inoltre molti proverbi che legano la salvia alla vita "quando more a salvia che xe in orto, more el paron de casa o l'è za morto", dice un proverbio veneto. Nostradamus la mescolava a menta e santoreggia, in una tisana antiaging!
In medicina cinese è considerata fonte di lunga vita. Un proverbio inglese dice che se vuoi vivere a lungo è fondamentale mangiare tanta salvia: "He who would live for aye must eat sage in may"! In un altro proverbio divertente invece viene sostenuto che nella casa dove la salvia cresce rigogliosa è la donna che comanda (e effettivamente pensando a mia nonna è proprio così!).
La salvia è sempre stata un ingrediente fondamentale nei mazzetti di fumigazione e questi mazzetti venivano bruciati nella stanza dove era imminente un parto: è stato dimostrato che bruciare salvia riduce la carica batterica e virale della stanza del 94%! Quindi ottima pratica è fare dei mazzetti di salvia (Salvia officinalis, S. pratensis, S. verbenaca ecc) e rosmarino e bruciarli ogni volta che avete una persona malata o raffreddata in casa. È anche l'ingrediente fondamentale dell'aceto dei 4 ladroni di cui vi ho parlato qua https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=563768235477379&id=104346561419551 e qua https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=549428900244646&id=104346561419551 .
Le sue proprietà antimicrobiche, ampiamente dimostrate, erano conosciute già dai Galli che la consideravano una panacea, e dai druidi che la usavano contro febbre, tosse, paralisi, epilessia, ma anche per favorire il concepimento e il conseguente parto. Ippocrate ne consigliava l'uso per detergere e disinfettare le piaghe, e i romani la impiegavano per conservare la carne .
Ma la salvia è anche considerata una pianta magica. I sacerdoti ne hanno sempre bruciati fiori e foglie per ottenere le visioni.
Portata addosso porta saggezza, ed è un ingrediente fondamentale per una quantità innumerevole di incantesimi di guarigione e purificazione, viene inoltre utilizzata per rituali che garantiscono abbondanza e soldi. Se volete potete creare dei mazzetti da fumigazione da bruciare per ottenere protezione, ristabilire l'armonia nei conflitti, promuovere i sogni profetici, purificare le energie negative, attrarre prosperità e longevità, ritrovare allegria e vitalità, ritrovare concentrazione, attrarre la benevolenza altrui.
Per proteggervi dalla negatività invece dovete bruciate una manciata d'incenso, foglie di salvia, fiori di iperico e qualche rametto di rosmarino. La salvia si impiega anche per propiziare la prosperità: quando la luna è piena bruciate tre foglie di alloro, fiori di camomilla, un pizzico di noce moscata, chiodi di garofano, salvia e benzoino e vincerete il SuperEnalotto! (In quel caso ricordatevi di me!).
Se invece desiderate far avverare un desiderio, scrivetelo su una foglia di salvia e posizionatela sotto il cuscino, dormiteci sopra per tre notti e se entro la terza notte avete sognato quel che desiderate ottenere probabilmente il vostro desiderio si avvererà, altrimenti ringraziate e donate la salvia alla terra e la prossima volta cercare di chiedere qualcosa di più realistico, da bravi! Per allontanare gli incubi invece mettete qualche foglia sotto una candela accesa al centro della camera e dite la formula magica: "O salvia salutare, o salvia amica mia, queste visioni amare da me portale via".
Articolo di Cecilia Tanghetti Associazione capraecavoli, condividi non copiare.

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