Bardana
Contenuto
Titolo
Bardana
Descrizione
il nome botanico della bardana maggiore è Arctium lappa e della bardana minore è Arctium minus
FAMIGLIA: Asteraceae
GENERE: Arctium, genere che annovera circa 11 specie.
NOMI LOCALI: lappola, lappa, attaccaveste, barbagiochi, cappellaccio, causarazzi, cima de rani, cuoppo, dapazza, erba porcina, garlanda, grappell scalfaraz, gratacuel, indreccia capille, ingaizzi, pizzicaruolo, scarpanazzi, spinabuoi, spunciarei, zecchitella, guddizzùni, causarìzzi
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: nel dizionario di erudizione storico ecclesiastica di Gaetano Moroni del 1857 si legge: "Nel paese del Galles si chiaman Bardi alcuni girovaghi poeti e cantori, che traducendosi di paese in paese cantano gli elogi di grand'uomini, accompagnando il canto col suono dell'arpa..." continuando la lettura del dizionario si legge come le foglie e radice dell'Arctium lappa bollite nel sidro aumentassero la fantasia e la parlantina di questi antichi cantori celtici e che quindi questa pianta venne chiamata "bardana" proprio da "Bardo" e da questa abitudine ad utilizzarla per aumentare le loro capacità oratorie.
Altri libri però indicano l'etimologia di bardana dal francese "barde", "lardo", perchè la foglia carnosa ricorderebbe una foglia di lardo.
Il nome botanico invece, Arctium, deriva dal greco antico ἄρκτος (árktos) "orso", tale nome era in uso, per identificare la pianta, già ai tempi di Dioscoride Pedanio con molta probabilità il nome fu dovuto all’aspetto dei fiori della pianta stessa. Per quanto riguarda, invece, il nome della specie “lappa“, dovrebbe derivare addirittura dal termine celtico "llap" che significa "mano", dovuto anche in questo caso ad un’altra caratterista della pianta: i fiori, infatti, si attaccano a qualunque cosa li sfiori, come una mano che si aggrappa a ciò gli passa accanto. Il significato del nome lappa venne, però, utilizzato anche da Plinio il Vecchio il quale sosteneva che il nome derivasse dal greco λαβεῖν infinito aoristo di λαμβάνω (prendere) con gli stessi significati.
DESCRIZIONE: la bardana è una "Queen": molto appariscente, ma durante il primo anno di crescita non si concede mai e si limita a sviluppare una rosetta di grandi foglie cuoriformi alla base e ovali, con bordo ondulato e peluria argentea sul lato inferiore. Il lungo picciolo della foglia, viola e grosso fino a 1 cm, è pieno alla base: questo è un tratto distintivo tra bardana maggiore e minore: la bardana minore infatti ha il gambo cavo.
Il secondo anno invece sviluppa un grosso fusto ramificato, viola e argentato, alto anche oltre 2 m, con numerose infiorescenze viola con base ingrossata munita di uncini. i fiori, di colore porporino, sono riuniti in capolini globosi circondati da molte brattee rigide e ricurve in forma di amo. I frutti sono degli acheni, di colore bruno con macchie nere, provvisti di un pappo di setole corte.
DOVE CRESCE: cresce in tutta Italia dal mare alla regione montana fino a 1100 m; cresce ai margini delle strade, dei sentieri, dei fossi o dei pascoli, in luoghi incolti, nelle zone ruderali, vicino alle case, in tutte le zone soleggiate. Ama i suoli ricchi di sostanze nutritive. Si possono trovare pochi esemplari solitari o grandi colonie.
COSA SI UTILIZZA: le foglie, lo stelo fiorale, i fiori, i semi, il rizoma e le radici.
QUANDO SI RACCOGLIE: le foglie si raccolgono in maggio/luglio, prima della fioritura della pianta; si recidono con le forbici, i semi in autunno, la radice nell'autunno del primo o secondo anno o nella primavera successiva: quella del primo anno è più compatta e meno fibrosa.
PROPRIETÀ: antiacneiche, antiforuncolose, antiseborroiche, antisettiche, depurative, diaforetiche, diuretiche, ipoglicemizzanti.
Un proverbio dice che: "se la vecchiaia vuoi tener lontana, fatti amiche cicoria e bardana" proprio per le sue tante proprietà.
Principi attivi: olio essenziale, inulina, mucillagini, lappatina, fitosteroli e acido clorogenico (dalla ben nota azione bioattivante cutanea). Inoltre contiene l'arctiopicrina che ha proprietà antitumorali. Questa pianta umilissima assomma in sé delle virtù molto interessanti. Autori moderni ne hanno verificato non solo l'azione diuretica e depurativa generale, ma anche l'azione stimolante sul fegato e sulla cistifellea, nonché la proprietà di diminuire il tasso di zucchero nel sangue. Sotto quest'ultimo aspetto la bardana può quindi essere usata, sotto controllo medico, come coadiuvante, dalle persone affette da diabete. La più nota applicazione della bardana è quella contro talune affezioni della pelle quali acne e foruncolosi. La bardana, infine, è dotata anche di proprietà antisettiche su alcuni batteri patogeni che allignano sulla pelle.
UTILIZZO CULINARIO: pianta molto utilizzata nella cucina nipponica, tant'è che viene proprio coltivata a scopo alimentare.
Della Bardana è commestibile tutto, radici, giovani foglie, germogli, semi.
Solitamente si consumano le foglie giovani e soprattutto i gambi che vanno tagliati a pezzetti e cotti, vanno spellati solo se non sono giovani; il loro sapore ricorda il carciofo. Siccome è molto amara il mio consiglio è di scottarla in acqua una o due volte per attenuare il sapore. Si può mangiare anche lo stelo fiorale, spellato e cotto al vapore come gli asparagi o la radice, raccolta alla fine del primo anno, sia cotta che cruda. La radice fatta essiccare e polverizzata può essere utilizzata come spezia, oppure può essere fatta a chips con la mandolina, condita con olio e cotta al forno per una ventina di minuti a 180°C. Ottimo è il risotto con foglie e radici di bardana.
Buonissime anche le polpette con l'aggiunta di foglie di bardana e assolutamente da provare: i fiori fritti! Con la pastella che preferite o anche senza:
sono veramente buonissimi!
Con le foglie inoltre si può colorare di un bel verde la pasta fresca.
UTILIZZO ESTERNO: per acne, foruncolosi, eczema, varici. Fate un decotto con 10 g di radice ogni 100 ml di acqua. In alternativa si può fare un infuso con le stesse dosi con le foglie. Fare lavaggi e applicare garze imbevute di decotto sulle parti interessate per mezz'ora.
In caso di capelli grassi con il succo ottenuto con un estrattore dalle foglie fresche, fate frizioni quotidiane.
Ottimo per avere capelli sani e splendenti anche il semplice risciacquo con l'infuso di foglie di bardana fatto con 50 g di foglie in un litro di acqua.
Le foglie contuse e applicate sulla pelle leniscono l'acne e le infiammazioni da punture di insetti.
Non solo, un cataplasma fatto semplicemente tritando le foglie, applicato sulle parti colpite da dolori reumatici contribuisce a diminuire il dolore.
Le foglie scottate in acqua bollente e fatte raffreddare, applicate su piaghe o ferite aiutano la cicatrizzazione e sono antibatteriche.
UTILIZZO INTERNO: come diuretico e depurativo, fate un infuso con 4 g di radice ogni 100 ml di acqua. Bevete una tazza al mattino a digiuno.
Oppure si può fare una tintura vinosa lasciando a macero per 5 giorni, 4 g di radice in 100 ml di vino bianco. Assumerne a bicchierini (che c'è il vino ).
I semi sono purgativi, fate un infuso con una manciata di semi, filtrate e bevete.
COME SI CONSERVA: le radici, tagliate a strisce o a dischi spessi 1/1,5cm, si essiccano al sole; le foglie si essiccano in strati sottili all'ombra rimuovendole spesso. Le radici si conservano in recipienti di vetro, le foglie in sacchetti di carta o tela.
I semi si setacciano e si essiccano al sole.
CURIOSITÀ: i fiori, di colore violetto/rossiccio, sono avvolti in particolari brattee uncinate flessibili che si attaccano ai vestiti di chi li scontra per caso.
Questa particolarità fu notata dall'ingegnere svizzero Georges de Mestral che, negli anni '40, al ritorno dalle sue passeggiate, era costretto a togliere da abiti e dal pelo del suo cane queste strane infiorescenze così caparbie.
Studiandoli al microscopio, notando soprattutto l'elasticità delle brattee di ritornare in forma dopo essere stati staccate, gli venne in mente di fabbricare qualcosa di simile che si "aggrappasse" e inventò, brevettandolo, nei primi anni '50, il "Velcro".
Non solo la bardana, è presente in uno dei primi erbari stampati di epoca medievale, l'Herbarium Apulei, dove veniva definita "erba elefantina" per le sue grandi foglie.
Una leggenda narra che durante la notte del solstizio, se si lanciano i fiori di bardana sulle spalle della persona amata senza che questa se ne accorga, si creerà un legame eterno.
Della bardana si usava bruciare in casa la radice, per eliminare malocchio e influssi negativi, e conservarla secca in sacchettini di tela da portare appresso con lo stesso proposito.
© Copyright Associazione capra&cavoli, condividi non copiare.
FAMIGLIA: Asteraceae
GENERE: Arctium, genere che annovera circa 11 specie.
NOMI LOCALI: lappola, lappa, attaccaveste, barbagiochi, cappellaccio, causarazzi, cima de rani, cuoppo, dapazza, erba porcina, garlanda, grappell scalfaraz, gratacuel, indreccia capille, ingaizzi, pizzicaruolo, scarpanazzi, spinabuoi, spunciarei, zecchitella, guddizzùni, causarìzzi
PERCHÉ SI CHIAMA COSÌ: nel dizionario di erudizione storico ecclesiastica di Gaetano Moroni del 1857 si legge: "Nel paese del Galles si chiaman Bardi alcuni girovaghi poeti e cantori, che traducendosi di paese in paese cantano gli elogi di grand'uomini, accompagnando il canto col suono dell'arpa..." continuando la lettura del dizionario si legge come le foglie e radice dell'Arctium lappa bollite nel sidro aumentassero la fantasia e la parlantina di questi antichi cantori celtici e che quindi questa pianta venne chiamata "bardana" proprio da "Bardo" e da questa abitudine ad utilizzarla per aumentare le loro capacità oratorie.
Altri libri però indicano l'etimologia di bardana dal francese "barde", "lardo", perchè la foglia carnosa ricorderebbe una foglia di lardo.
Il nome botanico invece, Arctium, deriva dal greco antico ἄρκτος (árktos) "orso", tale nome era in uso, per identificare la pianta, già ai tempi di Dioscoride Pedanio con molta probabilità il nome fu dovuto all’aspetto dei fiori della pianta stessa. Per quanto riguarda, invece, il nome della specie “lappa“, dovrebbe derivare addirittura dal termine celtico "llap" che significa "mano", dovuto anche in questo caso ad un’altra caratterista della pianta: i fiori, infatti, si attaccano a qualunque cosa li sfiori, come una mano che si aggrappa a ciò gli passa accanto. Il significato del nome lappa venne, però, utilizzato anche da Plinio il Vecchio il quale sosteneva che il nome derivasse dal greco λαβεῖν infinito aoristo di λαμβάνω (prendere) con gli stessi significati.
DESCRIZIONE: la bardana è una "Queen": molto appariscente, ma durante il primo anno di crescita non si concede mai e si limita a sviluppare una rosetta di grandi foglie cuoriformi alla base e ovali, con bordo ondulato e peluria argentea sul lato inferiore. Il lungo picciolo della foglia, viola e grosso fino a 1 cm, è pieno alla base: questo è un tratto distintivo tra bardana maggiore e minore: la bardana minore infatti ha il gambo cavo.
Il secondo anno invece sviluppa un grosso fusto ramificato, viola e argentato, alto anche oltre 2 m, con numerose infiorescenze viola con base ingrossata munita di uncini. i fiori, di colore porporino, sono riuniti in capolini globosi circondati da molte brattee rigide e ricurve in forma di amo. I frutti sono degli acheni, di colore bruno con macchie nere, provvisti di un pappo di setole corte.
DOVE CRESCE: cresce in tutta Italia dal mare alla regione montana fino a 1100 m; cresce ai margini delle strade, dei sentieri, dei fossi o dei pascoli, in luoghi incolti, nelle zone ruderali, vicino alle case, in tutte le zone soleggiate. Ama i suoli ricchi di sostanze nutritive. Si possono trovare pochi esemplari solitari o grandi colonie.
COSA SI UTILIZZA: le foglie, lo stelo fiorale, i fiori, i semi, il rizoma e le radici.
QUANDO SI RACCOGLIE: le foglie si raccolgono in maggio/luglio, prima della fioritura della pianta; si recidono con le forbici, i semi in autunno, la radice nell'autunno del primo o secondo anno o nella primavera successiva: quella del primo anno è più compatta e meno fibrosa.
PROPRIETÀ: antiacneiche, antiforuncolose, antiseborroiche, antisettiche, depurative, diaforetiche, diuretiche, ipoglicemizzanti.
Un proverbio dice che: "se la vecchiaia vuoi tener lontana, fatti amiche cicoria e bardana" proprio per le sue tante proprietà.
Principi attivi: olio essenziale, inulina, mucillagini, lappatina, fitosteroli e acido clorogenico (dalla ben nota azione bioattivante cutanea). Inoltre contiene l'arctiopicrina che ha proprietà antitumorali. Questa pianta umilissima assomma in sé delle virtù molto interessanti. Autori moderni ne hanno verificato non solo l'azione diuretica e depurativa generale, ma anche l'azione stimolante sul fegato e sulla cistifellea, nonché la proprietà di diminuire il tasso di zucchero nel sangue. Sotto quest'ultimo aspetto la bardana può quindi essere usata, sotto controllo medico, come coadiuvante, dalle persone affette da diabete. La più nota applicazione della bardana è quella contro talune affezioni della pelle quali acne e foruncolosi. La bardana, infine, è dotata anche di proprietà antisettiche su alcuni batteri patogeni che allignano sulla pelle.
UTILIZZO CULINARIO: pianta molto utilizzata nella cucina nipponica, tant'è che viene proprio coltivata a scopo alimentare.
Della Bardana è commestibile tutto, radici, giovani foglie, germogli, semi.
Solitamente si consumano le foglie giovani e soprattutto i gambi che vanno tagliati a pezzetti e cotti, vanno spellati solo se non sono giovani; il loro sapore ricorda il carciofo. Siccome è molto amara il mio consiglio è di scottarla in acqua una o due volte per attenuare il sapore. Si può mangiare anche lo stelo fiorale, spellato e cotto al vapore come gli asparagi o la radice, raccolta alla fine del primo anno, sia cotta che cruda. La radice fatta essiccare e polverizzata può essere utilizzata come spezia, oppure può essere fatta a chips con la mandolina, condita con olio e cotta al forno per una ventina di minuti a 180°C. Ottimo è il risotto con foglie e radici di bardana.
Buonissime anche le polpette con l'aggiunta di foglie di bardana e assolutamente da provare: i fiori fritti! Con la pastella che preferite o anche senza:
sono veramente buonissimi!
Con le foglie inoltre si può colorare di un bel verde la pasta fresca.
UTILIZZO ESTERNO: per acne, foruncolosi, eczema, varici. Fate un decotto con 10 g di radice ogni 100 ml di acqua. In alternativa si può fare un infuso con le stesse dosi con le foglie. Fare lavaggi e applicare garze imbevute di decotto sulle parti interessate per mezz'ora.
In caso di capelli grassi con il succo ottenuto con un estrattore dalle foglie fresche, fate frizioni quotidiane.
Ottimo per avere capelli sani e splendenti anche il semplice risciacquo con l'infuso di foglie di bardana fatto con 50 g di foglie in un litro di acqua.
Le foglie contuse e applicate sulla pelle leniscono l'acne e le infiammazioni da punture di insetti.
Non solo, un cataplasma fatto semplicemente tritando le foglie, applicato sulle parti colpite da dolori reumatici contribuisce a diminuire il dolore.
Le foglie scottate in acqua bollente e fatte raffreddare, applicate su piaghe o ferite aiutano la cicatrizzazione e sono antibatteriche.
UTILIZZO INTERNO: come diuretico e depurativo, fate un infuso con 4 g di radice ogni 100 ml di acqua. Bevete una tazza al mattino a digiuno.
Oppure si può fare una tintura vinosa lasciando a macero per 5 giorni, 4 g di radice in 100 ml di vino bianco. Assumerne a bicchierini (che c'è il vino ).
I semi sono purgativi, fate un infuso con una manciata di semi, filtrate e bevete.
COME SI CONSERVA: le radici, tagliate a strisce o a dischi spessi 1/1,5cm, si essiccano al sole; le foglie si essiccano in strati sottili all'ombra rimuovendole spesso. Le radici si conservano in recipienti di vetro, le foglie in sacchetti di carta o tela.
I semi si setacciano e si essiccano al sole.
CURIOSITÀ: i fiori, di colore violetto/rossiccio, sono avvolti in particolari brattee uncinate flessibili che si attaccano ai vestiti di chi li scontra per caso.
Questa particolarità fu notata dall'ingegnere svizzero Georges de Mestral che, negli anni '40, al ritorno dalle sue passeggiate, era costretto a togliere da abiti e dal pelo del suo cane queste strane infiorescenze così caparbie.
Studiandoli al microscopio, notando soprattutto l'elasticità delle brattee di ritornare in forma dopo essere stati staccate, gli venne in mente di fabbricare qualcosa di simile che si "aggrappasse" e inventò, brevettandolo, nei primi anni '50, il "Velcro".
Non solo la bardana, è presente in uno dei primi erbari stampati di epoca medievale, l'Herbarium Apulei, dove veniva definita "erba elefantina" per le sue grandi foglie.
Una leggenda narra che durante la notte del solstizio, se si lanciano i fiori di bardana sulle spalle della persona amata senza che questa se ne accorga, si creerà un legame eterno.
Della bardana si usava bruciare in casa la radice, per eliminare malocchio e influssi negativi, e conservarla secca in sacchettini di tela da portare appresso con lo stesso proposito.
© Copyright Associazione capra&cavoli, condividi non copiare.